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Sorprese e giocatori chiave delle F4

Autore: Stefano Russillo
Data: 30 Mar, 2017

Ci sono i leader, giocatori che sono stati determinanti per portare fino a Glendale le loro squadre, ma se c’è uno sport di squadra per eccellenza questo è il college basketball, dove la vittoria non è mai merito di uno solo ma sempre il risultato ottenuto da tanti.

Vediamo nel dettaglio quali saranno i nomi da tenere d’occhio in queste Final Four.

Gonzaga

Leader: Nigel Williams Goss – Inserito in tutti i quintetti dell’anno e nella cinquina di tutti i finalisti in corsa per i premi di Mvp, è l’unico rimasto del trio di PG esperte alternativa ai talentuosi freshman, da Ball a Fox a Fultz. Melo Trimble (sicuro) e Monte Morris (probabile) pensano al draft, lui alle Final Four al termine di una stagione ottima: al primo anno con gli Zags, ha preso subito in mano la squadra e riempito tutte le statistiche (16.7+5.9+4.6+1.8) dimostrandosi un grande floor general. Al torneo, la sua peggior partita è stata contro la press di West Virginia (2/10 e 5 perse) e contro i Gamecocks avrà addosso una difesa altrettanto tosta. E’ andata bene una volta, non rischierà una seconda.

Giocatore chiave: Przemek Karnowski – Un uomo che l’anno scorso non riusciva neanche ad alzarsi dal letto per il mal di schiena e che ora porterà i suoi quasi 140 chili e 215 centimetri su e giù per il parquet delle Final Four. Quella del polacco di Torun è una delle storie più belle della March Madness e la prestazione del frontcourt degli Zags sarà decisiva per andare in finale. Deve riempire l’area per tenere lontane le guardie dei Gamecocks e in attacco può segnare ogni volta che prende la palla perché ha tecnica sia con la destra che con la sinistra e un fisico che i suoi avversari non possono contenere.

 

Sorpresa: Johnathan Williams – Arrivato dal Missouri senza particolari squilli di tromba, ecco un altro dei transfer che, assieme a Williams-Goss e Jordan Mathews, hanno cambiato la stagione degli Zags. Complemento ideale di Karnowski, è passato dal 41% al 59% al tiro nel giro di un anno, trovandosi alla perfezione negli schemi di Mark Few. Anche lui può far male a South Carolina sia in attacco che in difesa (chiedere informazioni a Xavier), è solo da togliere nei minuti finali punto a punto visto che al torneo ha un terribile 6/19 ai liberi.

South Carolina

Leader: Sindarius Thornwell – Miglior giocatore e miglior realizzatore del torneo, i suoi 103 punti in 4 partite dicono che non ha ancora trovato nessuno in grado di fermarlo. Neanche Gonzaga ha una guardia che lo può contenere fisicamente ed è quindi probabile che Mark Few cercherà di raddoppiarlo sempre in tutte le zone del campo o passerà presto a zona. Toro dalle braccia lunghe che aggiunge anche 7 rimbalzi a partita al suo tabellino, è anche il miglior difensore dei Gamecocks. In una parola: fondamentale.

 

Giocatore chiave: Duane Notice – Classico glue guy, difensore molto più che attaccante, ma quando supera la doppia cifra le cose solitamente funzionano molto meglio per Frank Martin. Decisivi i suoi 17 punti contro Duke, decisivi anche i suoi 4 passi non fischiati in una delle azioni finali contro Florida, deve mantenere altissima la pressione in difesa ma dare anche il suo aiuto a Thornwell nella metà campo offensiva, sperando che la sua ondivaga mano da 3 sia nella serata buona. Sono loro i due senior del quintetto di SC, da loro passano le chance di andare in finale.

Sorpresa: Maik Kotsar – Il freshman da Tallinn non ha visto una palla contro Duke, ha dato un apporto basico contro Baylor, ed è stato fondamentale contro Florida. Se sorprende ancora tutti e si ripete anche contro i lunghi di Gonzaga, ecco che le chance di vincere dei Gamecocks aumentano sensibilmente perché fisicamente è l’unico che può provare a dar fastidio a Karnowski. Dipende dalla sua testa, spesso non sempre sulla partita, e da come affronterà la pressione delle Final Four. Di certo, è un altro da mandare spesso in lunetta, visto che non arriva al 40% in stagione.

North Carolina

Leader: Joel Berry II – Le speranze di titolo di UNC girano intorno alle sue caviglie: dopo essersi slogato la destra al 1round, è arrivato il turno della sinistra contro Kentucky e ora è addirittura in forse per il match di sabato. Senza di lui i Tar Heels perdono un giocatore fondamentale per playmaking e clutchness. Il suo stato fisico ha condizionato non solo le sue prestazioni ma anche quelle di squadra: non a caso l’unica vittoria “facile” è arrivata con un Berry sano, e da 26 punti, alle Sweet16 contro Butler.

Giocatore chiave: Justin Jackson – È il factotum del Torneo e i suoi numeri parlano chiaro: 19.8pts, 6.3reb, 4.3ast, 1.5stl. Si fa trovare sempre al posto giusto, con una gran capacità di lettura del gioco e un atletismo che lo rendono un rebus per le difese avversarie con la sua capacità di creare innumerevoli matchup. È il tiratore più pericoloso da oltre l’arco dei Tar Heels (40.7%) in una squadra che sta faticando a trovare ritmo dalla lunga distanza. In una parola: onnipresente.

Sorpresa: Luke Maye – Da walk-on a Most Outstanding Player del South Regional: la tipica favola da Torneo per questo ragazzo che a Marzo ha doppiato il suo fatturato (5 punti di media in stagione diventati 12.5). Ha vissuto un weekend da eroe registrando, e poi migliorando, i suoi career high contro Butler e Kentucky (16 e 17 punti rispettivamente), per poi entrare definitivamente nella storia dei Tar Heels con il tiro che li ha mandati a Phoenix. Pronto a vivere un altro fine settimana eroico?

 

Oregon

Leader: Dillon Brooks – Il gioco dei Ducks passa attraverso le sue mani come dimostrano le statistiche: 16.3pts, 5reb, 3.3ast. Stretch-4 che rischia di essere un vero e proprio grattacapo per i lunghi di UNC con la sua capacità di giocare dentro-fuori (41% da tre). Gioca con la voglia di chi ha sempre da dimostrare qualcosa senza la paura dei grandi palcoscenici, motivato dalla sua grande competitività. Ha lasciato il ruolo da protagonista finora al duo Dorsey-Bell ma è pronto a prendersi il palcoscenico delle Final Four.

Giocatore chiave: Tyler Dorsey – “Mister Madness” o “Mister March” come preferite chiamarlo voi è stato il giocatore più elettrizzante di tutto il Torneo, il vero MVP con i suoi 24.5 punti di media. Il 65.4% con il quale sta tirando da tre (17/26) è semplicemente irreale, non di certo una buona notizia per North Carolina che ha nella difesa sul perimetro il suo punto debole. Ah chiamatelo pure “Mister Clutch”, per informazioni chiedere a Rhode Island, Michigan e Kansas.

 

Sorpresa: Jordan Bell – L’infortunio di Chris Boucher sembrava aver spezzato i sogni di gloria di Oregon, è stata invece l’occasione per il breakout month di Bell che si è trasformato nella “bestia del pitturato”, l’ancora difensiva intorno alla quale i Ducks hanno costruito le loro fortune. La sua sola presenza ha tenuto due attacchi come Kansas e Michigan sotto i 70 punti. Le sue 3 stoppate (8 nel block-party contro i Jayhawks) unite alla doppia-doppia di media da 12.5pts+12.5reb, gli sono valsi il titolo di Most Outstanding player del Midwest Regional. Contro la frontline di UNC sarà uno scontro tra titani.

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