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Leader contro talenti, UNC batte Duke

Autore: Raffaele Fante
Data: 9 Feb, 2018

Non è mai una partita qualsiasi e non è mai facile prevedere come andrà a finire. Nelle ultime 100 volte che si sono affrontati Duke e North Carolina hanno vinto 50 partite a testa con un +2 a favore dei Blue Devils nello scarto complessivo dei punti. L’ultimo atto del grande classico della Tobacco road è stato vinto dai Tar Heels, al termine di 40’ come sempre pieni di emozioni e indicazioni, anche per marzo.

Squadra vs squadretta

La differenza l’hanno fatta principalmente la solidità e l’esperienza dei ragazzi di Roy Williams, capaci di contenere il primo tempo straripante in attacco di Duke, in vantaggio anche di 12 punti, per poi ribaltare la partita con un parziale di 14-0 all’inizio della ripresa. E nel momento di buio in attacco, con 0/13 in quasi 5’, i Tar Heels hanno mantenuto il vantaggio reggendo in difesa contro una squadra che non solo è inesperta, ma ha (ancora una volta) poco playmaking. Solo 2 le palle perse da North Carolina che ha avuto punti sia da Kenny Williams (20 con 6/12 da 3) che da Cameron Johnson (18 con 13 rimbalzi), mentre per i Blue Devils solo Gary Trent è stato pericoloso in tutta la partita

Lunghi ma non basta

Nei primi 5 minuti Duke ha preso 6 rimbalzi in attacco. Il conto finale dirà 20-11 per North Carolina, per un complessivo 44-38 sempre per i Tar Heels. Nessuna sorpresa: nonostante Mike Krzyzewski abbia una coppia di lunghi unica nel college basket con Marvin Bagley e Wendell Carter che viaggiano a quasi 21 a partita, la miglior squadra a rimbalzo della nazione è proprio quella di Roy Williams, che pure da tempo gioca con 4 piccoli. A nulla è servito il quintettone con Carter-Bagley-Bolden che coach K ha schierato per la disperazione: ‘Eravamo stanchi? Solo di vederli continuare a prendere rimbalzi in attacco nel secondo tempo”, ha detto alla fine.

Il fattore T

L’ala forte nello starting five di UNC è quindi Theo Pinson, un fattore nella partita nonostante abbia segnato solo 4 punti con 2/6 al tiro. Possibile? Certo, se aggiungi 7 rimbalzi, 4 assist e 2 recuperi. E difendi forte su un giocatore alto 12 cm più di te considerato tra i più forti della nazione: Marvin Bagley gli ha preso rimbalzi in testa e gli ha schiacciato sulla testa ma alla fine, nonostante la consueta doppia doppia da 15+16, ha inciso meno di Pinson. Che ha messo così il punto esclamativo sulla partita

 

Leader e comparse

Grayson Allen ha segnato 8 punti con due triple nei primi 7’, chiarendo a tutti che lui l’atmosfera di questa partita la conosce e che i 21mila del Dean Smith Center al massimo lo eccitano. O forse no, perché nel resto dei 33’ passati in campo ha prodotto un punto e, dopo aver dato 7 assist, ha buttato via così il pallone decisivo a 23 secondi dalla fine

 

Joel Berry invece ha iniziato lento, faticando a trovare tiro e ritmo della partita. Ma quando ha capito cosa fare, cioè penetrare ogni volta che poteva nel burro della difesa di Duke, non l’ha visto più nessuno. Da 3 ha continuato a non prenderci mai (1/8), ma con 21 punti, 6 assist e 4 rimbalzi è stato il migliore della partita.

Trevon, lascia stare

Il peggiore è stato invece il suo avversario diretto, cioè Trevon Duval, e non a caso. All’inizio della partita, il freshman di Duke ha battuto Berry in palleggio due volte, prima chiudendo con 2+1 e poi così

 

“Ho iniziato a marcarlo a tutto campo – ha spiegato Berry – cercando di dargli fastidio e facendogli capire che è solo un freshman e non mi interessa quanto forte sia o che sia un one and done. Non mi spaventa, io sono un agonista e combatto ogni santo giorno”. Risultato: dopo quella schiacciata, 4 punti dalla lunetta, 4 perse, 5 falli e arrivederci a Durham. Dove lo aspettano tifosi non particolarmente contenti

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