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Lo statement di Nova, Arizona torna big

Autore: Redazione BasketballNcaa
Data: 6 Dic, 2017

Tre partite importanti che hanno detto molto sul valore di tante grandi: Villanova è una seria candidata per il titolo, Arizona sta definitivamente tornando in alto e West Virginia è come sempre un avversario difficile per tutti. Vediamo come sono andati i big match della notte

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Duke certo, Michigan State senz’altro, Kansas molto probabile, ma tra le candidate ad arrivare fino in fondo da stanotte non può non esserci anche Villanova. Nella prima partita dell’anno contro una big come Gonzaga, i ragazzi di Jay Wright hanno mostrato una solidità su due lati del campo probabilmente senza eguali nel college basketball.

Senza fenomeni atletici o tecnici, senza talenti puri ma con un sistema in cui praticamente tutti fanno la cosa giusta al momento giusto, Villanova si è presa la partita nel primo tempo e non l’ha più mollata. E quando nel secondo tempo, la squadra di Mark Few si è riportata a -7, ci ha pensato lui

 

“Quest’anno ogni volta che prende la palla è una minaccia” ha detto coach Wright commentando la strepitosa partita di Mikal Bridges al suo career high: 28 punti con 5/9 da 3. Più 6 rimbalzi e 2 stoppate, una arrivata appunto quando Nova ha dovuto respingere l’unico tentativo di rimonta di Gonzaga.

 

A 9′ dalla fine, Donte DiVincenzo e Jalen Brunson si sono dovuti sedere in panchina con 4 falli. Nessun problema: palla nelle mani di Phil Booth (20 punti per lui alla fine) e Villanova sempre con lo stesso controllo. È questa la forza dei Wildcats che non hanno una panchina lunga, ma hanno 6 giocatori solidissimi tutti in grado di giocare allo stesso alto livello.

Non ha funzionato invece la distribuzione di punti e responsabilità per Gonzaga, che pure è una squadra che può contare su 7 giocatori sempre in doppia cifra e il quarto attacco della nazione con 93 punti a partita. Troppa superficialità nell’attaccare la press 1-2-2 di Nova, poca pazienza contro la difesa schierata e così sono arrivate ben 12 perse nei primi 20′ e 19 alla fine.

 

Il grande assente della partita è stato Johnathan Williams, condizionato dai falli ma comunque quasi invisibile nei 18′ trascorsi in campo come dimostrano gli zero rimbalzi catturati. Solo 5 punti per il miglior realizzatore dei Bulldogs, che hanno avuto 22 punti in realtà un po’ finti da Zach Norvell, molti arrivati negli ultimi minuti quando Nova era già troppo lontana.

Arizona trova il riscatto dalla lunetta

Cosa c’è di meglio per uscire da una crisi che giocare contro una delle squadre più in forma del momento come Texas A&M che arrivava al match contro Arizona imbattuta (7-0)? Il risultato è stata una gara non bellissima ma tosta, con molte difese di livello e in bilico fino alla fine. L’hanno spuntata i Wildcats (67-64), che a meno di passi falsi clamorosi torneranno a far capolino nel ranking.

Doveva essere la sfida tra due lunghi da draft Nba come Deandre Ayton e Robert Williams. Il più forte sotto canestro (almeno in fase offensiva) è stato però Tyler Davis degli Aggies che ha messo a referto 21 punti con 9/12 dal campo. Immarcabile.

Il confronto Ayton-Williams comunque c’è stato, vinto a mani basse dal primo. Per il lungo di Texas A&M solo 4 punti e nessun libero tentato. Viceversa il centro delle Bahamas è stato freddo dalla lunetta (5/6) oltre a mostrare ottime doti da passatore. E comunque ha chiuso con 13 punti e 10 rimbalzi.

 

PS. Qualcuno nello staff di coach Miller lo aiuti a disegnare qualcosa di decente per far ricevere palla in post ad Ayton. Potrebbe essere utile.

Gli Aggies escono a testa alta dal match e si sono mostrati più squadra, più quadrati, più organizzati. Hanno però pagato la mancanza di chili e atletismo che li ha costretti a difendere con molti falli. Per Arizona miglior prestazione ai liberi della stagione: 20/24.

I due migliori marcatori delle rispettive squadre, DJ Hogg (17 di media) e Allonzo Trier (24 di media) si sono fermati rispettivamente a 9 e 7. Il primo limitato dai falli e il secondo in serata no al tiro. La partita l’hanno fatta gli altri.

Da segnalare le ottime prestazioni di Duane Wilson con 14 punti (unico in doppia cifra per gli Aggies insieme a Davis) e del transfer da UNC Asheville Dylan Smith al primo acuto stagionale in maglia Arizona con 3/3 dall’arco. Entrambi però sono calati nella ripresa.

Attacco batte difesa, vince West Virginia

West Virginia vince 68-61 e mette fine all’imbattibilità di Virginia dopo un’inizio di stagione da 8 vittorie consecutive. Partita non proprio emozionate, con diversi strappi nel primo tempo mentre nella ripresa i Mountaineers hanno preso il comando ed hanno concesso ben poco agli avversari. Di fronte due filosofie di pallacanestro completamente differenti: West Virginia 76.3 possessi e 89.6 punti (16esimo attacco della Ncaa); Virginia 61.8 possessi e miglior difesa del paese con 50.6 punti concessi.

Virginia ci ha messo la bellezza di 4’13” per segnare il suo primo punto, con un libero di Mamadi Diakite molto attivo sotto canestro. Il più continuo dei Cavaliers è stato comunque Devon Hall, che ha chiuso da top scorer per i suoi con 19 punti. Partita dai due volti per Kyle Guy che, ad un primo tempo da 0/5 dall’arco, ha proposto una ripresa da 6/9 realizzando i parziali che hanno permesso a Virginia di restare attaccata al match.

West Virginia è stata trascinata come al solito da Jevon Carter, autore di una gara da 23 punti, 10 rimbalzi, 7 assist e 2 recuperi. Ma soprattutto sempre protagonista nei momenti chiave del match. Altrettanto importante l’apporto di Lamont West che non ha tremato quando c’erano da infilare canestri decisivi. La difesa press dei Mountaineers non ha sortito il solito effetto, eccetto ad inizio gara, ma i ritmi alti sono un invito a nozze per loro. E questa azione ne è l’emblema

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