Partecipare alla March Madness non è semplicemente un traguardo sportivo, che conferisce blasone alla propria università e gioia ai propri tifosi, ma aiuta parecchio dal punto di vista degli incassi. Pochi giorni fa Chris Smith su Forbes ha riepilogato la situazione finanziaria dei principali college americani, analizzando anche qual è stato l’impatto della March Madness sulle casse degli atenei.
Il riassunto, sostanzialmente, è che i colossi rimangono tali anche se i risultati sportivi vacillano, mentre i piccoli college, anche a fronte di expolit al Gran Ballo di marzo, non riescono comunque a infilarsi nella classifica delle big. Certo, fare strada al Torneo aiuta. Nel 2011 Butler (seed n. 8) è arrivata in finale e VCU (seed n. 11) alla Final Four, nel 2013 anche Wichita State (seed n. 9) è arrivata alla Final Four mentre Florida Gulf Coast (seed n. 15) è arrivata alle Sweet 16. Ecco, tutte queste università negli anni successivi hanno visto incrementare i loro ricavi complessivamente del 18%, ma senza mai andare a impensierire i colossi della Ncaa.
Ma quali sono questi colossi? In cima c’è Louisville, che nonostante i recenti scandali, mantiene la testa del gruppo con un fatturato di 52 milioni di euro e utili per oltre 30 milioni. Per capirci, i Cardinals fanno più utili di almeno 6 franchigie Nba (qui i dati completi sulle squadre della Lega) tra cui a titolo d’esempio i Cleveland Cavaliers, gli Oklahoma City Thunder o i Milwaukee Bucks.
Le prime 10 università
College | Conference | Ricavi (in mln dollari) | Utili (in mln dollari) | |
1 | Louisville | ACC | 52 | 30.4 |
2 | Kentucky | SEC | 49.4 | 22.9 |
3 | Indiana | Big Ten | 35.5 | 21 |
4 | Duke | ACC | 33.1 | 14 |
5 | Kansas | Big 12 | 32.2 | 18.5 |
6 | Ohio State | Big Ten | 29 | 14.9 |
7 | Syracuse | ACC | 28.5 | 15 |
8 | Arizona | Pac 12 | 26.9 | 14.2 |
9 | Illinois | Big Ten | 25.8 | 12.8 |
10 | Wisconsin | Big Ten | 25.5 | 14.6 |
Qui di seguito invece mettiamo come mediamente è spartita la ripartizione dei ricavi per i college
Come si può notare una fetta consistente degli incassi deriva dalle donazioni degli ex alunni, ossia l’aspetto che rende Louisville così performante rispetto agli altri grandi atenei. L’università infatti ha un programma di football debole (quest’anno record 2-10 e 0-8 in conference) e ha un programma cestistico in piena rifondazione dopo il licenziamento di coach Rick Pitino, anche se probabilmente parteciperà alla March Madness 2019. Risultati quindi non brillanti, ma che non limitano i contributi da parte degli ex alunni, che spingono i Cardinals al top della Ncaa. Altro aspetto importante, la March Madness porta soldi “indirettamente”, ma non direttamente. La squadra campione Ncaa riceve infatti dalla Ncaa 8,8 milioni di dollari, soldi che vengono spalmati sui 6 anni successivi e divisi con le altre squadre della propria conference. L’ultimo grafico mostra ad esempio quanto un viaggio alla Final Four comporti per una conference e quanto le 10 migliori università del 2018 hanno generato.