Tre anni fa, Loyola-Chicago chiudeva in semifinale una delle più belle cavalcate mai viste al Torneo Ncaa. Sconfitta da Michigan, il senior Ben Richardson camminava in lacrime verso gli spogliatoi, circondato da telecamere, fotografi e giornalisti. Coach Porter Moser era accanto a lui, con la mano sulla sua spalla: “Tieni la testa alta, perché hai cambiato la direzione di questo programma”. Aveva ragione. Da allora, i Ramblers hanno collezionato altri due titoli di stagione regolare nella Missouri Valley e un torneo di conference in finale con la rivelazione di quest’anno della MVC, ossia Drake. Soprattutto, Loyola è una delle formazioni più temibili di questa March Madness ed è più forte di quella Cenerentola del 2018.
Fra protagonisti di quella impresa nel frattempo diventati veterani (Cameron Krutwig, Lucas Williamson) e transfer scelti in modo avveduto (Aher Uguak, Braden Norris, Keith Clemons), Moser ha messo insieme una banda la cui amalgama rasenta la perfezione, specie in difesa.
La squadra è #9 per eFG% in Division I (56.3) e #16 per percentuali al ferro (67.5), oltretutto rientrando ampiamente in Top 50 per frequenza di conclusioni in area. Passando dall’attacco alla difesa, i numeri da buoni diventano impressionanti. Loyola ha infatti la miglior difesa dell’intera Ncaa per Adjusted Efficiency su KenPom (86.4) grazie a idee-guida ben delineate e condivise, alta intensità e comunicazione costante. I già citati Williamson e Uguak fanno la parte del leone in qualità di difensori versatili e ostici sui cambi: la loro efficacia si moltiplica, poi, ritrovandosi calati in un contesto in cui l’attenzione off-the-ball è massima e si negano sistematicamente opzioni semplici all’avversario, spesso costringendolo a prendere tiri difficili o a farsi morire il pallone in mano.

Loyola-Chicago col trofeo della MVC vinto in finale contro Drake
Quintetto
G – Braden Norris
8.1 PTS, 2.9 REB, 2.9 AST
G – Keith Clemons
7.4 PTS, 1.5 REB, 1.5 AST
F – Lucas Williamson
8.2 PTS, 3.8 REB, 2.1 AST
F – Aher Uguak
7.6 PTS, 4.1 REB, 1.3 AST
C – Cameron Krutwig
15.0 PTS, 6.7 REB, 3.0 AST
Giocatori chiave
A Loyola tutti portano acqua al mulino (sono in sei a stare fra i 7.0 e gli 8.2 punti di media), ma se parliamo di giocatori assolutamente imprescindibili, il cerchio finisce per stringersi attorno un solo nome, quello di Krutwig. Primo in squadra per punti (15.0), rimbalzi (6.7), assist (3.0), stoppate (1.2) e secondo per recuperi (1.1), è il centro di gravità (se scorgete una battuta qui, è involontaria) dell’attacco e ha un soprannome spuntato fuori di recente (Jokic della Missouri Valley) che potrebbe prendere piede e che di sicuro ha un suo senso.
È lui infatti che fa sconquassi in area col suo eccellente repertorio di post basso e con la sua alta affidabilità come rollante, che attira facilmente raddoppi e che li punisce con efficacia e fantasia rari fra i pari ruolo della Ncaa. Il suo 26.8 di Assist Rate lo pone (di poco) fuori dalla Top 100 di KenPom, ma occorre ricordare che fra quei cento ci sono soltanto due lunghi (Neal Quinn di Lafayette e Ahsan Asadullah di Lipscomb, altro nostro mid-major hero).