La mid-major che tremare il mondo fa. O almeno dovrebbe. Winthrop è reduce da una stagione assolutamente dominante (record 23-1) ed è una formazione costruita in maniera diversa da tutte le altre.
Gli Eagles hanno undici uomini realmente in rotazione (11.1 minuti di media per quello meno impiegato), alcuni che possono coprire più posizioni (il reggiano Micheal Anumba, per esempio, difensore ottimo e versatile) e i due migliori realizzatori della squadra – Chandler Vaudrin e Adonis Arms – provengono dalla Division II, vere e proprie perle pescate da un coach intelligente e poco ortodosso qual è Pat Kelsey.
Winthrop non conosce egoismi e schiera continuamente forze fresche in campo. I ritmi imposti sono sempre molto alti (#11 in D-I per Adjusted Tempo su KenPom) e il fatturato a rimbalzo è notevole su entrambe le metà campo (avere una PG di 2 metri aiuta abbastanza in tal senso).
Con più giocatori capaci di essere protagonisti in attacco e tante seconde opportunità create, il momento buono per azzannare l’avversario arriva sempre. Winthrop magari sonnecchia, magari soffre, prende qualche tiro sconsigliabile e dà l’impressione di non farcela: poi però arriva il momento della gara in cui gli astri si allineano e, quasi dal nulla, viene giù il parziale che ammazza la partita. È questo che rende gli Eagles unici e pericolosi come forse nessun altra squadra proveniente dalle conference minori.
Quintetto
G – Chandler Vaudrin
12.2 PTS, 7.2 REB, 6.9 AST
G – Kyle Zunic
4.9 PTS, 2.8 REB, 1.5 AST
G – Charles Falden
10.1 PTS, 3.2 REB, 0.8 STL
G – Micheal Anumba
6.4 PTS, 4.0 REB, 1.0 AST
C – D.J. Burns
10.0 PTS, 3.3 REB, 0.6 STL
Giocatori chiave
Primo per punti, rimbalzi, assist e recuperi in squadra. E se glielo chiedete gentilmente, forse vi ramazza casa. È da tempo un nostro mid-major hero: quattro triple doppie in due anni di Division I (tre in questa stagione), la taglia ottima per il suo ruolo gli permette di presidiare i propri tabelloni e, quindi, far ripartire l’azione in un amen, magari illuminando la scena con qualche super passaggio dei suoi. Non è mai stato un cecchino né un giocatore affidabile a cronometro fermo, però è andato migliorando quest’anno (37.5% da tre, 69.6% ai liberi).
- ADONIS ARMS – Sr. – SF – 198 cm, 93 kg
Un nome sublime e calzante: braccia di Adone non fa mancare giocate ad alta quota e, anche se parte sempre dalla panchina, è spesso quello che in attacco fa più danni, coi suoi 10.5 punti di media in appena 17.4 minuti. È davvero l’emblema di questa Winthrop di mille soldati che si danno il cambio e che, prima o poi, trovano il modo di metterti in ginocchio.
- D.J. BURNS – R-So. – C – 206 cm, 125 kg
La sua croce è quella di avere difficoltà oggettive nel gestire il peso ma, quando finalmente trova la forma, è devastante nel raggio di 3-4 metri dal canestro, grazie a quel dolcissimo paio di mani (addirittura 11/12 al tiro nella finale della Big South, in appena 21 minuti di gioco).