Gli Eagles hanno undici uomini realmente in rotazione (11.1 minuti di media per quello meno impiegato), alcuni che possono coprire più posizioni (il reggiano Micheal Anumba, per esempio, difensore ottimo e versatile) e i due migliori realizzatori della squadra – Chandler Vaudrin e Adonis Arms – provengono dalla Division II, vere e proprie perle pescate da un coach intelligente e poco ortodosso qual è Pat Kelsey.
Winthrop non conosce egoismi e schiera continuamente forze fresche in campo. I ritmi imposti sono sempre molto alti (#11 in D-I per Adjusted Tempo su KenPom) e il fatturato a rimbalzo è notevole su entrambe le metà campo (avere una PG di 2 metri aiuta abbastanza in tal senso).
Con più giocatori capaci di essere protagonisti in attacco e tante seconde opportunità create, il momento buono per azzannare l’avversario arriva sempre. Winthrop magari sonnecchia, magari soffre, prende qualche tiro sconsigliabile e dà l’impressione di non farcela: poi però arriva il momento della gara in cui gli astri si allineano e, quasi dal nulla, viene giù il parziale che ammazza la partita. È questo che rende gli Eagles unici e pericolosi come forse nessun altra squadra proveniente dalle conference minori.

Chandler Vaudrin, Micheal Anumba e Josh Corbin festeggiano il titolo vinto al torneo della Big South
Quintetto
G – Chandler Vaudrin
12.2 PTS, 7.2 REB, 6.9 AST
G – Kyle Zunic
4.9 PTS, 2.8 REB, 1.5 AST
G – Charles Falden
10.1 PTS, 3.2 REB, 0.8 STL
G – Micheal Anumba
6.4 PTS, 4.0 REB, 1.0 AST
C – D.J. Burns
10.0 PTS, 3.3 REB, 0.6 STL
Giocatori chiave
Primo per punti, rimbalzi, assist e recuperi in squadra. E se glielo chiedete gentilmente, forse vi ramazza casa. È da tempo un nostro mid-major hero: quattro triple doppie in due anni di Division I (tre in questa stagione), la taglia ottima per il suo ruolo gli permette di presidiare i propri tabelloni e, quindi, far ripartire l’azione in un amen, magari illuminando la scena con qualche super passaggio dei suoi. Non è mai stato un cecchino né un giocatore affidabile a cronometro fermo, però è andato migliorando quest’anno (37.5% da tre, 69.6% ai liberi).
- ADONIS ARMS – Sr. – SF – 198 cm, 93 kg
Un nome sublime e calzante: braccia di Adone non fa mancare giocate ad alta quota e, anche se parte sempre dalla panchina, è spesso quello che in attacco fa più danni, coi suoi 10.5 punti di media in appena 17.4 minuti. È davvero l’emblema di questa Winthrop di mille soldati che si danno il cambio e che, prima o poi, trovano il modo di metterti in ginocchio.
- D.J. BURNS – R-So. – C – 206 cm, 125 kg
La sua croce è quella di avere difficoltà oggettive nel gestire il peso ma, quando finalmente trova la forma, è devastante nel raggio di 3-4 metri dal canestro, grazie a quel dolcissimo paio di mani (addirittura 11/12 al tiro nella finale della Big South, in appena 21 minuti di gioco).