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MM 2022 | #16 Georgia State Panthers

Autore: Paolo Mutarelli
Data: 14 Mar, 2021

La squadra

Quarta apparizione alla March Madness nelle ultime sei giocate, coach Bob Lainer è riuscito a non far rimpiangere l’addio del coach più vincente della storia dell’ateneo, Ron Hunter. In tre anni l’ex assistente di Billy Donovan e Rick Barnes ha riportato Georgia State al torneo al termine di una stagione complicata per i Panthers. Tra dicembre e gennaio ha dovuto sospendere gli allenamenti per via di un focolaio di Covid che ha costretto ad aprire la stagione in Sun Belt con quattro sconfitte e quattro partite annullate. Da lì 9 vittorie in 10 partite e l’abilità al torneo di conference di riempire il vuoto lasciato dalla No.1 Texas State, beffata da #8 Louisiana.

Una squadra fondata su talenti di casa (ben sette vengono dallo stato della Georgia) e sulla difesa arcigna a tutto campo. Palle rubate (1/a per TO% forzate) e pressione sul portatore di palla grazie agli esterni molto fastidiosi (quattro sopra il 2.7 di Stl%), ma anche una struttura a metà campo aggressiva, grazie alla mobilità del centro congolese Eliel Nsoseme e di un finto lungo come Ja’Heim Hudson, e fisica grazie alla presenza sempre di due lunghi in campo.

L’attacco, invece, è un pozzo di tristezza e desolazione. Georgia State attenta alla resistenza dei ferri con una scarsissima precisione al tiro che li porta ad essere nelle ultime quindici in Division I per percentuale da due ed efficienza al tiro. Il fattore positivo dei tanti errori dei Panthers è che il reparto lunghi ha un’ottima capacità di raccattare rimbalzi (44° in nazione) e i secondi possessi rappresentano la più redditizia fonte di gioco dopo lo schema principale di palla a Corey Allen e gli altri guardano.

Giocatori chiave

Corey Allen – Sr. – PG – 185 cm – 92 kg

Guardia classe 1998 al sesto anno, è la fonte principale dell’attacco di Georgia State. Non è un ventellista fisso, ma senza di lui i Panthers non saprebbero come creare gioco. Alterna triple dal palleggio a zingarate al ferro con le quali fa collassare le difese avversarie, lancia i compagni in transizione e porta in campo un po’ di tutto, dai rimbalzi alle palle rubate. Difficile ipotizzare un upset dei Panthers, ma da lui passano quelle poche speranze.

Kane Williams – Sr – SF – 190 cm – 93 kg

Nel 2015, RJ Hunter regalò il più grande successo della storia dell’università con quel game winner contro Baylor. Kane Williams la stava guardando in classe mentre seguiva la lezione di spagnolo. Sette anni dopo ha riportato lui i Panthers al torneo grazie alla sua fisicità e aggressività nella difesa a tutto campo. Insieme a Nelson Philips, è il miglior ruba palloni della squadra e un playmaker occulto che aiuta Allen a creare gioco in attacco.

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