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March Madness 2024 fra snobbate e big in pericolo

Autore: Riccardo De Angelis
Data: 18 Mar, 2024

Finalmente è qui: il tabellone della March Madness 2024. Il comitato del Selection Sunday non ha mancato di suscitare borbottii quest’anno: passiamo in rassegna chi è stato snobbato e quali sono i match-up più interessanti all’orizzonte.

 

Scelte controverse

Il lavoro del Comitato, mai semplice, quest’anno si è confrontato con vette altissime di difficoltà, vista la parità generale in una bubble ampia e la raffica di ladre di bid che ha sconvolto i piani durante la Champ Week appena passata. Ecco, ora che abbiamo dato atto del quadro complesso, possiamo passare alla parte in cui diciamo quello che un po’ tutti pensano, ovvero che il lavoro fatto è stato orrendo. Parecchie le cose da criticare, ma per dovere di brevità ci limitiamo alle due più eclatanti.

La Big East è la seconda conference più forte dell’intera Division I secondo i numeri di KenPom e manda dunque alla March Madness tre squadre con seed molto alto (UConn, Marquette e Creighton). Ma solo quelle. Tre – ripetiamo: tre – contro le quattro della morente Pac-12 (sesta conference di KenPom) o le ben otto della SEC (quarta conference, manda due squadre in più anche della Big Ten che è terza). Qualcuno può spiegarci che fine hanno fatto le quality wins delle varie Seton Hall, St. John’s e Providence?

Una grafica che rappresenta la disparità fra le bid proiettate in base alla forza delle singole conference e quelle assegnate poi dal comitato del Selection Sunday (via Lukas Harkins)

Non potevamo farci mancare la piccola che viene snobbata, ma quest’anno ci siamo superati. Indiana State è infatti la squadra col piazzamento più alto nel NET ad essere esclusa sin da quando la NCAA ha istituito questo metric di supporto alle scelte del Comitato. Una mid-major alla #29 in quel ranking evidentemente non può nulla quando c’è da fare spazio, per dire, a una Virginia (#54) che in tutto l’anno ha vinto solo una volta con una Top 30 di KenPom (a inizio novembre, oltretutto). Indiana State non ha una vittoria di quel rango in bacheca, vero, ma semplicemente perché le mid-major hanno molte meno possibilità di disputare incontri di quel tipo. Oltretutto, la qualità del loro record stagionale (28-6) è paragonabile al risultato che ci si aspetterebbe da un top team di una high-major alle prese con lo stesso calendario, come evidenziato qui sotto.

 

East Region

UConn si presenta alla March Madness come favorita principale per la vittoria finale e, salvo brutte sorprese, dovrebbe divertirsi e far divertire parecchio nei primi turni giocando a due passi da casa, a Boston. Sopravvivere alla prima settimana è ovviamente alla portata: Stetson può segnare a raffica ma anche facilmente venir travolta, dopodiché sia FAU che Northwestern non sembrano avere la scintilla necessaria per fare il colpo. Passati i primi due ostacoli, comincia il bello per gli Huskies: sia Auburn che San Diego State sono infatti in grado di offrire sfide interessanti nelle Sweet 16.

Nell’altra metà del tabellone fa capolino lo spauracchio Iowa State, #2 che è la più grande sorpresa di questa stagione e che può mettere in crisi qualsiasi attacco. Una nemesi perfetta per UConn, casomai dovessero incontrarsi alle Elite Eight, e ancor più per la #3 Illinois, che arriva al Torneo da campione della Big Ten dopo aver rifilato un totale di 191 punti a Wisconsin e Nebraska. Allarmi-upset al primo turno: #10 Drake contro Washington State e #12 UAB contro la già citata SDSU.

 

South Region

Houston arriva al Torneo da #1 e probabilmente lo fa nello stato d’animo più malaugurato per le avversarie: infatti i Cougars non solo hanno perso, ma straperso la finale della Big 12. Un evento rarissimo che dovrebbe scatenare la loro furia nelle prossime gare.

Per la #3 Kentucky, la strada verso le Sweet 16 sembra – sottolineiamo, sembra – relativamente agevole, ma può davvero andare più lontano di così, con una difesa colabrodo e la possibilità alta d’incrociare Marquette? Quest’ultima è una #2 già tosta di suo, forse persino proibitiva per UK se Tyler Kolek dovesse tornare in condizioni fisiche decenti.

Nessuno, sulla carta, convince tanto quanto le due top seed: Duke infatti viene da due crolli consecutivi con rivali di stato e nemmeno il miglior Kyle Filipowski l’ha potuta salvare. Wisconsin è in un buon momento, ma ha la sfortuna di beccare quella che è forse la più pericolosa #12 di questa March Madness, ovvero James Madison, 31 vittorie in 34 gare e una sola sconfitta “brutta”, capitata a inizio gennaio.

 

Midwest Region

Si gioca a Detroit e cinque ore di macchina non sono nulla per la gente dell’Indiana: aspettatevi dunque un tifo bello acceso per la #1 Purdue, che si presenta col giocatore più dominante di tutti, Zach Edey, e la missione precisa di far dimenticare le débâcle degli ultimi tre anni. Non sarà facile: Montana State e Grambling magari non sono le peggiori #16 da incontrare, ma Utah State è in grado di fare grandi cose in questo Torneo (e in alternativa, anche TCU è da prendere con le molle).

E questo è solo l’inizio, perché in questo tabellone le squadre da Final Four abbondano. Vero, Kansas è appesa a un filo viste le condizioni di Kevin McCullar e Hunter Dickinson, ma Tennessee (per una volta valida non solo in difesa), Creighton (unica capace di fare lo scalpo a UConn negli ultimi 3 mesi), Gonzaga (Ryan Nembhard è bello pimpante di recente) e South Carolina (una grande sorpresa di quest’anno, vale più di una #6) hanno tutte legittime speranze di andare lontano. E per non farci mancare nulla, nel mix metteteci pure una mid che per molti sa di upset: la McNeese del bandito Will Wade, 30 vittorie in 33 gare quest’anno.

 

West Region

North Carolina è la #1 qui ma, passato il primo turno, il suo percorso verso la Final Four appare potenzialmente più accidentato di quello della #2 Arizona.

Sia Mississippi State che Michigan State infatti saranno una gran gatta da pelare e nelle Sweet 16 potrebbe trovare un attacco fenomenale come quello di Alabama (che però corre un discreto rischio-upset con Charleston) o peggio ancora l’ultra-solida Saint Mary’s, squadra che è molto probabilmente la #5 più forte di questa March Madness.

Sia ben chiaro, anche i già citati Wildcats dovranno fare attenzione: al secondo turno, per esempio, Nevada potrebbe (e dovrebbe) essere anche più pericolosa di una Dayton che durante l’ultimo mese e mezzo ha faticato tantissimo lontano da casa.

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