Due upset scuotono la West Region e, per una volta, Alabama e Clemson si sfideranno con una grande posta in palio su un campo da basket anziché su uno da football. Intanto UConn continua a fare danni nella East Region e nelle Elite Eight troverà l’attacco d’Illinois anziché la (più temibile) difesa di Iowa State. Il recap della prima giornata di Sweet 16.
West Region
Clemson è troppo lucida per Arizona – È metà ripresa, Arizona si è rifatta sotto con pazienza e Clemson sembra poter perdere l’inerzia della gara da un momento all’altro. L’attacco dei Tigers stagna, ma ecco che si apre uno spiraglio per una tripla aperta, complice un closeout poco tempestivo del pesante Oumar Ballo: Ian Schieffelin lancia la parabola e insacca di tabella con 5 secondi sul cronometro dell’azione.
Una buona fotografia di una Clemson per la quale tutto ha girato bene dall’inizio alla fine, con un pizzico di fortuna che non guasta mai, ma soprattutto con grandissime dosi di disciplina e cinismo. Trova canestri da un po’ tutte le mattonelle, nel finale si fa beffe della difesa avversaria con tagli che non trovano opposizione, per tutto il tempo costringe UofA ad abbassare i ritmi in attacco e la sfida dall’arco, ringraziandola per il 5/28 da tre (0/9 di Caleb Love) che di fatto ha deciso una gara altrimenti “stravinta” da Arizona sotto aspetti che, in genere, conducono al successo, ovvero i rimbalzi offensivi (17-6 il computo in suo favore) e i viaggi in lunetta (25 liberi tentati contro 16).
77-72 il risultato finale per la squadra di Brad Brownell. Concreta da morire e conta sempre su buoni contributi da tutti e otto i suoi uomini in rotazione: magari non fa brillare gli occhi, ma sta probabilmente giocando la seconda migliore pallacanestro di questa March Madness.
Buongiorno Grant Nelson, buonanotte RJ Davis – Se la partita è elettrizzante, è facile che la vinca Alabama. E così è stato contro North Carolina, anche se di facile non c’è stato molto: 89-87 il risultato finale di un match dai ritmi sostenuti e in cui i Crimson Tide hanno brillato maggiormente in quanto a percentuali al tiro (47.8% contro 38.5%), grazie alla buona giornata realizzativa di Aaron Estrada, Rylan Griffen (19 punti a testa), Mark Sears (18) e soprattutto Grant Nelson, lo spaventapasseri del North Dakota che aveva visto calare il proprio draft stock quest’anno in quel di Tuscaloosa, ma che ha deciso di sfoderare la partita migliore della propria carriera sotto i riflettori delle Sweet 16.
24 punti, 12 rimbalzi, 5 stoppate e una serie allucinante di giocate clutch negli ultimi 37 secondi: canestro con libero aggiuntivo per il +2 Alabama, poi due possessi difensivi consecutivi in cui ha annullato RJ Davis, poi ancora due liberi a segno per il momentaneo +4 con 8 secondi da giocare. Nell’ultimissimo viaggio in lunetta ha fatto 0/2, ma rimediando con una stoppata sul tiro della disperazione a tutto campo di Harrison Ingram.
Per North Carolina, tanto rammarico e qualche perplessità, come i pochi minuti concessi a Elliot Cadeau e Seth Trimble: coach Hubert Davis ha preferito puntare su Paxson Wojcik nella ripresa per allargare il campo con un tiratore più pericoloso, nonostante il primo abbia chiuso con un onesto 2/5 da tre e il secondo con un 2/2. L’amarezza più grande però resta nel vedere Armando Bacot battagliare inutilmente (19 punti e 12 rimbalzi) nell’ultima gara della sua carriera e RJ Davis faticare in una maniera mai vista quest’anno. Ha segnato 14 dei suoi 16 punti nella ripresa, vero, ma la sua rimane una prestazione deludente: 4/11 da due e 0/9 da tre, imitando così il suo ex compagno Caleb Love sceso in campo poco prima di lui.
East Region
UConn sul velluto – Sono le Sweet 16 quindi non si può non parlare di una partita, anche se la sfida tra UConn e San Diego State (rematch della finale dello scorso anno) ha confermato quello che molti si aspettavano alla vigilia: più che una partita è stata una parata per gli Huskies. La gara è durata giusto qualche minuto e ha mostrato, oltre alle capacità in attacco, anche la forza difensiva di Connecticut. Cam Spencer, normalmente il più in ombra del quintetto base, ha portato a spasso gli avversari (18 punti) mentre Tristen Newton e Stephon Castle (33 punti in due) hanno punito quando c’era da punire. Per gli Aztecs troppo solo Jaedon LeDee, che ha chiuso con 18 punti e 8 rimbalzi arginando anche Donovan Clingan. Losing effort.
Illinois prevale in una sfida tosta – Una battaglia fino alla fine, tra botte sotto canestro, rimbalzi strappati, tuffi in campo, tanti falli, tanti tiri liberi sbagliati e molte triple tentate. Alla fine la sfida tra un grande attacco come quello di Illinois e la migliore difesa del college espressa da Iowa State ha premiato i Fighting Illini. Un bel esempio di match di alto livello nella NCAA, quella considerata da molti esperti la partita più equilibrata del turno ha rispettato i pronostici. Alla fine ha vinto meritatamente Illinois, che ha guidato per tutta la gara, mentre i Cyclones sono rimasti in partita con le unghie e coi denti (e con le triple di Curtis Jones, 26 punti alla fine per lui).
Protagonista del match si è confermato uno e uno solo: Terrence Shannon Jr. che ha chiuso con 29 punti mettendo subito Illinois sui binari giusti, impedendo a Iowa State di imporre la sua difesa aggressiva e chiudendo con canestri e liberi cruciali. In fondo, l’unico vero parziale dei Cyclones ha coinciso con i minuti in panchina per 4 falli di Shannon. Marcus Domask (7 punti) ha invece mostrato tutti i limiti di un giocatore poco abituato a questi livelli. Ha patito la fisicità degli avversari e perso qualche pallone di troppo (4 alla fine). Iowa State non è riuscita a capitalizzare il tremendo 15/29 di Illinois dalla lunetta e ha pagato la serata complessa di Tamin Lipsey e soprattutto del freshman Momcilovic, fermo a 1 punto contro la media di 11. Adesso toccherà a Illinois impensierire la corazzata Connecticut.