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Marcus Sasser: passato, presente e futuro di Houston

Autore: Paolo Mutarelli
Data: 15 Dic, 2022

Più di 1000 punti segnati, una Final Four, diversi titoli dell’AAC e qualche manciata di onorificenze individuali. Marcus Sasser è già passato e presente di Houston e del college basketball. Per essere anche futuro, gli manca il titolo nazionale, sfuggitogli personalmente nel 2021 e ai Cougars nel corso della loro storia. Quest’anno sono tra i candidati più credibili e lo sono diventati soprattutto grazie al percorso del suo senior.

A capo del sistema Houston

Marcus Sasser è la prova vivente che il sistema Houston funziona: la storia di ogni Cougar parte dalla panchina, dietro e sotto l’egida di una guardia più esperta. A lui è capitato Quentin Grimes, diventato il suo gym bro durante l’anno da freshmen. L’anno dopo, è diventato a sua volta mentore di quel Tramon Mark che l’ha sostituito dopo l’infortunio al piede. Ora, entrambi, stanno svezzando i freshmen Terrence Arcenaux e Emanuel Sharp che li sostituiranno nei prossimi anni. La filosofia del “next man up” ha funzionato così tanto negli anni che coach Kelvin Sampson ora si ritrova con un backcourt profondo e in grado di assorbire eventuali infortuni.

Sampson definisce Sasser “un giocatore speciale”. Forte del suo palleggio potente e creativo, è in grado di colpire una difesa in diversi modi. L’opzione preferita è andare a canestro dove riesce a chiudere con fantasia, forza e precisione: il 70.6% al ferro sarebbe una statistica irreale per un Zach Edey, figuriamoci per una guardia di 191 cm come lui. Ciò costringe le difese a due cose: cercare di negargli ogni ricezione possibile oppure cercare di intasare l’area e togliergli quest’opzione.

 

Coach Sampson chiede a Sasser di condividere il pallone e non oscurare il talento di Jamal Shead e di Tramon Mark. Non a caso, della Top 10 per il National Player of the Year di KenPom solo Jalen Pickett di Penn State e Drew Timme hanno un Usage inferiore del suo 28.4%. Spesso viene usato come esca, liberando così il miglior difensore avversario e lasciando le altre due guardie a creare gioco.

Una cosa che ho imparato in Nba è che se hai due guardie che possono giocare un pick and roll su entrambi i lati nello stesso possessi diventi complicato da difendere”, ha detto il coach di Houston. Infatti Sasser è un ottimo passatore capace di trovare i compagni anche in spazio molto stretti. Il suo Ast% non è altissimo (17.8%), anche perché spesso si muove senza palla e lascia creare a Jamal Shead (Ast% di 30.0).

 

Per risolvere il secondo caso, invece Sasser ha sviluppato uno stepback mortifero che, al momento, non sta andando. Il 43.7% dello scorso anno è crollato a 30.6% su un volume piuttosto alto di tiro (erano 8.6 a partita, ora 6.5). Questo frena un po’ attacco di Houston, non ai livelli degli scorsi anni, e l’efficienza di Sasser, scesa al 55% di True Shooting. In più, nelle ultime settimane, è aumentata la fisicità delle difese nei suoi confronti: la contusione alla spalla e un grosso taglio al sopracciglio ne sono la testimonianza.

Un miglio alla volta

Per mantenere un livello di forma fisica eccellente, ogni venerdì i Cougars corrono a gas spalancato per un miglio, ovvero quattro giri di campo. Al suo primo anno, Marcus Sasser boccheggiava a metà percorso e coach Kelvin Sampson non lo credeva in grado di completare la sfida. In adolescenza Sasser non ha fatto tante miglia: ha evitato i grandi eventi di AAU, è rimasto a casa, accudito dalla famiglia piena di leggende del basket texano. A Houston si sono sfregati le mani quando hanno trovato un talento come il suo.

Houston è da anni una delle migliori difese della nazione. Gli avversari si trovano davanti un muro fatto di rotazioni sincronizzate, braccia lunghe e atletismo. Oltre l’attacco, Marcus Sasser è tutto questo: una guardia con 201 cm di apertura alare che fa da prima linea in una difesa che può anche contare su finti lunghi con dei razzi al posto dei quadricipiti. Il tutto condito con una preparazione fisica militare. Non sarà il nuovo Desmond Bane ma nel nostro ultimo Super Mock Draft è alla numero 23 e lo scorso anno, dopo mesi di infortunio, stupì tutti al G League Camp.

Houston non ha mai vinto il titolo, né quando Elvin Hayes sfidava la UCLA di John Wooden nella “Partita del Secolo”, né quando la Phi Slama Jama di Hakeem Olawujon e Clyde Drexler dominava la Division I. Nel 2021 il sogno s’è infranto con la prova di forza di Baylor in semifinale. Secondo Kelvin Sampson il giro più tosto della “Four Lap Challenge”, la corsa del miglio del venerdì, è il terzo. Per superarlo, c’è bisogno di resistenza, di una nuova attitudine. Sasser ha scoperto di essere un giocatore migliore quando l’ha superata. Houston, per arrivare dove non è mai arrivata, dovrà farlo in questa stagione.

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