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McCormack re di Kansas, Bacot guerriero

David McCormack - Kansas
Autore: Raffaele Fante
Data: 5 Apr, 2022

Ci sono voluti 82 tornei Ncaa per vedere una rimonta del genere: Kansas ha recuperato uno svantaggio di 16 punti (38-22 dopo 18′) come mai nessuno era riuscito a fare in finale e Bill Self ha così vinto il suo secondo titolo. Grazie a Ochai Agbaji che ha vinto il premio di miglior giocatore delle Finali? Non scherziamo, gli americani a volte stabiliscono in anticipo chi deve vincere qualcosa. Il giocatore chiave dei Jayhawks alle Final Four è stato David McCormack, che ha lottato contro un guerriero come Armando Bacot. Ha deluso invece Caleb Love, unico vero protagonista mancato della finale.

Un solo Mvp

“If I really had a most outstanding player throughout the entire Final Four it would be David”. Grazie Ochai, ce n’eravamo accorti tutti tranne quei geni che hanno dato a te il premio di Mop delle Final Four. Il senior di origini nigeriane sa bene che i suoi 4 punti del secondo tempo con tanti errori dalla lunetta non sono stati di certo decisivi per la rimonta. Il solo e pacifico Mvp sia della partita contro Villanova che di quella contro North Carolina è stato David McCormack, che è stato l’unico a mantenere il sorriso all’intervallo. Non perché è stupido ma perché aveva più fiducia di tutti. E lo ha dimostrato sul campo: ha iniziato il secondo tempo con una schiacciata e lo ha chiuso con i due canestri negli ultimi 100 secondi che hanno dato il titolo a Kansas.

 

E non tutte le doppie-doppie valgono nello stesso modo: la sua da 15-10 è stata realizzata contro un guerriero come Armando Bacot che, dopo aver dominato il primo tempo con 12 punti e 10 rimbalzi, ha chiuso il secondo con 3+5 per evidente esaurimento delle forze impiegate nella lotta sotto canestro contro McCormack. E così Kansas ha vinto pur avendo clamorosamente perso 55-35 a rimbalzo.

Where is (the) Love?

Nel secondo tempo contro UCLA ha segnato 27 dei 30 punti messi a referto. Nel secondo tempo contro Duke, ne ha messi 22 su 28. Quando ha segnato i primi 5 punti di North Carolina nel secondo tempo contro Kansas, ecco che tutti han pensato: ‘è arrivato anche stavolta, la chiude lui’. Sbagliato, questa volta non ha chiuso proprio niente e ha sbagliato le due triple per il pareggio nei secondi finali.

 

In una squadra in cui tutti han lottato fino alla fine, lui è stato il più confusionario e il meno attento in difesa, complice anche un problema alla caviglia. Non basta il lay up per il -1 a salvarlo, perché con 5/24 e 4 palle perse ha fatto più danni che altro. E’ stato comunque un gran Torneo per il sophomore di Hubert Davis che non può non essere tornato sui taccuini degli scout Nba: talento ne ha a palate, manca giusto un giro di vite alla testa per farne un giocatore buono anche per il piano di sopra.

La banda di Bill Self

Alla fine è quasi sempre così: in finale ci vanno le università che giocano più da squadra e che, a prescindere dal talento, riescono ad avere qualcosa da tanti protagonisti diversi. Molto simili in questo Kansas e North Carolina, con 5 giocatori per parte in doppia cifra, ma la rimonta dei Jayhawks è stata frutto di uno sforzo corale in cui è stato importante anche chi ha segnato solo due punti come DaJuan Harris.

Kansas ha segnato 25 punti nel primo tempo, 31 nei primi 10′ del secondo, prendendo fuoco esattamente come aveva fatto contro Miami. Gambe molto più basse in difesa e punti da tutti gli attaccanti a disposizione di Bill Self: prima Christian Braun e Jalen Wilson e poi Remy Martin sono i tre giocatori che hanno dato una svolta all’efficienza offensiva della squadra

 

E’ stato quindi uno sforzo collettivo e non poteva essere altrimenti, vista poi la scarsa vena del miglior attaccante di Bill Self, cioè appunto Ochai Agbaji. Tutti ci hanno messo del loro, e alla fine North Carolina non ha avuto più forze per inseguirli tutti.

Il fratello nascosto

Il protagonista del tutto inatteso della Finale, che ha dato a Hubert Davis un apporto dalla panchina che nessuno pensava potesse avere, è Puff Johnson, fratello di Cameron cioè dell’ala dei Phoenix Suns, prima scelta di Minnesota nel 2019 al termine della sua carriera collegiale ovviamente con North Carolina.

Al suo secondo anno, Puff è stato seminascosto in panchina per tutta la stagione, giocando briciole di partite qua e là e segnando 3 punti di media. Nessuno si aspettava quindi che potesse essere lui il giocatore che tentasse di respingere gli assalti di Kansas e, invece, con 7 punti consecutivi a metà del secondo tempo è diventato l’attaccante in più dei Tar Heels. Uno sforzo che ha pagato così tanto dal punto di vista fisico che ha praticamente vomitato in campo ed è tornato in panchina tenendosi lo stomaco.

I suoi 11 punti finali non sono bastati per vincere il titolo, ma North Carolina ha trovato sicuramente un giocatore su cui puntare l’anno prossimo. E chissà che non possa diventare forte come il fratello.

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