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Mohamed Bamba, wingspan e molto altro

Mohamed Bamba (Texas)
Autore: Isabella Agostinelli
Data: 24 Lug, 2017

Sarà il giocatore con la più grande apertura di braccia della storia della NBA. Tutti vogliono assistere alla sua ascesa e nessuno vuole perdersene un secondo. Ed è anche per questo che si è parlato molto della sua “indecisione” al momento di scegliere il college.

Vi abbiamo parlato della nuova Texas ma Mohamed Bamba è un personaggio che merita un capitolo a parte. Il centro di 2 metri e 11, ha reso nota la sua attesissima scelta solo il 18 maggio, il giorno dopo il normale periodo in cui i giocatori delle high school comunicano le loro future intenzioni. A dire il vero, non era il solo dei “top recruit” ad aver preso un po’ più di tempo per decidere il suo futuro: con lui c’erano anche Kevin Knox (Kentucky), Trevon Duval (Duke) e Brian Bowen (Louisville). Ma tutte le attenzioni erano rivolte sul ragazzone nato e cresciuto ad Harlem.

E Mohamed ha letteralmente spiazzato tutti quando ha annunciato che sarebbe andato a giocare a Texas, preferendo l’università di Austin a Duke, Kentucky e Michigan. Una scelta assai strana per il nuovo “predestinato” visto che i Longhorns hanno chiuso la scorsa stagione con un misero 11-22. Così come per Ben Simmons a LSU, qualcuno ha pensato non fosse particolarmente importante la scelta del college perchè nel 2018 andrà sicuro in Nba.

Bamba in mezzo ai tifosi di Duke

Bamba in mezzo ai tifosi di Duke

Ma la sua decisione è stata comunque sorprendente: in occasione del match tra Duke e Florida State, Bamba non solo era seduto dietro la panchina dei Blue Devils ma, prima di entrare negli spogliatoi con la squadra, aveva dato il cinque a tutti i giocatori, gesto che aveva fatto pensare ad un matrimonio sicuro tra le due parti. Ma non c’era solo Duke: coach Calipari era stato spesso avvistato personalmente alle partite di Bamba, senza contare la stretta amicizia che lo lega con Quade Green, guardia appena reclutata da Kentucky. Non capita poi spesso che i Wildcats si lascino sfuggire un top recruit, men che meno a favore di un’università come Texas.

La spiegazione di tale scelta è arrivata dritta dritta dal suo commitment pubblicato su “The Players Tribune” dove il giovane newyorkese ha spiegato punto per punto la sua decisione.

Innanzitutto ammette di essere stato molto indeciso, ma che la sua priorità era quella di “fare la scelta giusta”. E per fare la scelta giusta si è lasciato ispirare da un video assai popolare su YouTube (e che vanta numerosissimi rifacimenti e applicazioni) in cui il messaggio può essere riassunto con la frase “big rocks first”: nella propria vita, bisogna saper capire quali sono le proprie priorità. C’erano tante domande che affollavano la sua testa, non solo a livello cestistico, ma soprattutto famigliare: “Cosa devo fare affinché mio padre non debba lavorare in un taxi per più di 70 ore alla settimana? Come assicurarmi che mia madre (“my true rock”) non debba più preoccuparsi di me?”.

La risposta sta precisamente nelle “big rocks”, due in particolare:  innanzitutto, coach Shaka Smart che lo ha seguito e fatto crescere nel team statunitense U18; e poi la School of Business della Texas University che è uno dei migliori programmi dell’intero Paese. Un aspetto, quello accademico, che ha avuto un peso assai importante e non a caso tra le sue possibili scelte c’era anche Harvard. Assieme a questi punti fermi, Bamba cita poi tanti piccoli “sassolini” che hanno contribuito a costruire la sua scelta: “I cinque voli che collegano New York con Texas; il tempo: mentirei se non dicessi che dopo 19 anni di grigi inverni a NYC e Philadelphia non desideri un po’ di caldo; Kevin Durant, il mio idolo che ha messo un grande impegno nel Center for Sports Leadership & Innovation dell’ateneo”.

Bamba con la sua famiglia e coach Smart

Una lettera che riassume appieno l’essenza di questo giocatore: un ragazzo maturo nonostante la sua età e che ha dovuto prendere delle decisioni da adulto sin da piccolo, con tanta voglia di conoscere e che fa sempre tante domande. L’aneddoto della Sloan Sports Conference è il più citato: “Sono sempre stato interessato ad ascoltare gli esperti che ti parlano di questo gioco da varie prospettive attraverso i loro studi – ha raccontato Bamba – Abbiamo fatto un intero seminario sulla difesa sul pick and roll, ricordo di essermi alzato e di aver chiesto come quanto spiegato si potesse applicare al livello della high school. Nessuno mi ha saputo rispondere”.

A proposito di high school, prima dell’arrivo di Bamba la Westtown HS in Pennsylvania non aveva mai vinto un titolo. E non parliamo degli ultimi anni, ma proprio dalla sua fondazione avvenuta nel 1779. Con il suo arrivo, le cose sono cambiate assai velocemente e radicalmente con due titoli consecutivi negli ultimi due anni. Non a caso, nella sua ultima stagione con la maglia di Westtown, Bamba ha realizzato 14 punti, 12 rimbalzi e 8 stoppate di media a partita facendosi conoscere soprattutto per le sue doti difensive. Ma nei piani alti della NBA vedono già anche il suo potenziale offensivo. Mike Brown, ex coach dei Los Angelas Lakers e dei Cleveland Cavaliers, ha detto che gli ricorda molto Dikembe Mutombo, ma “non saltava così”.

 

Secondo i dati di DraftExpress, la sua apertura alare di quasi 2,4 metri sarà la più ampia dell’intera NBA; la sua elevazione sarebbe la seconda solo dietro a Rudy Gobert. In poche parole, dal punto di vista fisico il ragazzo ha potenzialità fisiche quasi uniche anche al piano di sopra.

Mohamed Bamba (Texas)

Il wingspan di Bamba

Quella che sarà sicuramente solo una parentesi universitaria potrebbe però essere fondamentale per il suo miglioramento tecnico. In difesa è già dominante, deve invece aggiungere movimenti dall’altra parte del campo, a partire dal tiro dal mid range che al momento non ha. Da migliorare anche la resistenza ai contatti, visto che il ragazzo è tanto lungo quanto ancora leggero, ma nel complesso non ci sono lacune evidenti nel suo gioco, grazie anche al suo IQ elevato, evidente anche in campo.

Bamba, infatti, non solo ha le giuste caratteristiche fisiche per poter sfondare, ma ha anche la giusta attitudine e la giusta dose di valori che ne potrebbero fare un vero e proprio ambasciatore di questo sport. Un esempio evidente è quello del suo impegno con l’associazione Love & Hope con la quale ha aiutato dei bambini delle zone rurali in Cina a spalare e raccogliere il carbone.

Bamba raccoglie il carbone in Cina

Bamba raccoglie il carbone in Cina

Quello che era nato come un progetto di community service richiesto dalla sua high school per ricevere il diploma, è stata una delle esperienze più significative ed interessanti che gli hanno permesso anche di entrare in contatto con un Paese che vanta più di 300 milioni di giocatori. “Mi sono sporcato le mani trasportando carbone e aiutando così le famiglie che vivono di queste risorse e di questo lavoro”,  ha spiegato nel suo diario per Slam.

Un mix di talento e maturità; un fisico dirompente con ampi margini di miglioramento tattico e tecnico. Non c’è da stupirsi se la Nba lo stia aspettando a braccia aperte. Ma prima, per almeno un anno, farà vedere il suo talento con la maglia dei Longhorns. E, viste le premesse, sicuramente Bamba lascerà il suo segno anche in Ncaa.

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