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Altro viaggio alla scoperta di rookie e sophomore della Nba 2016/17, questa volta nella Southeast Division. Nei giorni scorsi abbiamo parlato della Atlantic Division.
Miami Heat
Sophomore: Justise Winslow, Josh Richardson, Briante Weber, Willie Reed.
Rookie: Stefan Jankovic.
Justise Winslow fu il premio della stagione 2014-15 e, pur non avendo deluso, l’ala ex Duke non ha esattamente fatto sfracelli. In particolare, la fase offensiva richiederà parecchio lavoro, visto il 45.7% complessivo dal campo, frutto di un 27.6% da tre e di un 68.4% ai liberi. Ma il talento c’è e lo ha dimostrato, la fase difensiva doveva essere il suo punto di forza e ha chiuso la stagione con un Defensive Box Plus-Minus di 1.6 e un Win Shares di 2.5. Di tutti i rookie della scorsa stagione che hanno giocato minuti significativi, solo due hanno avuto risultati simili o migliori, Jokic dei Denver Nuggets e Hollis-Jefferson (di cui abbiamo parlato la volta precedente) dei Brooklyn Nets. Il suo secondo anno lo vedrà con molte più responsabilità, visto anche chi ha lasciato la squadra, e dovrà mostrare qualche miglioramento anche in fase offensiva.
La salute e gli infortuni saranno un tema ricorrente per gli Heat quest’anno, vista anche la situazione di Josh Richardson, che aveva fatto bene in stagione e durante i playoff ma che in estate ha subito una rottura parziale del legamento collaterale mediale del ginocchio. L’infortunio lo obbligherà a saltare tutto il training camp, ma dovrebbe poter rientrare a novembre, ma è impossibile dire in quali condizioni.
Willie Reed ha firmato in estate per due anni, con una player-option per la stagione 2017-18 e si pone come primo cambio dalla panchina per Hassan Whiteside. Dopo l’esperienza ai Nets nella scorsa stagione, avrà un ruolo importante con gli Heat viste anche le difficoltà fisiche di Chris Bosh, che potrebbe aver chiuso la carriera, e il deterioramento fisico degli altri veterani. Stefan Jankovic, al contrario non ha alcuna garanzia di rimanere, anche perché Miami ha già 15 contratti garantiti.
Tra i giocatori con un contratto non garantito, l’unico che sembra avere qualche possibilità di entrare a roster è Briante Weber, che è in competizione con Beno Udrih come back-up di Goran Dragic. Gli Heat potrebbero finire per preferire lui allo sloveno per le sue doti difensive, ampiamente dimostrate al college prima dell’infortunio che ne ha chiuso la carriera a VCU. L’anno passato in D-League è servito anche a migliorare il suo gioco offensivo, e adesso potrebbe avere spazio in un roster ampiamente rinnovato e con ambizioni di playoff.
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Atlanta Hawks
Sophomore: Walter Tavares
Rookie: Taurean Prince, DeAndre Bembry, Malcolm Delaney
Tavares era stato definito grezzo da prima del suo arrivo, ha passato la stagione per lo più in D-League e, visti i nuovi arrivi, in D-League rimarrà.
Molto più interessante – e curiosa – la situazione delle due prime scelte, Prince e Bembry. Sono due giocatori sostanzialmente identici, ali intorno ai due metri che portano versatilità difensiva e una buona meccanica di tiro di base da sviluppare e sfruttare sugli scarichi. È la descrizione del role-player che tutte le squadre cercano nella moderna Nba, una carriera da specialisti del 3-and-D e collanti di squadra è quanto di meglio possano sperare. Se non fosse che gli Hawks hanno almeno quattro giocatori in questo ruolo che sono ancora a roster dalle passate stagioni, e non è chiaro come faranno a dividere i minuti già tra questi quattro.
Ragionamento simile, ma con meno hype, si può fare per Malcom Delaney che ha firmato per 5 milioni in due anni, portando il totale dei contratti garantiti a roster a 16. Gli Hawks saranno costretti a tagliare qualcuno a fine training camp oppure a fare un qualche scambio, magari sugli esterni per dare spazio ai rookie. In caso di taglio, uno dei candidati potrebbe essere Tavares.
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Charlotte Hornets
Sophomore: Frank Kaminsky, Aaron Harrison, Christian Wood
Rookie: –
Frank Kaminsky ha avuto un anno difficile partendo dalla panchina, non tanto in termini di minutaggio (21.1 minuti a partita) quando in termini di rendimento. 7.5 e 4 rimbalzi a partita sembrano pochi per un ex Ncaa POY di 213 cm. Il fisico esile e l’inesperienza sono stati sicuramente un fattore, ma è sembrato timido in attacco (2.7 tiri tentati a partita), arrivando anche a rifiutare qualche tiro di troppo. I neanche due liberi guadagnati a partita possono anche essere indice di scarsa aggressività. Probabile che non sia mai riuscito a sciogliersi nel corso della stagione, preoccupato più di non sbagliare che di giocare, e lasciatosi forse condizionare da chi ha definito la scelta degli Hornets come un fallimento, visti i giocatori scelti dopo di lui. Quest’anno la situazione potrebbe cambiare, ma dovrà migliorare il rendimento offensivo. Con la partenza di Al Jefferson si aprono minuti e possessi per l’ex Wisconsin, ma dovrà dimostrare di valerli, correndo il serio rischio di avvalorare l’etichetta di “bust” di fronte a una concorrenza che potrebbe recitare al massimo il ruolo di comprimari in una squadra senza particolari aspirazioni.
L’anno da rookie di Aaron Harrison lo ha visto fare la spola tra la prima squadra e la D-League, con qualche comparsata in Nba in garbage time. L’ex Kentucky dovrà dimostrare di valere il campo per coach Steve Clifford ma, a differenza della passata stagione, potrebbe esserci qualche spiraglio dopo la partenza di Lin. Dovrà produrre e convincere la squadra a tenerlo, visto che il contratto è in scadenza e non è garantito, il perfetto riempitivo per ogni scambio.
Christian Wood, dopo essere stato tagliato e poi rifirmato da Philadelphia nel corso della stessa stagione, ha giocato un’ottima Summer League con gli stessi 76ers prima di essere lasciato libero. L’offerta più convincente è arrivata dagli Hornets, con cui ha firmato un contratto di due anni, con un’opzione a favore della squadra per il secondo anno. I minuti in campo saranno pochi, visto anche il sovraffollamento nel ruolo, ma per Wood è già un successo.
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Washington Wizards
Sophomore: Kelly Oubre Jr.,
Rookie: Tomas Satoransky, Daniel Ochefu, Sheldon McClellan, Danuel House
Kelly Oubre Jr. arrivò ai Wizards nella speranza di poter essere un giocatore da rotazione, ma si è trovato a giocare 10 minuti a partita e a dare un contributo negativo in quei pochi minuti in campo. Parte di questo fallimento è sicuramente da imputare alla situazione in panchina, con un allenatore che sembrava inadatto a gestire un roster con grande potenziale. L’annata deludente ha permesso il cambio di coach e di consegnare la squadra a Scott Brooks, a cui toccherà tirare fuori il meglio dall’ala ex Kansas.
I Wizards hanno rinnovato parecchio il roster, e con ogni probabilità a gestire i secondi quintetti ci sarà Tomas Satoransky, l’ex Barcellona che ha firmato per 9 milioni in tre anni e che ha finalmente deciso di fare il grande salto, dopo essere stato scelto nel 2012 proprio da Washington. E attenzione, la pre-season non è mai indicativa, ma ha fatto vedere cose interessanti e potremmo ritrovarlo in lizza per il Rookie of the Year.
McClellan ha ottime possibilità di entrare nei 15. I Wizards non avevano scelte lo scorso giugno ma seguivano il giocatore da tempo, e l’accordo per due anni al minimo (parzialmente garantito) è arrivato subito dopo la chiusura del draft. In Summer League ha fatto male, ma sta crescendo e John Wall ha detto di lui: “Non ha paura di nessuno. Gioca sempre con passione. Ogni volta che ci alleniamo uno-contro-uno… vuole sempre allenarsi contro di me o Bradley Beal. Accetta sempre la sfida marcare il miglior giocatore, ed è qualcosa che non si vede spesso in un rookie.”
Stesso contratto per Danuel House, che ha giocato particolarmente bene in Summer League, mostrando anche una buona versatilità e le potenzialità da stretch-four. A luglio ha ricevuto i complimenti di Sidney Lowe, assistente di Brooks ai Wizards, di Kelly Oubre Jr. e dello stesso Wall. Le premesse per entrare a roster sono buone, ma non è detto che ci sia lo spazio, anche se il probabile taglio di Daniel Ochefu, che aveva firmato un contratto per tre anni al minimo non garantito, fa ben sperare per l’ex Miami.
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Orlando Magic
Sophomore: Mario Hezonja
Rookie: Stephen Zimmerman
Gli Orlando Magic stanno attraversando una fase piuttosto caotica. Fino a due stagioni fa erano impegnati a far crescere giovani e adesso sembrano essere intenzionati a vincere subito, scambiando Oladipo, la loro scelta al draft e altro per Serge Ibaka e offrendo contratti pesanti ad altri veterani. In questo contesto, si dovrebbero liberare minuti per Mario Hezonja, e non è escluso che coach Frank Vogel provi a dargli più libertà anche in fase di creazione di gioco. La passata stagione è stata uno spreco per l’ala croata, che non si è mai trovato in sintonia con l’ex coach Scott Skiles, e adesso Vogel si trova con un ragazzo da plasmare sul modello di Paul George.
Il ruolo di Zimmerman in questo roster non è chiaro. I Magic hanno un sovraffollamento nel settore lunghi ed è quasi impossibile che possa trovare minuti, ma il suo triennale è garantito almeno per il primo anno, quindi avrà la possibilità di crescere e di farsi notare in D-League, in attesa di avere una possibilità in prima squadra.
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