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Nike Peach Jam, show dei figli di Bol e Shaq

Autore: Giovanni Bocciero
Data: 4 Ago, 2017

Il Nike Peach Jam svoltosi a North Augusta, in South Carolina, è stata una delle occasioni per i migliori prospetti liceali di mettersi in mostra davanti agli occhi attenti di osservatori del calibro di Mike Krzyzewski, Roy Williams, Bill Self, Rick Pitino, Bob Huggins, Gregg Marshall, John Calipari, Archie Miller e tanti altri. Cinque giorni di gara (12-16 luglio) in cui sono state disputate 71 partite ed hanno giocato circa 290 giovani atleti. Il Peach Jam, tra l’altro, è soltanto la fase finale dei Nike EYBL disputatisi in quattro diverse sessioni (Hampton (VA), Indianapolis, Atlanta e Los Angeles) nel periodo primaverile.

Il liceale più forte

L’ala multidimensionale Marvin Bagley III è stato tra i protagonisti dell’evento, non solo per le ragguardevoli medie di 25.6 punti (53% al tiro) e 14.1 rimbalzi, ma ancor di più perché potrebbe riclassificarsi e saltare l’anno da senior. In parole povere sta cercando di anticipare il diploma e sbarcare già dal prossimo settembre in Ncaa. Ha presentato tutta la documentazione richiesta per essere accettato. La notizia del possibile sbarco anticipato del miglior prospetto della classe 2018, uscita proprio a North Augusta, ha messo sull’attenti gli atenei che gli avevano offerto la borsa di studio: Duke, Kentucky, Kansas, Arizona, UCLA e USC.

Tra queste sembra siano veramente in corsa solo Duke, che il giocatore ha visitato poche settimane fa, Arizona, UCLA e USC che lo accoglieranno prossimamente. A parte le visite per scegliere la futura destinazione accademica, al ragazzo (e alla sua famiglia) in realtà non interessa più di tanto giocare al college, mentre l’obiettivo è essere eleggibile per il draft Nba 2018. La soluzione del mistero, comunque, dovrebbe arrivare entro la fine di agosto. Tornando al Peach Jam, Bagley ha dominato con le sue prestazioni sin dalla primavera. Ma questo non è servito a far vincere la sua squadra (i Phoenix Phamily) che ha terminato con un record generale di 5-16. Da qui anche le perplessità di molti addetti ai lavori preoccupati che il ragazzo sia solo un talento egoista e non un vero trascinatore. Risposta che al momento è stata rimandata.

Tale padre, tale figlio

L’mvp della regular season del Nike EYBL – la combinazione delle sessioni primaverili in pratica – è stato Bol Bol, figlio di Manute, che ha fatto la differenza su entrambe le metà campo per il team California Supreme (che ha chiuso con un record di 14-7) ma non è bastato per l’accesso ai quarti di finale. La causa potrebbe essere stata proprio il ridotto utilizzo del ragazzo al Peach Jam, per via di un mezzo acciacco fisico. Bol, considerato il centro numero 1 della sua classe, ha realizzato 24.1 punti (66% al tiro), catturato 10 rimbalzi e dato 4.5 stoppate che gli sono valse il premio di mvp e l’interesse di Arizona, Oregon e Kentucky che si appresterà a visitare da qui a qualche mese. Compagno di squadra di Bol è stato Shareef O’Neal, figlio di Shaquille, che già lo scorso aprile ha deciso di frequentare Arizona e chissà che non possa avere un ruolo importante per i Wildcats nel reclutamento dell’amico.

All’ombra del fratello?

Di cognome fa Jones ed arriva da Apple Valley, Minnesota. Si tratta però di Tre e non di Tyus, fratello maggiore protagonista del titolo 2015 di Duke e molto meno utilizzato adesso con la maglia di Minnesota . Prima che partecipasse al circuito Nike primaverile-estivo, Tre Jones non era classificato nel ranking top 60 di Espn, adesso invece si ritrova al #19 come quarto playmaker dell’intera classe. Perché questo salto in avanti? Per lui parlano le statistiche: 19.3 punti con il 57% al tiro, 8.3 assist e 5.4 rimbalzi che hanno contribuito al record di 16-5 dei Pulley Panthers giunti ad un passo dalla semifinale. Ha giocato con grande maturità davanti agli occhi del fratello, e per molti scout Tre è fisicamente più pronto e forte di quanto non fosse Tyus nel suo anno da freshman. Attualmente ha 6 offerte sul tavolo, provenienti da Arizona, Duke, Oregon, UCLA, Baylor e Minnesota, destinazioni da lui considerate tutte molto interessanti.

Una vetrina davvero per tutti

Dato l’elevato numero di giocatori coinvolti, ovviamente non hanno sfilato solo prospetti “five-star” conosciuti dalla maggioranza degli addetti ai lavori. E così, ed è forse una delle cose più belle della kermesse, che ad aggiudicarsi il premio di mvp del Peach Jam sia stato un ragazzo considerato “soltanto” un talento da tre stelle. Stiamo parlando di Kihei Clark (16 punti di media), playmaker della squadra vincitrice della fase finale, gli Oakland Soldiers, già promesso sposo di UC Davis. Nonostante la sua poca reputazione a livello nazionale, e gli appena 170 cm d’altezza, il ragazzo ha giocato con continuità mettendo in mostra un ball-handling allucinante e quella faccia tosta di chi vuole conquistare il mondo. Da adesso in poi ci sarà di sicuro qualche faro in più puntato su di lui.

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