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La partita di Paolo Banchero contro Kentucky

Autore: Paolo Mutarelli
Data: 11 Nov, 2021

Tra le tante stelle scese in campo al Madison Square Garden per il Champions Classic, Paolo Banchero si è imposto come quella più luminosa insieme al compagno di squadra Trevor Keels. 22 punti con 7/11 dal campo e 7 rimbalzi nella vittoria di Duke su Kentucky, a dimostrazione del grande talento dell’italo-americano, decisivo nonostante un viaggio negli spogliatoi nel secondo tempo che poteva mettere KO la sua partita. Ecco com’è andata.

Maturo, silenzioso e Ben Simmons

Anche l’ultima volta che Duke e Kentucky si erano incontrate, la partita era stata dominata da due freshman dei Blue Devils. Paolo Banchero non catturerà le stesse attenzioni di Zion Williamson e RJ Barrett, ma l’impatto che ha avuto sulla gara, in maniera così diversa tra primo e secondo tempo, lascia presagire un percorso simile, magari con conclusione collegiale più felice. 

Nel primo minuto di partita, già troviamo la summa dei attuali pregi e difetti dell’italo-americano: al primo possesso della partita arriva al ferro grazie al suo mix di ball handling, forza e coordinazione. Non ribalta il lato e si prende la responsabilità di finalizzare l’azione, usando l’amata mano destra. Si notano anche gli aspetti su cui deve migliorare, come l’uso della mano sinistra – accenna solamente ad andarci, salvo poi cambiare idea – e un tocco nei pressi del ferro da ammorbidire. In difesa, invece, in rapida sequenza, rimane attaccato a Keion Brooks e gli contesta il tiro, protegge in maniera perfetta il ferro in transizione contro Sahvir Wheeler e poi urla nelle orecchie di Trevor Keels per indirizzare i suoi movimenti. 

 

Il suo primo tempo contro Kentucky è stato sornione, con una particolare attenzione a caricare la difesa avversaria di falli (6/6 dalla lunetta all’intervallo). A volte c’è riuscito con la furbizia del veterano, andando anche a cercare le mani dell’avversario, altre volte si è incaponito ad andare a destra con risultati alterni. Specialmente nell’ultima clip, si nota qualcosa da migliorare: l’utilizzo delle finte dal palleggio, ancora troppo fini a se stesse e poco utili per procurarsi un vantaggio. Ma alla fine del primo tempo si è ritrovato a quota 12 punti: avere uno scorer paziente e così efficiente potrebbe aiutare Duke quando affronterà le difese più toste della ACC.

 

Per impatto e maturità difensiva è raro trovare un freshman come Banchero. La solidità e l’equilibrio sono il suo punto forte. Riesce a galleggiare nell’ultimo spicchio di campo, tappando quanti più spazi possibili. A rimbalzo c’è sempre, in rotazione dal lato debole pure e sembra leggere con anticipo le giocate degli avversari, aiutando anche i compagni a posizionarsi. Il suo compito è ruotare sotto il canestro quando il centro viene attirato fuori a difendere il pick and roll, bloccando la linea di penetrazione e, se deve recuperare su un tiratore in angolo che prova ad attaccare il ferro, sa difendere senza mai perdere equilibrio. 

 

Se andiamo avanti nella stessa azione, troviamo l’ultimo elemento che ha caratterizzato il suo primo tempo: la capacità e la disinvoltura con cui conduce la palla nell’altra metà campo. Quando può, il primo istinto dopo il rimbalzo è quello di andare dall’altra parte. In transizione è dove esprime meglio anche la sua visione di gioco – sporcata dai compagni in questo caso. Se dovessimo trovare un paragone sarebbe – per stazza e fluidità – Ben Simmons. Ma come vedremo più avanti, gli spartiti che Paolo Banchero può interpretare sono diversi in base al momento della partita.

Crampi, clutchness e Carmelo Anthony 

Se durante il Countdown to Craziness il tiro non gli era entrato, contro Kentucky il mid-range è stato il suo ufficio per tutta la partita. Il tiro da tre stenta ancora ad entrare (0/3 a fine partita), ma Keion Brooks è diventato pazzo a seguire per tutto il primo tempo le situazioni in post, i vari jab step e gli arresti fulminanti dell’italo-americano che, grazie alla sua potenza atletica, riesce ad avere un rilascio ad altezze complicate da contestare.

Duke rischia di essere una di quelle squadre che bullizza fisicamente gli avversari in attacco. In pochi potranno reggere il tonnellaggio dei vari Keels, Williams e Banchero. Il secondo tempo è iniziato proprio su questo solco. Keion Brooks è stato brutalizzato in post con una sterzata potente sulla spalla destra e un’ottima capacità da parte di Banchero nel concludere al ferro.

Non a caso, Kentucky trova il primo vantaggio della gara in concomitanza coi problemi di crampi dell’italo-americano – tutta Duke ne soffrirà nel secondo tempo. Il viaggio negli spogliatoi conincide con l’inizio della “Keels Mode” di Trevor Keels che indirizzerà la gara, portando Duke al +11 nel momento in cui Paolo Banchero torna in campo. In questo momento c’è, forse, la dimostrazione più pura del talento italo-americano. Dopo un paio di possessi in cui è rimasto ai margini in attacco, si prende un pallone all’altezza del gomito sinistro. Si muove a malapena, sembra testare la tenuta della gamba infortunata e, una volta girato il corpo fronte a canestro, fa un paio finte con i piedi e segna un canestro dalla velocità irreale.

 

Un minuto più tardi, dalla stessa posizione, Keion Brooks decide di marcarlo più vicino e di mandarlo a sinistra. Arriva anche l’aiuto dalla punta di Sahvir Wheeler che nega a Banchero la prima virata. Nessun problema per il nativo di Seattle, che si gira sulla spalla destra e in allontanamento ne segna uno ancora più difficile. Il Madison Square Garden impazzisce per lui e la partita sembra essere finita dopo questi due canestri alla Carmelo Anthony.

 

Kentucky in realtà riuscirà poi a trovare il modo di accendere nuovamente la gara nel finale, solo per poco però: Banchero infatti tira fuori altre due giocate degne di nota – una di potenza nel traffico in attacco e una d’intelligenza e posizionamento in difesa – che regalano ai Blue Devils un esordio con i fiocchi e a Coach K un addio al Garden dal dolce sapore“Volevamo vincerla, specialmente per Coach K. Abbiamo avuto l’opportunità di mettere le cose in chiaro con questa partita e sono contento del modo in cui abbiamo giocato”, ha detto Paolo Banchero alla fine. Coach K non poteva trovare leader migliore per il suo ultimo ballo.

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