Qualcuno in Italia, di sicuro qualcuno a Lissone, non sarà rimasto sorpreso dell’inizio di stagione folgorante di Reed Sheppard con la maglia di Kentucky. Ad aprile la guardia tiratrice classe 2004 aveva guidato il Team Ohio a vincere, imbattuto, il JIT, rinomato torneo internazionale giovanile. Sheppard non era passato inosservato e di quel torneo era stato l’MVP. Ora la storia si sta ripetendo, ma su un palcoscenico molto più grande.
All’improvviso dalla panchina
Se va avanti di questo passo, il freshman dei Wildcats rischia di aggiudicarsi un altro premio come miglior giocatore, ma dell’intera SEC. Diciamo che in rete ora si trovano articoli che hanno questo titolo “Reed Sheppard drawing first-round buzz after leading Kentucky past Miami”. Si parla già di possibile scelta al primo giro Nba.
Nonostante l’ultimo scivolone con UNC Wilmington, dopo 8 partite giocate Sheppard ha una media di 13.9 punti, 4.5 rimbalzi e 3.9 assist in 26.5 minuti per gara. Numeri non impressionanti se non fosse che dall’inizio della stagione ha preso in tutto 63 tiri, ossia 7.9 tentativi per match, segnando con il 61.9% dal campo (e il 61.1% da tre). Per capirci, DJ Wagner, il talento tanto atteso dai media, ha una media di 13.1 punti con 1.9 rimbalzi e 3.3 assist giocando 26 minuti per gara ma avendo tentato molti più tiri (81) realizzati con percentuali orride (40% dal campo e 25% da tre).
C’è solo un giocatore al primo anno che ha un Offensive Rating migliore della guardia del Kentucky (151.2) ma non c’è paragone. Fa meglio di Sheppard solo il lungo di Louisiana Kyran Ratliff (redshirt la scorsa stagione), che milita in una squadra che ha affrontato avversari di livello ben inferiore a quelli dei Wildcats e che gioca anche meno minuti. Insomma, statistiche a parte, nessuno finora ha inciso come questa guardia che apparentemente non avrebbe nulla di particolare. Ma il termine “apparentemente” non è usato a caso.
Un leader a sorpresa
L’ultima puntata del podcast di Jeff Goodman e Robbie Hummel è stata dedicata sostanzialmente solo al numero 15 dei Wildcats, la cui intelligenza cestistica lascia basiti. “Prende solo i tiri che vanno presi”, ha commentato Hummel, ex stella di Purdue ed ex giocatore Nba che oggi fa il commentatore. La sfida arriva adesso. È tutto sommato “facile” essere votato Mr. Kentucky Basketball al liceo, rimanendo però un po’ nell’anonimato. Quando si accendono i riflettori dei media a livello nazionale e internazionale è più complesso non lasciarsi scalfire.
Di sicuro riceverà buoni consigli in casa, visto che mamma e papà sono stati entrambi giocatori a Kentucky. Il papà in realtà, lo conosciamo bene anche in Italia. Dopo aver vinto due titoli Ncaa (1996 e 1998, anno in cui è stato mvp della Final Four) Jeff ha giocato con Treviso, Roseto e Virtus Roma. A Treviso, allora sponsorizzata Benetton, vinse anche una Coppa Italia. Quella forte per davvero in famiglia è però la mamma, Stacey, che compare quasi ovunque nel libro dei record della storia di UK, dalle recuperate agli assist alle triple.
Bei tempi andati, che hanno lasciato in dote al giovane Reed un bel DNA da sfruttare. I tifosi sono passati in poche settimane da “ehi forse è bravo come suo padre” a “no aspetta, è persino meglio di suo padre”. Alla Rupp Arena c’è la “Jeff and Stacey Cam” che ormai inquadra i genitori ogni volta che il figlio fa una grande giocata. Coach John Calipari, uno che è a suo agio quando si tratta di esagerazioni, del ragazzo dice che “the best hands I’ve ever coached in my 32-year career”. Inizio di fuoco, aspettative altissime e North Carolina da affrontare in campo neutro il 16 dicembre. La conferma che il college basket è unico.