Home 9 Non categorizzato 9 Baylor e Creighton, nuove big avanzano

Baylor e Creighton, nuove big avanzano

Jo Lual-Acuil Jr (Baylor)
Autore: Raffaele Fante
Data: 22 Nov, 2016

[nextpage title=” “]

La conferma dei Gaels

La squadra più bianca e più australiana dell’Ncaa ha fatto capire perchè è finita per la prima volta nella sua storia nella top 25 del pre season ranking dell’Ap. E perchè è destinata a restare a lungo nella top 25 anche nel corso della stagione. Prima di Saint Mary’s, solo altre tre squadre avevano vinto sul campo di Dayton nelle ultime 40 partite casalinghe dei Flyers che, anche senza due giocatori importanti, restano una delle migliori squadre dell’A10. Oltre a uno dei migliori backourt della nazione, i Gaels possono contare sul contributo francamente inaspettato da 20+10 a sera di Jock Landale, centro ovviamente australiano che nel suo anno da junior sta mostrando di non essere solo materiale grezzo per le battaglie sotto canestro.

Ncaa basketball - Emmett Naar (St Mary's)

Emmett Naar (St Mary’s)

Sempre super efficaci e anche meno brutti da vedere, i ragazzi di Randy Bennett sono saliti fino al +20 nel secondo tempo contro Dayton, prima di farsi rimontare nel finale e rischiare di andare all’overtime. Stranamente, Emmett Naar ne ha combinate di ogni, gestendo malissimo tutti gli ultimi possessi per poi riscattarsi mettendo gli ultimi due liberi che hanno dato la terza vittoria ai Gaels. Proprio la mancanza di successi significativi in trasferta è stata la causa principale che ha portato all’esclusione di Saint Mary’s dall’ultimo torneo Ncaa. Quest’anno la storia sembra proprio diversa.

Uno di meno per Virginia

Persi Anthony Gill e Mike Tobey, Virginia aveva trovato il suo lungo di riferimento pescandolo a Memphis e invece l’avventura di Austin Nichols con la maglia dei Cavaliers è già finita dopo una sola partita. “Far parte di questo programma è un privilegio e Austin ha perso questo privilegio”, ha detto coach Tony Bennett, spiegando che la decisione di sospenderlo a tempo indeterminato è dovuta alla classica “violation of team rules”. Dopo un solidissimo anno da sophomore con i Tigers, chiuso con 13.3 punti, 6.1 rimbalzi e ben 3.4 stoppate, Nichols è rimasto fermo la scorsa stagione e ha giocato una sola partita con la nuova maglia di UVA segnando 11 punti contro St. Francis Brooklyn.

Austin Nichols

Austin Nichols

La sua sospensione darà più minuti ai sophomore Jarred Reuter e Jack Salt, non esattamente due artisti della pallacanestro, e al freshman africano Mamadi Diakite, classico salterino dal fisico esile che potrebbe dare qualche gioia a Bennett. Ma è chiaro che il frontcourt dei Cavaliers ha ora qualità ridotta. Finora comunque nessun problema perchè la difesa, e chi l’avrebbe mai detto, è la migliore della nazione con la ridicola media di 41.8 punti concessi. Yale si è presentata alla John Paul Jones Arena con più di 94 punti segnati nelle prime due partite e si è fermata a 38, rimanendo per quasi 9 minuti del secondo tempo senza segnare. L’attacco non sarà prolifico come l’anno scorso, ma il marchio di fabbrica di Virginia funziona sempre.

[/nextpage]

 

[nextpage title=” “]

Attenzione a Michigan

I Wolverines si candidano a essere una delle underdog dell’anno dopo la vittoria, in settimana, del Classic 2k, al Madison Square Garden, dove hanno sconfitto Marquette e SMU con un margine medio di 20 punti. Le ottime prestazioni dei ragazzi di coach John Beilein sono frutto di un’ottima difesa, capace, in finale, di limitare i Mustangs a soli 0,88 punti per possesso e di neutralizzare un attaccante di razza come Semi Ojeleye (giocatore che sta viaggiando a 20 pt+9rb di media) costringendolo a un misero 5/16 dal campo.

Derrick Walton Jr (Michigan)

Derrick Walton Jr (Michigan)

L’unico neo? I problemi a rimbalzo (41 a 24 a favore di SMU e della sua solida frontline) nonostante la presenza di due lungaccioni bianchi e fisici, e con un’ottima mano in attacco, come Moritz Wagner e Mark Donnal. L’attacco non è un problema con Derrick Walton Jr, uno dei floor general più sottovalutati della nazione, a dirigere l’orchestra e mettere in ritmo cecchini come Duncan Robinson e Muhammad Ali Abdur-Rahkman (13/31 di squadra da tre in finale). Altra nota positiva è il ritorno ai livelli pre-infortunio di Zak Irvin, nominato Mvp del 2k Classic dopo aver viaggiato a 16 pt, 6,5 reb e 5 ast di media. Aggiungeteci la versatilità di D.J. Wilson, vero ago della bilancia della difesa dei Wolverines, e avrete una squadra capace di giocarsela contro chiunque in questa stagione.

Un belga e un australiano

Sembrerebbe l’incipit di una barzelletta e invece stiamo parlando di Manu Lecomte e Jo Lual-Acuil Jr, l’asse play-centro che sta trascinando Baylor in questo inizio di stagione e che ha vissuto il suo momento di gloria nell’upset contro Oregon (priva di Dillon Brooks). Lecomte, transfer da Miami, rischia di essere uno dei protagonisti della Big12 grazie alla sua capacità di mettere in ritmo i compagni e, soprattutto, di creare per se stesso (contro i Ducks 18 punti e 7 assist con 6/12 da tre), come potete vedere qui sotto:

[gifanimata]G1sBWwIFB0iTS[/gifanimata]

 

Il lungo australiano, dal cognome che sembra un scioglilingua, è invece un giocatore capace di fare la differenza nel pitturato grazie alle sue doti da rim protector e a un grande istinto a rimbalzo, che sia esso difensivo o offensivo non fa la differenza. Il sette piedi sta viaggiando a una doppia-doppia di media (10pt+10rb) ma soprattutto a 5,3 stoppate a partita come ben sanno Boucher e compagni che hanno assistito al suo “block party” (7 stoppate contro i Ducks).

[gifanimata]9iJ90fNZRltfy[/gifanimata]

 

I Bears rimangono, però, la squadra dell’ala Johnathan Motley, che in queste prime uscite ha dato mostra di aver lavorato duramente sul suo mid-range game, aspetto del gioco dal quale dipendono le sue quotazioni in sede di Draft. A tutto ciò aggiungeteci la zona 2-3 di coach Scott Drew, un incubo per gli attacchi avversari che ha costretto Oregon ha chiudere con il 32.8% dal campo e 3/21 da tre, e avrete in Baylor un seria candidata a essere una presenza fissa nella top25.

[/nextpage]

[nextpage title=” “]

Go Creighton

Le basi per una stagione importante erano già ben costruite dalle parti di Omaha e ora, con la partenza 4-0, non è impossibile vedere Creighton scalare in fretta posizioni nel ranking dell’Ap, dove è già arrivata alla numero 12. Marcus Foster si sta rivelando il marcatore e trascinatore che mancava a questa squadra, da non sottovalutare anche Khyri Thomas che sta giocando un inizio di stagione forse oltre le aspettative con un clamoroso 58% da 3. Tutto questo però è anche merito di Maurice Watson che sta smistando palloni che devono solo essere mandati a canestro: i 9,8 assist di media lo rendono uno dei migliori playmaker a livello Ncaa.

A livello di squadra, i BlueJays si confermano ormai da anni come una delle migliori per percentuale al tiro e punti realizzati e i 112 punti rifilati a North Carolina State ne sono la dimostrazione. A livello di percentuale al tiro da 3 sono secondi in classifica dietro solo a Wofford ma con un numero di tiri tentati quasi doppio. Merito di questo costante miglioramento è senza dubbio anche di coach Greg McDermott che predilige un gioco veloce, preciso ed efficace. Golden State Warriors? Più o meno l’idea di gioco è quella.

Rice Owls e Marcus Evans

Marcus Evans e gli Owls potrebbero essere il Doug McDermott e i BlueJays dei prossimi anni, visto che il sophomore sta mantenendo tutte le più rosee aspettative. Per ora viaggia a 23 punti di media e potrebbe facilmente arrivare a quota 1500 punti entro il mese di aprile, per poi tentare l’assalto ai 3000 nel secondo biennio. Le prime tre partite lo hanno visto in crescita costante come se si stesse scrollando di dosso tutta la “polvere” della lunghissima of season Ncaa: 20, 22 e 29 i punti rispettivamente contro James Madison, Texas Southern e Omaha.

La squadra è piuttosto corta nelle rotazioni con soli 7 giocatori oltre i 10 minuti di utilizzo medio. Il duo junior composto da Egor Koulechov e Marcus Jackson sta mantenendo praticamente le stesse cifre a livello realizzativo dello scorso anno, ma con percentuali nettamente superiori. Per il futuro è da prestare attenzione anche al secondo sophomore in roster di nome Connor Cashaw che dagli 8,5 punti della passata stagione è salito ai 12 di queste prime 3 partite con ottime percentuali.

 

[/nextpage]

[nextpage title=” “]

Facce da Silicon Valley per Gonzaga

La conoscete la serie Tv della HBO chiamata Silicon Valley? Ecco, prendete Przemek Karnowski, Zach Collins e Killan Tillie e metteteli al fianco di Richard Hendricks e Erlich Bachmann e non vi sembreranno fuori posto. La squadra di coach Mark Few è 3-0 e ha già battuto un’ostica difesa come quella di San Diego State. Il merito va attribuito anche a loro tre: Karnowski è il centro di gravità permanente dell’attacco Bulldogs, centro completo che attira su di sé le attenzioni della difesa intera e crea spazi per i compagni, mentre la premiata ditta Collins-Tillie è un boost incredibile di energia per la squadra in generale. Proprio loro nel bloccatissimo inizio contro gli Aztecs, hanno dato quella verve offensiva che era mancata nei primi minuti.

Kevin Tillie contro San Diego State

Kevin Tillie contro San Diego State

Se il reparto lunghi sembra essere completo – c’è anche un Jonathan Williams caldo in questo inizio di stagione – il backcourt ha ancora da risolvere qualche questione. Mentre Nigel Williams-Goss riempie le stats-line, Jordan Mathews è bipolare al tiro dall’arco. Se contro SDSU ha indirizzato lui la gara mettendo quattro bombe consecutive, contro Bryant University ha sbagliato tutte e tre le triple tentate. Insomma, coach Few ha materiale a sufficienza per una grandissima stagione, una squadra bilanciata, esperta ma allo stesso tempo fresca e spensierata. Saint Mary’s è avvisata, i Bulldogs saranno una brutta gatta da pelare nella WCC.

La gioventù fa brutti scherzi

Una tranquilla passeggiata contro Mississippi Valley State, ateneo da 28 vittorie in quattro anni, e una vittoria molto faticosa e tirata, con finale contestatissimo, contro l’ex Dunk City Florida Gulf Coast non sono abbastanza per far sorridere coach Tom Izzo e la sua Michigan State dopo le due iniziali sconfitte contro Arizona e Kentucky. Anche il coach appena entrato nella Hall of Fame si è dovuto scontrare con la realtà di avere troppi freshmen, quattro, con un ruolo importante in squadra, e con un roster così giovane le sconfitte sono da mettere in preventivo. Poteva essere 1-3 e invece almeno il record è in parità grazie a un redivivo Eron Harris da 31 punti e a un clamoroso errore del tavolo nel far partire l’orologio alla fine della partita contro FGCU che ha costretto la Big 10 a pubblicare una nota di scuse,

 

Ok, le squadre di Izzo raramente, e anche giustamente, fanno faville in questo periodo, mentre a marzo è molto meglio non incontrarle, però non possono neanche permettersi di compromettere il loro cammino al torneo, uscendo dal ranking. Eron Harris sembra essere tornato in sé (6/6 da tre), mentre Miles Bridges è sceso sulla terra e, ricordandoci che è un freshman, ogni tanto anche lui può steccare una partita. É vero, la recruiting class degli Spartans è di primissimo livello, probabilmente la migliore nella carriera di Izzo, però ci vorrà ancora tanto lavoro – e il ritorno dei lunghi infortunati – per prevedere che sarà l’ennesima grande stagione per MSU.

[/nextpage]

 

[nextpage title=” “]

Un’altra stella a Los Angeles

La stagione di UCLA ha un unico protagonista, per ora, sotto la luce del sole della California e dei riflettori: Lonzo Ball (ve ne abbiamo parlato qui). Tutto ciò non dispiace a T.J. Leaf, freshman cinque stelle, che può così agire indisturbato e beneficiare delle attenzioni che le difese avversarie rivolgono al backcourt dei Bruins con i vari Ball, Alford, Hamilton e Holiday. Il lungaccione bianco, nato a Tel Aviv ma di nazionalità americana, ne sta approfittando viaggiando a 20,3 punti e 10 rimbalzi di media. Frutto soltanto delle attenzioni rivolte alle guards di UCLA? Certo che no! La power forward ha talento da vendere grazie a un fisico atletico e veloce, nonostante i 2,08 cm, che ben si adatta all’uptempo system di coach Steve Alford e ad un ottimo jumper dalla media-lunga distanza (già 3 triple a segno in stagione), oltre a solidi movimenti in post e a un’ottima visione di gioco (2,5 assist di media).

[gifanimata]uNbpaL4mJVwju[/gifanimata]

 

Leaf è per efficienza offensiva tra i top40 della nazione con un incredibile 82.9% da 2. La pressione di giocare per UCLA, in una stagione cruciale per l’ateneo, T.J. di certo non la sente, come ha dimostrato sin dalla prima partita contro Pacific, chiusa con una prestazione da 22+15. Domenica l’ennesima prova da 21+9 contro Long Beach State. Siete sicuri che l’unico protagonista dei Bruins sia Lonzo Ball?

 

Cavalieri alla riscossa

Era dal 2000 che gli Scarlet Knights di Rutgers non iniziavano così forte. Dopo le prime due vittorie in test poco probanti con Molloy e Drexel, nella seconda settimana di partite è arrivata prima la vittoria per 66-59 sul campo di una squadra della Big East come DePaul , seguita da quella con Niagara (78 – 65) tra le mura amiche.
Un esaltante 4 – 0 nel ranking per Steve Pikiell (primo allenatore esordiente nella storia di Rutgers a iniziare con questo record) che comunque tiene tutto l’ambiente con i piedi ben saldi al terreno: “Abbiamo ancora tanta strada da fare. Sono contento del buon inizio, ma questo non ha nessuna importanza per me, onestamente”.

ncaa basketball - scarlet knights rutgers
Quali le chiavi dell’ottimo inizio per i Knights? Rimbalzi e difesa, i due cardini su cui Pikiell basa la ricostruzione della squadra. Finora Rutgers ha sempre dominato a rimbalzo e le statistiche ne sono una dimostrazione: prima squadra in assoluto per rimbalzi offensivi (51.8%) e ben 35 catturati complessivamente nelle ultime due partite, grazie alla stazza e alla verticalità del proprio roster. Qualità che permettono una difesa a zona molto aggressiva sul perimetro, in grado di flottare da un lato all’altro a grande velocità. La difesa di coach Pikiell concede solo il 35.9% da due agli avversari, con una percentuale effettiva dal campo vicino al 42%. Nonostante siano arrivati contro squadre di basso livello, per coach Pikiell questi sono ottimi numeri su cui proseguire il suo lavoro.

[/nextpage]

 

Articoli correlati

Finale Ncaa, la parola ai protagonisti

Dopo una finale così emozionante decisa da un tiro allo scadere è normale che le reazioni dei protagonisti che l’hanno Leggi tutto

Italia-Arcidiacono, c’è ancora da aspettare
Ryan Arcidiacono (Villanova)

Un ragazzo “con il dna del leader”, da prendere “a prescindere dal passaporto” perchè può diventare “un giocatore da medio-alta Leggi tutto

Villanova, una questione di tradizione
Novanation

“This is Villanova basketball”: a sentire un’intervista di coach Jay Wright o di qualsiasi giocatore del roster dei Wildcats, ritroverete Leggi tutto

Niente Arizona, Ferguson va all’estero

Terrance Ferguson saluta Arizona e decide di "parcheggiarsi" per un anno in una squadra di professionisti in Australia. "Terrance mi Leggi tutto

Nozze tra Under Armour e UCLA
Under Armour UCLA

La lotta delle sponsorizzazioni sportive legate al basket americano continua senza esclusione di colpi. Mentre gli analisti (non quelli sportivi, Leggi tutto