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Sec-Big 12, l’alba di una nuova era

Autore: Paolo Mutarelli
Data: 10 Ago, 2021

É dal 2013 che Big 12 e SEC si incrociano una volta l’anno per vedere le proprie università scontrarsi. È un’usanza molto in voga nel college basketball che vede anche le squadre di ACC e Big Ten duellare come, in passato, facevano Big 12 contro Pac 10 e SEC contro Big East. La decisione di Texas e Oklahoma di abbandonare la Big 12 per trovare maggiori entrate nella SEC non sconvolge soltanto i calendari delle diverse conference, ma mina il tradizionale ordine dello sport collegiale: potrebbe sorgerne uno nuovo, più polarizzato e con più possibilità di profitto. Texas e Oklahoma hanno scatenato il più grande terremoto di riallineamento Ncaa dai tempi dello smembramento della Big East nel 2013. 

Show me the money

Dall’1 luglio 2025 Texas e Oklahoma saranno ufficialmente membri della SEC, la quale ha votato all’unanimità il loro ingresso. La motivazione principale: la gran parte dei soldi che girano nel mondo del college sono generati dal football e la SEC è da ormai venti anni la conference che lo domina. Nei mesi scorsi ha firmato un contratto con Disney, proprietaria di ESPN, dal valore di tre miliardi di dollari in dieci anni. E ora potrebbe addirittura risedersi al tavolo e chiedere qualcosa di più, usando anche come leva l’aver creato la migliore conference anche per il basket.

Nell’ultimo anno ogni scuola della SEC ha guadagnato all’incirca dieci milioni in più di ogni scuola della Big 12 (45 milioni contro 34) e dal 2024, data di entrata in vigore del contratto SEC-Disney, quei 45 milioni dovrebbero moltiplicarsi. Per questo, l’idea di Texas e Oklahoma sarebbe quella di entrare almeno due anni prima, ovvero nel 2023, ma di mezzo ci sono diverse questioni. Il contratto televisivo della Big 12, al quale le due università sono legate, scade nel 2025 e la penale per uscire dal contratto è intorno agli 80 milioni di dollari. Il che non sarebbe un problema per Texas, che ha il dipartimento atletico più ricco degli Stati Uniti, e Oklahoma, che ha l’ottavo. Ma ci sono due soluzioni che richiederebbero un esborso meno significativo o, addirittura, inesistente.

La prima sarebbe accordarsi con la Big 12 ad una cifra inferiore sulla falsariga di quanto fatto da Maryland nel 2012 con l’ACC, ma non c’è alcun motivo per le università della Big 12 di fare questo sconto proprio alle due università che stanno impoverendo il loro prodotto. Il secondo è sperare nello smembramento della vecchia conference, puntando sul fatto che non riesca ad attirare un cospicuo numero di programmi interessanti, soprattutto di football, per rinnovare a cifre accettabili il contratto televisivo.

Al momento sia ESPN che Fox hanno risposto picche e The Athletic ha stimato che senza Texas e Oklahoma il valore della conference si sia più che dimezzato. Se l’azzardo dovesse riuscire e la Big 12 dovesse implodere, le due università non pagherebbero un centesimo, entrerebbero subito nella Sec e, soprattutto, avrebbero scatenato un effetto domino che trasformerebbe l’Ncaa, mentre ESPN non pagherebbe il resto del contratto televisivo.

I possibili scenari 

Giusto per rimanere in tema Disney, proviamo a metterci nei panni di Doctor Strange a immaginare gli scenari possibili. 

Il primo è il mantenimento della Big 12, possibile solo grazie all’importanza che Kansas riveste nel college basket, con l’aggiunta di qualche squadra. Sembra però una strada complicata. Oklahoma ha vinto le ultime cinque edizioni del campionato di football della Big 12 e ha partecipato tre volte ai playoff e Texas, nonostante i risultati altalenanti, è rimasto il programma storico e di rilievo della conference. Essendo il football a generare soldi dei contratti televisivi, non ci sono possibili candidate provenienti da Big East o AAC ad avere un programma così forte da poter riempire questo vuoto. Sono anni che i Jayhaws provano a fare il processo inverso di Alabama, ovvero creare una forte squadra di football con i soldi del basket, ma è dal 2008 che non finiscono con un record positivo.

A nessun broadcaster interessa che la Big 12 del basket sia stata per anni la migliore conference della nazione e che continuerà ad avere Kansas o Baylor, campionessa in carica. Cincinnati, Houston e Memphis sarebbero un trittico interessante ma nessuna è forte abbastanza nel football da poter creare un prodotto appetibile e redditizio per le TV. La Big 12 conserva, però, il lustro e il retaggio di essere una power conference da decenni che potrebbe attirare comunque delle attenzioni, magari dalla Pac-12. Al momento però, se Kansas vuole mantenere la Big 12 viva l’opzione principale è quella di vederla ridimensionata, diventando una versione più forte della Big East e della WCC, conference che esistono solo nel basket e che hanno due regine indiscusse come Villanova e Gonzaga, a patto di vedere meno soldi dalle Tv.

La seconda è l’ipotesi smembramento che prevedrebbe una serie di infinite sotto-ipotesi, molte delle quali riguardanti Kansas. Essendo nel Midwest, i Jayhawks sono appetibili per tutte le conference rimaste: sarebbero la più a Est della Pac-12, la più a Sud della Big Ten, la più a Ovest dell’ACC e la Big East non ha il football quindi rientra anche lei nel mazzo. Le ultime due, al momento, sembrano le meno interessate, mentre per le altre girano voci ufficiose e ufficiali.

La candidata più interessante è quella della Big Ten, l’unica che può competere a livello economico con la SEC (ha versato poco più di 50 milioni a università in questa stagione). Ha già 14 squadre, è competitiva in entrambe gli sport principali e potrebbe diventare l’altro polo principale rispetto alla SEC in una suggestione, più che una vera ipotesi, che è girata molto ultimamente di uno schema cardinale con quattro conference gigantesche a venti squadre a spartirsi le squadre più forti. Inoltre, la Big Ten potrebbe prendere anche Iowa State: non solo per questioni geografiche, ma soprattutto per il fatto che sia Kansas che i Cyclones fanno parte dell’Association of American Universities (AAU), conditio sine qua non per far parte della Big Ten, mentre tutte le altre della Big 12 no.

Resta comunque un’ipotesi lontana perché le otto della Big 12, prese alla sprovvista dalla decisione delle due secessioniste, sembra che stiano lavorando insieme per salvaguardare e plasmare un nuovo futuro. Anche perché, per molte di loro, gli scenari possibili in assenza di Big 12 non sono dei più appetibili: secondo CBS, Baylor e Texas Tech potrebbero finire nella American, Kansas State nella Mountain West, mentre West Virginia andrebbe nella ACC a sgomitare e Oklahoma State e TCU non cambierebbero il proprio status finendo nella Pac-12. Rimanere insieme potrebbe essere la loro salvezza e per questo hanno dato mandato al Commissioner Bob Bowlsby di trovare una soluzione.

La prima trovata dal Commissioner della Big 12 è una possibile alleanza con la Pac-12. Pare che Bowlsby e George Kliavkoff, suo omologo della conference del Pacifico, sia siano incontrati per discutere di un possibile Big 12/Pac-12 Challenge, ma anche di una possibile fusione tra le due conference, come confermato anche da alcune dichiarazioni di Bowlsby e di Kliavkoff. Già nel 2010, il predecessore di Kliavkoff, Larry Scott, aveva provato ad ampliare la conference da 10 a 16 membri e ora il progetto potrebbero ritornare in auge. Il contratto televisivo della Pac-12 scade nel 2024, un anno prima di quello della Big 12, aprendo così una possibilità per vendere il proprio prodotto insieme.

La seconda, invece, è la dura battaglia lanciata nei confronti di ESPN attraverso una lettera in cui Bowlsby accusa l’emittente di tampering: perché è parte in causa della secessione in quanto ha rifiutato il rinnovo contrattuale con la Big 12 e ne ha firmato uno colossale con la SEC e soprattutto per aver messo sotto pressione gli otto team rimanenti affinché lascino la conference. L’AAC sembra aver contattato, con l’aiuto di ESPN, almeno tre di queste squadre.

Inoltre la stessa ESPN ha lanciato quella che, probabilmente, è la bomba rimasta sotto traccia di questa storia: secondo una fonte all’interno dell’industria del college, l’approdo di Texas e Oklahoma sarebbe il primo passo verso la creazione di una SuperConference da almeno 32 squadre (l’obiettivo sarebbe arrivare a 60) che raggrupperebbe di fatto tutte le attuali squadre delle Power 5, diventando così una sorta di Division a sé stante all’interno della D1. Una mossa molto simile a quella ventilata mesi fa nel calcio europeo, ma che al momento rimane solo un’ipotesi.

La nuova era

Con il contratto televisivo e l’ingresso di Texas e Oklahoma, il commissioner della SEC Greg Sankey ha strappato il rinnovo di contratto fino al 2026 e a Sports Illustrated ha rilasciato un’intervista in cui ha sparato a zero sull’Ncaa, sulla sua mancanza di trasparenza e la resistenza ai cambiamenti, parlando soprattutto della necessità di nuovi modelli di governance. L’Ncaa stessa non ha rilasciato alcun commento su questi processi intra-conference. In questo momento delicato della sua storia, l’unica dichiarazione – molto vaga – che si è concessa, è stata “Dobbiamo re-immaginare il modo in cui gestire 450mila atleti”.

Dal lato sportivo, la base di questa scelta si fonda tutta sulla possibilità di ampliare i playoff del football dalle attuali quattro squadre a dodici, dando così diverse at-large bid alle talentuose squadre della SEC che sono schiacciate dal dominio di Alabama. Ma questi cambiamenti investirebbero anche la March Madness: la possibile sparizione della Big 12 aprirebbe un posto in più tra i bid automatici. Inoltre, un possibile nuovo ordine con SuperConference o quattro grandi raggruppamenti comporterebbe la creazione di una nuova idea di Torneo e, quindi, di una nuova idea di college basketball.

Ad oggi, se le cose dovessero rimanere così, la SEC diventerebbe una conference capace di battere il record di squadre mandate alla March Madness in una stagione (per ora appartiene alla vecchia Big East, che ne mandò 11 nel 2011). Dall’altra parte, programmi rilevantissimi dal punto di vista nazionale come Kansas, Baylor e Texas Tech vedrebbero sicuramente indebolite proprie schedule e, quindi, la loro posizione nei ranking nazionali.

Vedremo se il Big 12/SEC Challenge continuerà a tenersi anche negli anni successivi all’uscita di Texas e Oklahoma. Forse sarà ci sarà un motivo in più per vincerlo.

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