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South Region – Alabama grande favorita con tre pericoli

Autore: Manuel Follis
Data: 13 Feb, 2023

Avere la #1 assoluta del bracket non sempre aiuta ma questa volta è tutto sommato andata bene ad Alabama che è la grande favorita della South Region. Tre i potenziali pericoli dietro alla squadra di Brandon Miller: Arizona arriva molto carica dopo aver vinto il torneo della Pac-12, Virginia ha fatto una grande stagione anche superiore alle attese e Baylor ha ancora parte della squadra che ha vinto il titolo due anni fa. E poi Creighton, Maryland e San Diego State da non sottovalutare in un tabellone con tanti potenziali upset.

 

#1 Alabama

Infuocati in attacco, resistenti in difesa. Quando Alabama accoppia le due metà campo ti travolge come una marea (#2 Adj. Tempo della D1). Le armi sono infinite: Brandon Miller è il diamante, Jahvon Quinerly e Mark Sears sbloccano situazioni pericolose, Charles Bediako e Noah Clowney pattugliano l’area, oltre ad una serie infinita di 3&D. Come batterli? Attaccarli bene con ordine per negare occasioni in contropiede. Ma anche così non è detto che basti.

 

#2 Arizona

La vittoria nella finale della Pac-12 è l’ultimo di una serie di successi messi insieme da Tommy Lloyd in appena due anni e nonostante diversi pezzi persi in estate. UofA è a tratti devastante in attacco (#4 per Adj. Off. in D1), corre il campo come nessun’altra e ha capacità di esecuzione degna dei pro, ma a volte s’incarta in maniera fatale. La coppia di torri formata da Azuolas Tubelis e Oumar Ballo è la migliore che ci sia e molto dipende dalla loro resa.

 

#3 Baylor

Ha probabilmente la miglior coppia di guardie tiratrici della nazione, perché sia Adam Flagler che LJ Cryer tirano con oltre il 40% da tre, e il freshman Keyonte George ha confermato il suo talento, ma non tutto funziona alla perfezione. I Bears faticano a rimbalzo nonostante abbiano due centri solidi e rodati e la difesa ha perso colpi. Ma è comunque meglio evitarli perché tirano tanto e spesso bene da tre e sono in grado di produrre parziali in pochi minuti.

 

#4 Virginia

Una delle poche big ad aver fatto anche meglio del previsto nella derelitta ACC grazie a una squadra super esperta e rodata, anche se la perdita per infortunio di Ben Vander Plas, uno dei lunghi titolari, accorcia ancora di più le rotazioni di un roster non proprio dotatissimo di centimetri. Ma la difesa Tony Bennett è una certezza e la coppia Armaan Fraklyn-Jayden Gardner garantisce punti in un attacco che in effetti è più prolifico e pericoloso del solito.

 

San Diego State#5 San Diego State

Nonostante un attacco onesto ma mai sfavillante e poca roba in quanto a individualità oltre Matt Bradley, è forse la meglio attrezzata fra le non-P6 che non si chiamano Houston o Gonzaga. Come al solito per gli Aztecs tutto parte dalla loro difesa asfissiante (#10 per Adj. Eff. In D1) che non concede soluzioni rapide e mette in crisi le avversarie sul perimetro (29.2% da tre concesso) senza nemmeno subire il rovescio della medaglia intorno al ferro.

 

#6 Creighton

Più forti di quello che il record dice, influenzato da un mese di dicembre in cui sono affondati senza Ryan Kalkbrenner. Tornato il centrone, la difesa è tornata a negare ogni conclusione al ferro, lasciando i vari Trey Alexander, Arthur Kaluma e Baylor Scheierman a colpire in attacco in ogni modo. Bloccare Ryan Nembhard è la chiave, anche perché dalla panchina non ci sono altre soluzioni. Sono la mina vagante del tabellone: possono fare strada se ritrovano compattezza.

 

#7 Missouri

Coach Dennis Gates li ha rivoltati in pochi mesi: dall’11-21 dello scorso anno ad un’annata conclusa 24-9 e record positivo contro avversari del ranking (5-3). È un basket all’arrembaggio quello dei Tigers: forzare palle perse in difesa, transizione e canestri facili. Kobe Brown il totem sotto canestro, DeAndre Gholston e D’Moi Hodge a creare scompiglio sul perimetro. Potenziale guastafeste, ma esposta anche a possibili imbarcate se salta la prima linea difensiva. 

 

#8 Maryland

Capolavoro del coach appena arrivato Kevin Willard, che invece di regalare a Maryland un anno di transizione l’ha portata al Torneo sfruttando una squadra rodata e disciplinata. Incredibile (e insospettabile) l’impatto della guardia transfer da Charlotte Jahmir Young e ottima la crescita del sophomore Julian Reese. Da tenere d’occhio, più in ottica europea, la versatilità del lungo Donta Scott. In ogni caso per i Terrapins passare due turni sarebbe già un’impresa.

 

#9 West Virginia

Nelle ultime quattro partite di regular season, ha perso solo con Kansas di due punti e così i Mountaineers hanno raddrizzato una stagione difficile arrivando alla Big Dance. D’altronde la squadra è completamente nuova e i meccanismi di Bob Huggins non sono immediati. Erik Stevenson ha dato una grande mano grazie a un apporto realizzativo costante e impattante che è in qualche modo emblematico di una WVU molto diversa dal solito (in meglio) nella metà campo offensiva.

 

Utah State Aggies#10 Utah State

Forte candidata a squadra del cuore in questa March Madness essendo una mid-major che diverte tanto in attacco (#13 per Adj. Eff. In D1) grazie a un arsenale vasto, dalla guardia Steven Ashworth come cuore pulsante a Taylor Funk che aggiunge perimetralità nel frontcourt fino ai pick and roll del duo europeo Max Shulga-Dan Akin. Ha sempre perso con SDSU ma giocandosela, il che fa ben sperare in quanto a rendimento contro difese d’élite.

 

#11 NC State

Erano ventidue anni che North Carolina State non vinceva così tante partite in regular season e coach Kevin Keatts riporta i Wolfpack alla March Madness dopo cinque anni. Lo ha fatto affidandosi a Jarkel Joiner e Terquavion Smith, un duo di guardie imprevedibili capaci di infiammarsi in un amen, ma anche di sparacchiare senza pietà. Sotto canestro c’è il centrone di culto DJ Burns. C’è spazio per un acuto, ma non per un grande corsa.

 

#12 Charleston

Un po’ dimenticata dopo essere stata a lungo con FAU la mid-major del cuore durante la stagione. Come da tradizione nelle squadre del fenomenale Pat Kelsey, CofC (record 31-3) è una banda terribile che ruota 9 giocatori che sono spesso personaggi improbabili in quanto a “origini” (il coach recluta transfer al di fuori della D1 come nessun altro). Aspettatevi ritmi sostenuti, triple a pioggia e tanto sudore speso a strappare palloni sotto i tabelloni avversari.

 

#13 Furman

È finita una lunga attesa durata 43 anni – di cui gli ultimi 6 sempre disputati su livelli alti sotto la guida di coach Bob Richey – e i Paladins tornano al Torneo grazie a una grande stagione da 27 vittorie a fronte di solo 7 sconfitte. Furman può contare su un attacco guidato dai super senior Mike Bothwell e Jalen Slawson ma soprattutto molto ben congegnato: ritmo, spaziature giuste, tanto tiro da tre e percentuali altissime da due (#1 in Division I col 59.1%).

 

#14 UC Santa Barbara

Stagione impressionante: non era facile né scontato ricompattarsi dopo due infortuni pesanti, in una Big West mai abbastanza apprezzata per la qualità che riesce ad esprimere ai vertici. Meno attesa ma buona quasi quanto quella UCSB che diede un gran spavento a Creighton nel Torneo 2021. Nome da segnare: Ajay Mitchell, prospetto NBA dal Belgio con maniglie divine per gestire il pick and roll ed attaccare il canestro in isolamento.

 

#15 Princeton

Se parliamo di tradizione nel college basket allora parliamo di Princeton. Qui nessun transfer, si arriva per studiare e poi giocare (in quest’ordine). In campo però i Tigers sono tutt’altro che da sottovalutare. La point forward Tosan Evbuomwan è la star della squadra (ha un altro anno di eleggibilità che non può usare nella Ivy: finirà in una grande l’anno prossimo) e il compito di spingardare da fuori è lasciato a Matt Allocco. Non sono delle furie, ma arrivare punto a punto non conviene.

 

#16 Texas A&M-Corpus Christi

Due centri in due anni per coach Steve Lutz che stavolta porta gli Islanders a dominare la Southland (miglior attacco e difesa della conference). Cinque tiratori sopra il 36% in un attacco guidato da una coppia di play nani, Jalen Jackson e Ross Williams. L’ala che arriva a malapena a due metri Isaac Mushila è uno dei migliori rimbalzisti della D1. Vittima sacrificale di una #1, se ci arrivano.

 

#16 Southeast Missouri State

Seconda partecipazione nella storia dei Redhawks, arrivata abbastanza inaspettatamente. SEMO partiva con il #5 nel torneo della OVC e ha sorpreso Morehead State e Tennessee Tech grazie alla coppia di guardie Chris Harris e Philip Russell e il loro ritmo forsennato, imposto dalla difesa molto aggressiva. La March Madness è la coronazione dell’ottimo lavoro fatto da coach Brad Korn in tre anni. 

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