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TCU barcolla ma non molla

La stagione

La vittoria del NIT dello scorso anno è servita per metterli sulla mappa e renderli una delle squadre da seguire quest’anno e Tcu non ha tradito le aspettattive, giocando una buonissima stagione accompagnata. Gli Horned Frogs sono il terzo migliore attacco della nazione, solo Villanova e Duke la superano, merito di un grande sistema messo su da Jamie Dixon, basato sul ball-sharing (terzi per assist a partita) e su un collettivo solido, talentuoso ed esperto. La stagione è girata, in negativo, quando è iniziata la Big 12, con quattro sconfitte in cinque partite, tutte immeritate per il livello di gioco proposto da Tcu. Inoltre, Jaylen Fisher, playmaker fondamentale nella gestione dell’attacco, si è infortunato al ginocchio e la rotta della squadra di Dixon è andata sempre più a sud. Tcu ha fatto leva sui suoi veterani, su tutti Kenrich Williams e Vladimir Brodziansky, battendo chi doveva battere e perdendo con le più forti. Resta il rammarico per alcune sconfitte, ma ha tutte le carte in regola per vender cara la pelle nel torneo.

Il giocatore chiave

Kenrich Williams è fondamentale, ma lo scatto mentale fatto da Alex Robinson per sopperire all’assenza di Fisher è stato decisivo. Da ottimo cambio, è diventato uno starter che deve gestire meglio alcuni possessi ma che contribuisce a mantenere alto il livello offensivo degli Horned Frogs.

I prospetti

I giocatori di maggiore talento sono ancora degli underclassmen, Fisher e Bane in primis, quindi ne riparleremo negli anni a seguire. I senior invece hanno poche possibilità di fare il salto al piano di sopra. Brodziansky è un lungo old-school, che non disdegna il tiro da tre e sa anche proteggere il ferro e lo slovacco potrebbe essere un buon affare per l’Europa. Kenrich Williams invece avrebbe uno skillset che potrebbe intrigare qualche Gm Nba che magari vorrebbe provarlo a sviluppare come point forward.

Il video

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