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Texas A&M batte il primo colpo della stagione

Autore: Paolo Mutarelli
Data: 11 Nov, 2017

Il primo big match della stagione tra due squadre presenti in tutte le Top25 del college basketball è stato giocato da Texas A&M e West Virginia nella base aerea americana di Ramstein, in Germania, e gli Aggies hanno distrutto i Mountaineers per 88-65. La partita è iniziata malissimo per i ragazzi di coach Billy Kennedy che hanno perso sette palloni nei primi 6′ ma, appena hanno iniziato ad attaccare meglio la difesa press di Bob Huggins, le cose sono cambiate. Vediamo come.

Grande difesa, grandi responsabilità

Da una grande difesa derivano grandi responsabilità. Parafrasando lo zio più famoso dei fumetti Marvel, la partita di Texas A&M è girata quando hanno iniziato a usare l’arma storicamente migliore di West Virginia, cioè la difesa. Due gli accorgimenti che hanno girato la partita a favore degli Aggies: hanno chiuso il centro dell’area negando canestri facili e rimbalzi e hanno smesso di buttare palloni sotto la pressione della zona press. La prova difensiva è stata di livello altissimo, collassando in area e mettendo tante braccia intorno al penetratore o al lungo di turno. Se a inizio partita, gli Aggies avevano perso mezza dozzina di palloni nel giro di un amen, dopo dieci minuti la sceneggiatura si è ribaltata, mettendo a nudo tutte le difficoltà nel trattare la palla dei lunghi dei Mountaineers che, circondati sempre da due o tre difensori, hanno perso moltissimi palloni. E l’attacco di coach Kennedy ha preso vita grazie alla difesa, scatenandosi in contropiede con un trio particolare.

Il tridente delle meraviglie

Nel prepartita si era discusso di quanto avrebbe sofferto Texas A&M per le assenze del play titolare JJ Caldwell, sospeso per sospetta guida in stato di ebbrezza, e del suo prospetto Nba Robert Williams. Nessun problema perchè ci ha pensato il trio Hogg-Davis-Gilder, in momenti diversi, a decidere le sorti del match.

D.J Hogg è entrato dalla panchina nel momento di massima confusione degli Aggies e sembrava essersi adeguato all’andazzo dei suoi compagni. Poi una tripla e due minuti dopo un’altra, svantaggio dimezzato e ritmo accelerato con tanti contropiedi chiusi con assist per compagni smarcati negli angoli o in area.

 

Finirà con una statline da grande giocatore, 19 punti con 4/6 da 3, 7 rimbalzi e 6 assist. Fondamentale per cambiare l’inerzia del match.

 

Chi invece il match lo ha proprio spaccato grazie alle sue braccia chilometriche è Tyler Davis, autore di una doppia doppia di pura potenza (23+13) con schiacciate, intimidazione sotto canestro e chiudendo tutti i contropiedi possibili per il solco decisivo.

 

Ultimo ma non meno importante, Admon Gilder ha sfiorato la tripla doppia con 23+9+7 e 4/5 da 3. Il piccolo panzer è stato praticamente implacabile e inarrestabile in campo aperto, mostrando una profonda intesa con Hogg ed è soprattutto merito loro se gli Aggies hanno chiuso con un ottimo 10/19 da tre punti. Il punto di forza di Texas A&M doveva essere il frontcourt ma, con JJ Caldwell pronto a tornare, coach Kennedy ha un backcourt che può rendere il suo attacco una vera bomba.

Torna presto Esa

Bruttissima figura per i Mountaineers che, dopo un inizio ispirato, si sono sciolti in modo del tutto inaspettato. Nei primi dieci minuti ha funzionato tutto bene: solita difesa press efficace, assist a ripetizione di Jevon Carter per i lunghi sotto canestro e Wesley Harris negli angoli e Texas A&M doppiata 26-13. Poi con il passare dei minuti, l’attacco ha cambiato registro, facendo muovere Carter un po’ come fa Kyrie Irving adesso a Boston, senza palla, piazzando blocchi e tagliando verso il canestro. Risultato? Irving ha Horford a servirlo, Carter ha Konate, Harris e Bender che, dopo tre volte che Huggins ha chiamato lo stesso schema, hanno visto le mani della difesa addosso e la palla andare verso il proprio canestro.

 

La partita è scivolata definitivamente mentre Carter prendeva fiato per tre minuti e, in quel momento, si sono viste tutte le difficoltà per segnare un canestro quando mancano i due principali realizzatori. Non ha giocato infatti Esa Ahmad, fuori per problemi accademici per la prima metà della stagione e, senza il loro punto di riferimento più interno, i Mountaineers  si sono accontentati spesso del tiro da tre, chiudendo con un indegno 12/40. Daxter Miles non ha dato praticamente nulla, 6 i punti arrivati dalla panchina e quindi si è sentita tantissimo l’assenza di un secondo violino che sapesse creare qualche punto nel momento del bisogno. Torna presto Esa, i tuoi hanno bisogno di te.

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