Nello sport collegiale americano tutto dipende dal football. Che si parli di NIL o delle recenti normative che aprono alla possibilità di un compenso diretto per gli studenti-atleti, il football ha sempre la parte più grande della torta. Negli ultimi tre anni, un riallineamento delle conference ha segnato un cambiamento importante, toccando tutte le principali conference e ridisegnando il panorama Ncaa, anche a livello cestistico.
Partiamo da un punto fermo: la Big East, infine, è l’unica conference a confermare tutti gli undici atenei, resistendo alle avances della Big 12 nei confronti della regina del college basketball UConn. Non a caso, è una conference che non esiste nel football e per questo è rimasta intatta. Texas e Oklahoma avevano aperto le danze dell’effetto domino trasferendosi in SEC mentre Big 12 e la Big Ten hanno deciso di saccheggiare la Pac-12 dividendosi otto delle dodici squadre che la formavano.
La Big 12, dopo gli arrivi di Houston, BYU, Cincinnati e UCF dello scorso anno, prova a fare scacco matto con Arizona, Arizona State, Colorado e Utah, una serie di aggiunte che impreziosiscono di qualità e profondità la migliore conference della Division I da anni. La Big Ten strizza l’occhio più al football e ai mercati principali della West Coast stiracchiando le proprie roccaforti su oltre 3000 chilometri. Oregon, UCLA, USC e Washington abbattono le barriere geografiche del mondo collegiale creando la prima conference, di fatto, nazionale. Evidente è il bisogno di un aggiustamento enorme su più fronti, sia logistico che sportivo.
A completare il contorno dello scioglimento della Pac-12 per come la conosciamo, California e Stanford hanno trovato casa nell’ACC, che accoglie anche SMU dall’AAC, mentre Washington State e Oregon State saranno accolte dalla WCC, la conference di Gonzaga e Saint Mary’s. Ma non è detta l’ultima parola per la Pac-12, visto che il board della conference sta lavorando per rimetterla in piedi: dal 2026-27 Boise State, Fresno State, Colorado State e San Diego State potrebbero essere i nuovi membri. D’altronde 108 anni di business, storia e brand non si possono perdere così.
L’alba di una nuova era è alle porte e i movimenti non sembrano essere finiti. Insieme al NIL e al mercato dei transfer, il riallineamento è un altro dei temi che sta rivoluzionando il college basketball per come lo conoscevamo. Forti dei loro miliardari contratti televisivi con FOX e ESPN, Big Ten e SEC promettono di creare un duopolio grazie ai dollaroni del football, mentre la Big 12 sembra voler puntare sulla fama mondiale del basket per aggiungere powerhouse come Gonzaga e UConn. L’ACC sta cercando di difendersi in ogni modo ma le varie Clemson, Florida State e Miami (per blasone nel football) e la coppia Duke-North Carolina potrebbero essere le prossime università indiziate ad un trasferimento.