Ultimo appuntamento con la rubrica dedicata ai migliori rookie arrivati in Europa direttamente dal college basket. Dopo avervi presentato le top5 delle guardie e delle ali arrivate nel vecchio continente, è il turno dei centri.
5. Luke Fischer – Herbalife Gran Canaria (Spagna)
Pivot classico: dategli palla sotto canestro e aggiungete due punti al tabellino, portatelo lontano dal ferro e vedrete le sue percentuali calare sensibilmente. Fischer è il tipico lungo capace di fare poche cose ma buone su un campo da basket: super efficiente sotto i tabelloni, ha size (211cm x 117kg) e forza per crearsi spazio e affondare una bimane nel canestro avversario ed è un ottimo rollante nel pick&roll. A Marquette ha dimostrato di avere due punti deboli: la gestione dei falli personali e i tiri liberi (58.8%). In Spagna ha già giganteggiato contro i lunghi del Real Madrid (10+5 nella vittoria dei suoi in semifinale di Supercopa contro “los blancos”).
4. Konstantinos Mitoglou – Panathinaikos (Grecia)
“The Greek Deac” come lo hanno soprannominato a Wake Forest ha lasciato quest’estate, un po’ a sorpresa, i Deamons Deacons prima del suo anno da senior. Il motivo? Un’offerta irrinunciabile, da oltre due milioni in quattro anni, da parte del leggendario club greco. Unicorno in versione europea Dinos è uno stretch five che ama ricevere palla fronte a canestro piuttosto che in post, grazie ad un rilascio e un range di tiro illimitato che gli permette di aprire il campo a suon di triple. Corre il campo come una guardia ed è un difensore credibile grazie ad un ottimo IQ più che ad una vera e propria presenza fisica. Tornare in patria gli ha aperto anche le porte della nazionale ellenica: è stato, infatti, tra i 16 preselezionati per Eurobasket.
3. Sebastian Saiz – San Pablo Burgos (Spagna)
Cinque fisico che punta tanto sull’atletismo e l’energia che mette in campo, con una “garra” che lo porta ad essere un animale da rimbalzo e una minaccia costante al ferro che tradotto in poche parole vuol dire: macchina da doppia-doppia. La stagione scorsa a Ole Miss ne ha messe a referto 23, chiudendo il suo anno da senior a 15.1 punti e 11.4 rimbalzi di media e con l’inclusione nell’All-SEC First Team. Ottimo finalizzatore nel pick&roll, grazie anche ad una velocità sorprendente vista la stazza, ha un tiro affidabile dai 4/5 metri e ha dimostrato di poter estendere ancora di più il suo range. Un’apertura alare di 213cm lo rende un’ancora della difesa a protezione del ferro. Il Real Madrid, visto il potenziale, non ci ha pensato due volte e lo ha strappato ai cugini dell’Estudiantes per poi girarlo in prestito al Burgos, dove il ragazzo si farà le ossa. “Espartaco 2.0” non è solo futuro è anche presente e, dopo essere stato il leader di tutte le nazionali giovanili spagnole, quest’estate è stato anche tra i preconvocati di Sergio Scariolo per l’Eurobasket.
2. Moses Kingsley – Telenet Giants Antwerp (Belgio)
Il migliore lungo two-way arrivato in Europa, senza ombra di dubbio. Il nigeriano può essere già un fattore determinante su entrambe le estremità del campo grazie ad un fisico euro-ready (208cm x 104kg) e una struttura muscolare che gli permette di essere incontenibile nel pitturato. Ad Arkansas lo hanno definito “blue collar player” perché sempre pronto a sacrificarsi per la squadra, mettendo la sua firma su ogni giocata dei Razorbacks. In difesa è un rim protector d’élite, capace di oscurare il cielo agli avversari come dimostra il titolo di miglior stoppatore della SEC (2.6 stoppate di media) e l’inclusione nell’All-Defensive Team. Dopo una stoppata o un recupero è capace di correre il campo in maniera inusuale per un centro per ritrovarsi subito nell’area avversaria dove, grazie al mix di esplosività verticale e forza, rischia di essere inarrestabile. Allontanandolo dal ferro il risultato non cambia con un tiro dalla media che, seppur meccanico, è molto efficace. Se avete occasione di vedere l’Eurocup non fatevelo sfuggire.
1. Przemek Karnowski – MoraBanc Andorra (Spagna)
Giocatore di culto, 216cm per 140kg di pura eleganza e tecnica non fatevi ingannare dall’apparenza da centro tutta ciccia tipico delle nostre minors. Il polacco è un orso ballerino con un perno da esposizione, un pivot old school che abbina un mix di movimenti in post e tiro dal mid-range con una visione di gioco e una capacità di servire i compagni degna del vostro miglior playmaker. È stato il centro di gravità permanente non solo dell’area ma dell’intero attacco di Gonzaga, con ogni pallone dei Bulldogs che passava sempre dalla sue mani: che fosse per due punti (è ambidestro), per un assist (spesso spettacolare) o per un rimbalzo (ovviamente frutto di un gran senso della posizione e non di un atletismo strabordante). Queste doti, e una stagione finalmente in salute dopo i seri problemi alla schiena del suo anno da junior, son valsi a Gonzaga la finale del Torneo Ncaa e a lui il Kareem Abdul-Jabbar Award, ovvero il premio per il miglior centro di tutto il college basket. Un patrimonio presente e futuro del basket europeo.