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Il trasloco di Wichita State in AAC

Autore: Paolo Mutarelli
Data: 12 Apr, 2017

Archiviata la stagione con la finalissima di Glendale, questi primi giorni di post-season sono caratterizzati da dichiarazioni al draft, cambi di panchine, recruiting e partite tra i freshman dell’anno prossimo. In mezzo a tutto questo, c’è stata una notizia particolarmente importante anche se per certi versi annunciata. Wichita State lascia la Missouri Valley Conference per approdare nell’American Athletic Conference dove andrà a rafforzare una lega in cui giocano già squadre del calibro di UConn, Cincinnati e SMU.

Alla ricerca di un seed migliore

Dopo essersi fatti conoscere soprattutto con la favolosa corsa del 2013, il record complessivo dei successivi quattro anni degli Shockers è stato di 122-20, il migliore in tutta la Division I dopo Gonzaga e Villanova. Nonostante questo, però, con l’unica eccezione del #1 nel 2014, il Selection Committee li ha sempre trattati con una buona dose di indifferenza. Negli ultimi tre tornei hanno avuto i seed #7, #11, #10 nonostante, secondo Kenpom, siano sempre stati una delle squadre più solide della nazione con numeri da top 20 e, addirittura, con la migliore difesa lo scorso anno.

2014-15 2015-16 2016-17
Off Rtg 113.7(19) 110.2 (67) 118.7 (13)
Def Rtg 91.6 (15) 87.6 (1) 92.6 (13)

Il motivo di questo indifferenza nei confronti del team di Gregg Marshall proviene dalla scarsa qualità della schedule, ossia gli avversari affrontati in Missouri Valley Conference non sono così all’altezza per garantirgli un seed migliore. Ne sa qualcosa Illinois State che, pur avendo disputato quest’anno una regular season da 17 vittorie e una sconfitta (contro Wichita State), è stata snobbata dal Selection Committee e lasciata fuori dal torneo.

Perchè l’AAC?

Il trasferimento in AAC è perfetto per svariati motivi: oltre alla maggiore visibilità, portata anche dai contratti televisivi della conference, Wichita va ad aggiungersi ad una serie di squadre come SMU, UConn, Memphis, Cincinnati e Temple e questo non può che giovare alla propria schedule. In più la AAC ha undici squadre più Navy, che però non ha il programma di basket. Wichita State si inserisce perfettamente in questo contesto poiché non ha un programma di football, come Gonzaga, e andrà a completare lo scenario cestistico, aiutando decisamente la compilazione del calendario di conference che sarà per la prima volta con dodici squadre. É la classica win-win situation: Wichita State acquista notorietà e maggiori introiti, l’AAC uno dei programmi più vincenti degli ultimi anni che alza l’asticella aggiungendo competizione e scoraggia quelle università come Houston, UConn e Temple che spesso vengono inserite nelle discussioni di possibili espansioni da parte della Big 12.

Il futuro di Wichita

I dividendi di questa mossa andranno valutati tra un paio di anni, ma potrebbe non essere tutto rose e fiori per gli Shockers. Gregg Marshall è da anni uno dei nomi più citati quando una panchina di qualche ateneo delle Power 5 si libera, ma Wichita State è sempre riuscita a tenerselo stretto grazie anche a uno stipendio che supera i 3 milioni di dollari a stagione. La domanda vera è se ci sarà vita dopo l’eventuale abbandono di Marshall.

Come visto con VCU, George Mason o Davidson, la perdita del proprio capo carismatico, in campo o in panchina, ha portato delle annate così e così e non è nei piani di Wichita State fare la stessa fine. Questa mossa potrebbe essere interpretata come polizza assicurativa in caso di addio di Marshall, presentandosi ai possibili successori non più come membro di una Missouri Valley Conference dove si qualifica alla March Madness di fatto solo la vincitrice del torneo di conference, ma come membro dell’AAC che ha a disposizione più bid da parte del committee.

Chi sarà la prossima Wichita State in MVC?

Tempi duri per la Missouri Valley Conference che in pochi anni ha dovuto subire la perdita di due programmi importanti come Creighton e Wichita State e ha perso la già poca rilevanza che aveva. Ci potrebbero essere già quattro candidate sul tavolo del comitato della MVC e tutte e quattro sembrano essere delle candidature valide. La più credibile, per il momento, è quella di Saint Louis, ex membro della MVC agli albori del college basket. É uno dei programmi più famosi dell’Atlantic 10 grazie soprattutto al lavoro del compianto Rick Majerus che lascerebbero solo per avere il ruolo di alpha dominante nella Missouri Valley Conference. Più indietro partono Valparaiso e Murray State, entrambe dotate di ottimi programmi negli ultimi anni. Tra le due, sembrano essere un po’ più forti le chance dei Racers grazie a un’ottima tradizione di coach passati in Kentucky (Steve Prohm e Mick Cronin, per citare solo due nomi), una striscia di ventinove stagioni con un record positivo interrotta quest’anno e due giocatori Nba come Cameron Payne e Isaiah Canaan. Più defilata sembra essere, invece, la candidatura di Belmont.

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