UConn torna a vincere il titolo NCAA dopo nove lunghi anni e lo fa con autorità superando prima UCLA per 85 a 51 e poi South Carolina per 82 a 59 in una finale mai in discussione. Un successo che segna la consacrazione di Paige Bueckers e il ritorno ai massimi livelli di Azzi Fudd, premiata come MOP del Ttorneo. Finale di stagione invece amaro per USC e JuJu Watkins che, pur vincendo il prestigioso Wooden Award, ha terminato la sua stagione anzitempo a causa di un infortunio.
Un’attesa durata 9 anni
La corsa al dodicesimo titolo di UConn era iniziata cinque anni fa con l’arrivo di Paige Bueckers. La sua scelta aveva acceso la speranza di riportare gloria a un programma scosso dalla sconfitta contro Mississippi State nel 2016 che non solo aveva interrotto l’incredibile striscia di imbattibilità, ma aveva anche incrinato le fondamenta di un programma che sembrava destinato a vincere in eterno.
Tuttavia, la strada è stata tutt’altro che semplice. Infortuni, battute d’arresto e anni difficili hanno infatti segnato il cammino di Bueckers. Situazione aggravata poi dalle pesanti assenze delle sue compagne che spesso hanno costretto UConn a giocare in emergenza. Per quanto straordinaria, Paige da sola non poteva bastare. Coach Geno Auriemma lo ha sempre saputo: per tornare sul tetto del college basketball, avrebbe avuto bisogno dell’apporto di tutte le sue stelle.
Il titolo più emozionante
Quest’anno tutti i pianeti si sono finalmente allineati: Bueckers è finalmente tornata in forma per l’intera stagione. Azzi Fudd ha trovato la giusta continuità e la nuova arrivata, Sarah Strong si è dimostrata più forte e decisiva al di là delle più rosee aspettative. Insieme il trio formato da Bueckers, Fudd e Strong ha riportato UConn alla gloria.
Ma il vero capolavoro è stato quello di coach Auriemma: ha saputo guidare la squadra nel momento più difficile, trasformando le sconfitte contro Notre Dame e USC in svolte decisive. Da quel momento, le Huskies non hanno più sbagliato. Hanno cominciato a giocare da vera squadra, compatta, consapevole e vincente. E pensare che c’era chi lo voleva in pensione…
Il peso di questi cinque anni tumultuosi ed incerti è stato sancito dal lungo abbraccio tra Bueckers e Auriemma a bordo campo quando a pochi minuti dalla fine ha lasciato il terreno di gioco per l’ultima volta. “Ti voglio bene” le ha detto tra le lacrime. “Questo titolo è stato il più emozionante della mia carriera” ha spiegato il pluripremiato coach in conferenza stampa; “per la prima volta dopo cinque anni, oggi, tutte le mie emozioni sono venute fuori. Il viaggio di Paige in questi cinque anni è diventato anche il mio. Abbiamo affrontato argomenti e situazioni molto serie insieme, e oggi mi sono lasciato andare perché finalmente, dopo cinque anni, l’ho vista piangere”.
Paige è leggenda
Aarrivata a Uconn nel 2020, ha letteralmente travolto il campionato femminile. Nel suo anno da freshman ha vinto tutti i premi che poteva vincere tra cui quello di National Player of the Year, la prima matricola a riuscirci. Poi la vita a Storrs per Buckers è diventata un vero calvario: un infortunio alla tibia, rientri affrettati e due anni lontana dal campo.
Ma quest’anno è cambiato tutto. Il suo corpo l’ha aiutata, ma soprattutto ad essere pronta era la sua mente. Grande merito va a coach Auriemma che l’ha aiutata a non lasciarsi sopraffare dalle aspettative, insegnandole ad ascoltarsi e a rispettare i propri tempi. Il risultato? Il titolo NCAA, quello che neanche Caitlin Clark era riuscita a conquistare. La rivalità tra Bueckers e Clark, frenata finora dagli infortuni, si prepara ora a risplendere in WNBA, dove Paige vestirà la maglia delle Dallas Wings.
Azzi Fudd: la rinascita di una stella
Auriemma lo aveva detto: se UConn voleva vincere il titolo Azzi Fudd doveva “diventare la stella che è destinata ad essere”. E così è stato. Dopo quattro anni segnati dagli infortuni Azzi è riuscita ad esprimere tutta se stessa. Non è un caso se il suo ritorno a pieno regime è coinciso con la rinascita di UConn.
La partita contro USC nelle Elite 8 è stata quella della svolta. Tutto stava girando storto per lei, quando coach Auriemma sul punteggio di 56 a 56 ha disegnato sulla sua lavagnetta lo schema che l’avrebbe vista impegnata in un tiro da tre. “Lì per lì non vi volevo credere. Non avevo mai segnato mai in quella partita e quello era un canestro davvero importante” ha detto Azzi. Ma quel canestro ha cambiato tutto: da lì 8 punti consecutivi di fila e la vittoria per le Huskies. Nel match successivo contro UCLA i punti sono stati 19 per poi passare ai 24 contro South Carolina che le sono valsi il premio come Most Outstanding Player del Torneo. Con Bueckers in WNBA, Il prossimo anno toccherà a lei la leadership della squadra.
Una dura lezione per South Carolina
Coach Dawn Staley, dopo la sconfitta finale, non ha usato mezzi termini: “Ci hanno letteralmente preso a calci. Spero che ora nello spogliatoio stiano piangendo. Perdere, provare emozioni forti, versare lacrime… tutto questo ti spinge a lavorare di più durante l’offseason. Ti costringe a guardarti dentro, ad analizzare quale sia davvero la distanza tra il loro programma e il nostro, e a capire come colmare quel divario.”
UConn ha infatti dominato dal primo possesso, lasciando le Gamecocks senza contromosse. Un finale di stagione che ha lasciato l’amaro in bocca dopo un campionato piuttosto positivo (35-4) che però aveva visto South Carolina crollare proprio nei big match contro UConn, UCLA e Texas. La causa? La poca efficacia della “popcorn offense” creata da Staley per ovviare alla mancanza di una leader offensiva. Ed è proprio da questa consapevolezza che il programma dovrà ripartire.
UCLA e USC: sogni spezzati
Le due squadre losangeline si sono sciolte proprio sul bello. Ed entrambe contro le Huskies. USC, orfana di JuJu Watkins, non è riuscita a ripetere l’exploit di inizio stagione contro le Huskies. Nonostante ciò, la stella californiana ha chiuso l’anno con numeri impressionanti: 23.9 punti, 6.8 rimbalzi e 3.4 assist a partita.
UCLA, in testa a alle polls per tutta la stagione, si è arresa senza opporre resistenza a Bueckers e compagne per 85 a 51 nella semifinale. Rimane comunque un’annata storica per le Bruins approdate per per la prima volta nella storia alle Final Four. E per la prossima stagione sono nuovamente le favorite alla vittoria finale.
Si conclude così la stagione 2024-25. E se c’è una lezione che UConn ha lasciato ai posteri è che vincere non è mai semplice, che c’è bisogno dell’apporto di una intera squadra per ottenere grandi risultati e soprattutto che nella March Madness, tutto può davvero succedere.