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USC l’imprevedibile

Autore: Stefano Russillo
Data: 1 Mar, 2018

La stagione

Una montagna russa la stagione di USC: in pre-season era considerata la principale dark horse per il titolo, visto il talento e la profondità del roster a disposizione, finché l’inchiesta FBI ha costretto l’Ncaa a dichiarare ineleggibile De’Anthony Melton. La notizia ha tolto serenità all’ambiente con coach Andy Enfield che non è riuscito a dare un’identità alla squadra, limitata anche dagli acciacchi del loro miglior giocatore Bennie Boatwright (out per il resto della stagione) e di Derryck Thornton, il principale cambio in regia. Sono così arrivate sconfitte pesanti come le tre L consecutive contro Texas A&M, SMU e Oklahoma a cavallo tra novembre e dicembre o la pesante disfatta contro la non irresistibile Princeton. La svolta è arrivata con l’inizio della Pac12 quando i Trojans sono riusciti a vincere otto delle prime dieci prima di perderne altre tre di fila per tornare a anellare altre 4W consecutive. La certezza di USC è l’attacco (22ª per efficienza in Ncaa) che ruota tutto intorno a Jordan McLaughlin, uno dei migliori floor generals di tutto il college (15° per assist/rate), se riesce a mettere in ritmo i compagni diventano un incubo per chiunque.

Jordan McLaughlin (USC)

Il giocatore chiave

La svolta nella stagione dei Trojans è arrivata quando il tandem di guardie Elijah Stewart-Joanah Mathews ha iniziato a trovare fiducia dalla lunga distanza (entrambi tirano sopra il 40% da tre). Con McLaughlin pronto a metterli in ritmo ne basta uno dei due in serata di grazia al tiro per rendere USC un osso duro da affrontare. Se poi sono entrambi a trovare il canestro con continuità l’unico modo di fermare i Trojans è affidarsi agli dei del basket.

I prospetti

Chimezie Metu è finalmente esploso nel suo anno da junior, mettendo da parte l’inconsistenza che lo aveva accompagnato nei suoi primi anni e aveva fatto storcere il naso ai vari GM Nba attratti dalla combinazione di atletismo, verticalità e potenziale difensivo di questa PF. Conosciuto come slasher, quest’anno ha messo su (finalmente) un jumper affidabile dalla media, oltre ad aver aggiunto il tiro da tre al suo arsenale offensivo. Una chiamata a ridosso della lottery sembra ormai scontata. McLaughlin ha le carte in regola per essere la PG di riserva di una franchigia Nba mentre Stewart è un tiratore già confezionato e pronto per l’Europa.

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