Se novembre è un mese ricco di partite spettacolari, è a marzo che ci si gioca il titolo. E questo per fortuna di Villanova, che, dopo un’ottima uscita contro Army, caratterizzata dal buon esordio di due freshmen in quintetto base, ha fatto un passo falso pesante contro Ohio State. I Wildcats, dimenticandosi quanto di buono fatto nella prima uscita, hanno sofferto fin da subito nella trasferta a Columbus, non riuscendo a ricucire lo svantaggio accumulato nei primi minuti.
Va detto, la squadra di Jay Wright ha affrontato due avversarie di calibro completamente diverso, ma quello che ha stupito è proprio l’approccio con il quale Gillespie e compagni hanno affrontato le due partite.
Nuovi volti
Contro Army sono arrivati 24 punti e 13 rimbalzi per Jeremiah Robinson-Earl. Il freshman, giocatore dal grande talento e il più atteso di Villanova, è in grado di segnare in molti modi nei pressi del ferro. Contro Ohio State, l’ex IMG ha però faticato più del previsto.
La scommessa di coach Jay Wright è che sfruttando la sua agilità e la sua capacità di essere rapido ed efficace nei cambi difensivi il suo lungo prenda presto le e misure della Ncaa. Insieme a lui, in quintetto è stato sempre inserito anche l’altro freshman atteso, ossia Justin Moore.
Dopo i report trapelati sul suo dominio in uno scrimmage a porte chiuse contro North Carolina, il prodotto di DeMatha Catholic HS finora non è ancora riuscito a impressionare.
L’idea di Wright è probabilmente quella di farlo giocare più minuti possibile insieme ai titolari, in modo da farlo abituare alla competitività delle guardie avversarie. Finora per la guardia 7 punti di media con meno del 30% dal campo. Numeri chiaramente non brillanti, ma nello staff c’è la convinzione che Moore abbia potenziale e talento.
Le lacune difensive
Se Army ha avuto diverse difficoltà a penetrare nella difesa di Villanova, Ohio State, squadra da ranking e ben più attrezzata, ha colpito per la facilità con cui è riuscita a imporre il suo gioco senza mai mollare la presa. Gran parte del primo tempo del match contro i Buckeyes, i giocatori di Wright l’hanno passata a inseguire i tiratori avversari più che a difendere in maniera corale, con Ohio State che dopo sei minuti era in ritmo per chiudere con un Offensive Rating di 170.
Presi alla sprovvista da questo inizio forte degli avversari, la confusione ha preso il sopravvento tra le fila dei Wildcats, che hanno abbandonato la partita troppo presto. E questo è forse il segnale che preoccupa più della sconfitta finale.
Il resto della stagione
Se tiriamo le somme, che cosa rimane? Beh, è evidente che i giovani di Villanova avranno bisogno di tempo per trovare le giuste alchimie, imparando a giocare insieme e per maturare. In particolare, i Wildcats dovranno migliorare la comunicazione, soprattutto difensiva, che peraltro è uno storico marchio di fabbrica del college.
Contro Ohio State è mancato questo, ma ancora di più è mancato un leader, un giocatore capace di trainare la squadra come negli ultimi anni hanno fatto Jalen Brunson o Phil Booth. Collin Gillespie è il leader dichiarato dello spogliatoio, ma dovrà dimostrare di esserlo anche in campo. Intanto lui dice la sua: “Dobbiamo concentrarci sulle piccole cose, lavorare duro e allenarci intensamente. Sono i dettagli a fare le grandi squadre. Preparandoci meglio, potremo fare molto bene”. Insomma, lo sa anche lui, il cantiere di Villanova al momento è aperto.