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La settimana pazza di UK, dalla #1 all’upset

Autore: Paolo Mutarelli
Data: 14 Nov, 2019

Una settimana schizofrenica per Kentucky. Dall’esordio favoloso al Madison Squadre Garden contro Michigan State, con cui si è presa la prima posizione del ranking, al pugno in faccia rimediato in casa in uno storico upset contro la modesta Evansville, 67-64. Nel mezzo, una passeggiata contro Eastern Kentucky, 91-49

Un crollo, quella dell’ultima partita, inaspettato e da non imputare all’inesperienza, dato che solo uno dei tre perni della squadra è un freshman. John Calipari ha dato tutti i meriti ad Evansville e al suo coach Walter McCarty, ex campione con Kentucky nel 1996 tra l’altro, e ora dovrà cercare di far rialzare subito il suo gruppo dopo questa sconfitta inattesa, ma meritata.

Il picco di luce

Nell’arena più famosa al mondo, Kentucky aveva dato una dimostrazione di forza piuttosto convincente. Approccio alla gara giusto, una difesa che ha messo subito in difficoltà il faro avversario, Cassius Winston, e un attacco che è girato intorno alla stella Tyrese Maxey. John Calipari ha mandato in campo il quintetto più pronto ed esperto possibile, limitando a Kahlil Whitney la presenza dei freshmen. L’esordio di Maxey in maglia Wildcats è stato uno dei migliori della gestione Calipari. I suoi 26 punti, 7/12 dal campo, con 3/7 da tre, sono stati il massimo per un freshman al debutto in maglia Kentucky. 

Ma al di là dell’aspetto numerico, Maxey è parso un attaccante completo grazie alla capacità di finire al ferro, assorbendo i contatti e la fisicità degli avversari, ma anche alla sua versatilità al tiro. Una guardia che preferisce iniziare l’azione con il pallone in mano, ma che non disdegna di correre sui blocchi e attaccare una difesa già mossa. Il suo impatto è stato positivo anche nell’altra metà campo, dove con Ashton Hagans può formare una delle coppie più temibili della nazione. 

 

SBNation lo ha già definito il prossimo prospetto Nba di cui si innamoreranno i GM e Calipari lo ha descritto come un tiratore migliore di Jamal Murray e un difensore migliore di De’Aaron Fox. Maxey si è caricato nel pre partita, leggendo un messaggio del padre, rimasto in Texas perchè debilitato da una malattia, che l’ha allenato fin da quando era piccolo, e che diceva: Leave No Doubt. Lasciali senza dubbi.

La discesa repentina 

Sbrigata con facilità la pratica Eastern Kentucky e presa ufficialmente la vetta del ranking, i ragazzi di Calipari si apprestavano a giocare contro Evansville, piccola università dell’Indiana, finita ultima nella scorsa Missouri Valley Conference. La squadra è al secondo anno della gestione di Walter McCarty, uno dei titolari degli “Untouchables”, ovvero la Kentucky di Rick Pitino campione Ncaa del 1996. 

kentucky

Evansville era 0-33 contro le squadre della Top 25

 

Una partita che doveva essere di routine e invece è entrata nella storia del college basketball. Kentucky non è mai riuscita a tenere il passo di Evansville, che è stata sempre in controllo, grazie ad una difesa che ha chiuso il ferro e che Kentucky non ha mai capito come scardinare. Nick Richards non riesce ad evolversi in un’arma dal post, Quickley e Hagans continuano ad essere battezzati al tiro, mentre i due freshmen Whitney e Brooks sono sembrati utili solo in difesa. Maxey ha provato a dare una scossa, ma ha predicato nel deserto, muovendosi spesso da solo in attacco e chiudendo con 15 punti. 

Le generalità di una Cinderella

Evansville ha continuato ad eseguire lo spartito preparato da McCarty con autorità e consapevolezza che si vedono di rado in una mid major in trasferta a Kentucky. A Maxey non è riuscito il capolavoro nel finale come contro Michigan State, ma non gli si può chiedere di trascinare l’attacco di peso ad ogni partita. L’organizzazione difensiva darà una grande mano a Kentucky, soprattutto se riuscirà a giocare più in transizione, altamente limitata dai Purple Aces, ma Calipari deve trovare nuove soluzioni in attacco. 

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