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Nova e Butler deluse, Seton Hall sorride

Autore: Riccardo De Angelis
Data: 18 Dic, 2018

Marquette è l’unica squadra della Big East a non essere scesa in campo in settimana e anche l’unica che conserva la propria permanenza in Top 25: Villanova ne è uscita nuovamente dopo le sconfitte con Penn e Kansas, mentre il 10-0 di St. John’s non ha impressionato i votanti della AP Poll.

 

Una strada lunga davanti a Villanova

Entra ed esce dalla Top 25, non domina più il Big 5 e deve anche preoccuparsi di qualche mal di pancia a mezzo social: da qualsiasi angolatura la si voglia vedere, questa non è la “solita” stagione di Villanova. I Wildcats hanno rimediato due sconfitte in trasferta, in casa di Penn (78-75) e di Kansas (74-71). In mezzo, anche un post polemico del panchinaro d’oro Jahvon Quinerly (“Era la mia seconda scelta per un motivo”), il quale ha però immediatamente fatto retromarcia e chiesto scusa.

Le cose non vanno benissimo ma non è tutto da buttare via, anzi. La squadra di Jay Wright dà l’impressione di essere semplicemente un cantiere i cui lavori sono più lenti rispetto a quelli osservati nelle annate precedenti, ma non per questo incapace di dare frutti quando conterà di più. Il “ceiling” di questa squadra non sarà altissimo – probabilmente non sarà mai da Top 10 quest’anno – ma c’è abbastanza su cui lavorare per mantenere il primato nella Big East. Se non altro, le gerarchie sembrano davvero definite adesso: Phil Booth lider maximo (fra lo sbalorditivo e il commovente coi suoi 29 punti contro i Jayhawks), minuti in abbondanza per il tuttofare Saddiq Bey e rotazione a sette giocatori, con Cole Swider da ottavo che può far rifiatare i compagni e magari piazzare un paio di triple (cosa però non riuscitagli benissimo finora).

 

Butler è bella ma non basta

Una sconfitta davvero dura da digerire: contro Indiana, Butler conduce per quasi tutto il match prima di capitolare a causa di una pazzesca tripla allo scadere di Rob Phinisee per il 71-68 finale. Bulldogs incolpevoli sull’azione conclusiva (difesa da manuale per ostacolare Romeo Langford, e se poi un altro la piazza da oltre 10 metri…) mentre hanno da recriminare sulla propria produzione offensiva nell’ultima parte dell’incontro (parziale di 19-7 Hoosier negli ultimi 9 minuti).

C’è comunque del positivo: in una partita in cui i leading scorer Kamar Baldwin e Paul Jorgensen hanno messo insieme appena 21 punti (9/29 dal campo) è salito in cattedra Sean McDermott con una prova da 20 punti (1/3 da due, 6/10 da tre). Insomma, le opzioni ci sono e si può guardare ai prossimi impegni con fiducia, per quanto resti l’amaro per una “quality win” buttata via all’ultimo.

 

Seton Hall non è bella ma basta e avanza

Non gioca un grande pallacanestro (anche se sta crescendo), eppure vince: Seton Hall ha battuto Rutgers (72-66), togliendosi un’altra bella soddisfazione dopo il successo su Kentucky, seppur non per la caratura dell’avversario: “Ci credete che ci danno un trofeo per aver battuto Rutgers? È come dare un premio a qualcuno per essersi allacciato le scarpe con successo”. La frase non è davvero di Kevin Willard (purtroppo) ma solo di un suo account fake su twitter: in ogni caso, da abbastanza bene l’idea di come la sentitissima rivalry del New Jersey abbia sorriso più spesso ai Pirates che non agli Scarlet Knights, soprattutto negli ultimi anni. La serie è ora sul 40-30 Seton Hall, vincitrice di 5 degli ultimi 6 incontri.

C’è da ringraziare ancora una volta Myles Powell, alla seconda gara consecutiva chiusa a quota 28 punti (8/17 dal campo e 6/6 ai liberi con tanto di tripla clutch a 2’53” dalla fine) che certifica una volta di più il suo status di stella nella conference. Il georgiano Sandro Mamukelashvili è l’altro Pirate in doppia cifra (15 punti e 9 rimbalzi). Sacrificato e un po’ fuori ruolo, l’ex Biella ha fatto fatica a ingranare quest’anno ma ora sembra aver preso la direzione giusta: le triple messe contro Rutgers non potranno che aiutarlo nel prendere maggior fiducia.

 

Ponds stellare ma niente Top 25 per St. John’s

Un mese fa ci aspettavamo una sua entrata in Top 25 a quest’ora: pur forte di un record 10-0, St. John’s ha raccolto solo 59 punti nelle votazioni per la Week 7, il che ne fa la virtuale #29 di questa settimana. Insomma, i votanti della AP Poll hanno deciso di aspettare che la squadra del Queens affronti test più probanti, anche perché le due partite più impegnative disputate fin qui, con VCU e Georgia Tech (rispettivamente #90 e #94 nel ranking di KenPom), sono anche quelle che hanno dato vittorie più risicate (all’OT coi primi, +3 coi secondi).

Nel frattempo, Shamorie Ponds continua a inanellare prestazioni clamorose: contro Wagner, l’eroe locale dei Johnnies ha sfiorato la tripla doppia con 16 punti, 9 rimbalzi e 14 assist (career-high), prendendosi solo 7 tiri. Non chiamatelo sparacchiatore.

 

Le altre

Marquette – Settimana di riposo e posto conservato nella AP Poll (ora alla #20).

Georgetown – Ko casalingo con SMU (81-73) e seconda sconfitta consecutiva per una squadra in balia di se stessa nella metà campo difensiva. Pat Ewing ha tanto, tantissimo lavoro da fare.

DePaul – Vittorie facili contro due rivali cittadine di più basso rango, Chicago State (104-70) e UIC (90-70), gare in cui Max Strus è tornato a mettere insieme numeri belli grossi: 27 punti in 25′ coi Cougars, 34 punti e 13 rimbalzi coi Flames.

Providence – Dopo la batosta AJ Reeves (non tornerà in campo prima di metà gennaio), i Friars hanno ottenuto un successo facile con Central Connecticut (87-63 con quattro giocatori in doppia cifra e Maliek White top scorer con 18 punti).

Xavier – Vittoria senza troppi patemi contro un’abbordabilissima Eastern Kentucky (95-77): ben 6 giocatori in doppia cifra con Quentin Goodin che ha scherzato gli avversari mettendo insieme 16 punti, 10 assist e 7 recuperi.

Creighton – Missione compiuta con Green Bay: successo per 86-65 grazie anche a un bel 14/33 da tre.

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