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Villanova cerca equilibrio per regnare

CINCINNATI, OH - FEBRUARY 17: Jalen Brunson #1 and Mikal Bridges #25 of the Villanova Wildcats celebrate in the closing seconds of a game against the Xavier Musketeers at Cintas Center on February 17, 2018 in Cincinnati, Ohio. Villanova won 95-79. (Photo by Joe Robbins/Getty Images)

La stagione

Gli anni passano e le vittorie continuano: con Jalen Brunson e Mikal Bridges a indicare la via, la Villanova di questa stagione incarna l’ultima erede diretta di quella guidata da Ryan Arcidiacono e Daniel Ochefu fino al titolo nazionale del 2016. Continuità negli uomini e nella mentalità, ma non nelle caratteristiche in campo: quella di quest’anno, è la squadra offensivamente più devastante mai avuta da coach Jay Wright (127.4 ORtg, 59.7 eFG%, 6 giocatori in doppia cifra di media), ma è anche fra le più vulnerabili in difesa: 96.0 DRtg, sempre sotto quota 93 nelle precedenti cinque stagioni. L’assenza prolungata del “collante” Phil Booth, recuperato a fine febbraio, s’è fatta sentire in questo senso, ma non ne è l’unica ragione. Trovare in extremis il tanto agognato equilibrio fra le due metà campo sarà la chiave del successo dei Wildcats. In questo senso, quanto di buono mostrato da Nova durante il torneo della Big East (vinto in back-to-back) può indurre i suoi tifosi a un cauto ottimismo. E nei primi due turni hanno mostrato di avere tutto per arrivare fino in fondo.

Il giocatore chiave

Resiliente e vincente nel senso più ampio possibile, Brunson è il leader designato di Villanova, quello che per primo si carica sulle proprie spalle la squadra nei momenti più difficili. Pochi orpelli, tanta sostanza, mano educata e il miglior gioco in post-up che potrete mai vedere da parte di una guardia: al terzo anno di college, sta vivendo la miglior stagione in carriera, segna 19.4 punti a partita col 41.3% da tre e serve 4.7 assist con un pazzesco rapporto rispetto alle perse (2.76/1). I Cats sono versatili e talentuosi, ma tutto passa in primis dalla continuità di Brunson.

I prospetti

Candidato a una chiamata in lottery, Bridges è il Wildcat destinato ad avere la miglior carriera da professionista, con un combinazione di istinti, caratteristiche fisiche (l’apertura di braccia, per esempio) e atletiche fra le più interessanti in circolazione. Ala di 2 metri, è in grado di spostare gli equilibri in un amen e in campo sa fare un po’ di tutto, come testimoniato dalle sue statistiche: 18.0 punti (43.3% da tre), 5.4 rimbalzi, 2.1 assist, 1.1 stoppate e 1.6 recuperi di media quest’anno.

Adesso non sono materiale da Draft (se ne riparlerà fra un anno o due), ma il talento di Donte DiVincenzo e Omari Spellman è già molto evidente, oltre che capace di fare la differenza a livello Ncaa. Esplosivo e infaticabile, The Big Ragù si è imposto prepotentemente negli equilibri interni ed è il terzo miglior marcatore di Villanova (13.1 punti), mentre il lungo dell’Ohio è una minaccia costante dall’arco (44.2% da tre) ma con doti ancora da smaliziare in post-basso, sia in attacco che in difesa.

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