Ci sarà una partita di secondo turno con moltissimo sangue blu nel West Regional: Duke si sbarazza infatti di CSU Fullerton con una doppia doppia di Paolo Banchero e trova sulla sua strada Michigan State, E vediamo se finirà come due anni fa, quando Tom Izzo battè alle Elite Eight Zion Williamson e compagnia. Gli Spartans faticano tantissimo per battere una gran bella squadra come Davidson, mentre Texas Tech non usa una goccia di sudore per mandare a casa Montana State. Alabama perde subito uno dei suoi giocatori chiave per infortunio e poi perde anche la partita, con Notre Dame che approfitta della pazzia dei Crimson Tide per andare ancora avanti.
#6 Alabama – #11 Notre Dame 64-78
#3 Texas Tech – #14 Montana State 97-62
#7 Michigan State – #10 Davidson 74-73
#2 Duke – #15 CSU Fullerton 78-61
Coach K continua a ballare
Niente brutte sorpreso all’esordio dell’ultimo ballo di Coach K. Duke controlla e conquista facilmente il passaggio al secondo turno battendo CSU Fullerton con uno scarto di diciassette punti mai messo in discussione. Buona prova di Paolo Banchero che bagna l’esordio al Torneo mettendo a referto 17 punti, 10 rimbalzi e 4 assist e prendendo in mano la situazione quando è servito. Il miglioramento in difesa chiesto da Coach K sembra essere arrivato, la squadra è stata quasi sempre presente e attenta con un solo piccolo blackout nel primo tempo con tante perse consecutive che hanno lasciato campo aperto alla rimonta dei Titans. La presenza sul perimetro ed in area a contestare tiri è stata massiccia, come testimoniano le 10 stoppate e qui una menzione d’onore va fatta per Mark Williams che ne ha tirate 5 prima di uscire per un acutizzarsi del problema all’anca dovuto a due scivolate consecutive.
L’arena di Greenville è infatti usata anche per l’hockey su ghiaccio e il parquest scivoloso è stato il vero problema per i Blue Devils. “That damn floor was slippery on both ends“, si è lamentato coach K che ha visto, oltre a Williams, anche Banchero e Moore cadere pericolosamente. Avrà molto bisogno di entrambi nel prossimo turno, per vendicare la sconfitta alle Elite Eight del 2019, quando Michigan State vinse e andò alle Final Four, eliminando una delle più talentuose Duke di sempre, con Zion Williamson, RJ Barrett e Cam Reddish. E anche questa volta Coach K è favorito.
Coach K fandom hit another level for this @DukeMBB fan 😂 #MarchMadness pic.twitter.com/m82gYr0bTc
— NCAA March Madness (@MarchMadnessMBB) March 19, 2022
Per Fullerton termina subito la quarta apparizione al Torneo, la prima dal 2018, ma coach Taylor può ritenersi soddisfatto di quanto fatto dai suoi ragazzi. L’atletismo di Anosike, dominante nella Big West, su cui si basa l’attacco dei Titans non poteva essere replicato, ma nonostante questo l’attacco è girato bene trovando buoni tiri dall’arco. Purtroppo per loro, i Blue Devils sono stati molto attenti e reattivi nel balzare davanti al tiratore per contestare il tiro e il 29.4% dall’arco parla da sé.
E trova Tom Izzo al secondo turno
Ci sono un austriaco, un coreano e un neozelandese…No, Davidson è tutto fuorchè una barzelletta e Michigan State se n’è accorta dal primo all’ultimo secondo di una partita tanto bella quanto equilibrata. E avanti di 8 a un minuto dalla fine, ha sudato fino all’ultimo secondo per eliminare la squadra del mitico coach Bob McKillop, alla sua 33/a stagione sulla panchina dei Wildcats. Che sono la squadra con più internationals della Division I e, soprattutto, un gatto attaccato ai maroni grazie al tiro da 3 (quinti della nazione con il 38.5%) e una serie di giocatori che potranno diventare degli idoli locali quando torneranno nei loro paesi.
Ma Tom Izzo sembra finalmente aver trovato una sorta di equilibrio in una squadra che ha vissuto di alti e bassi per tutta la stagione, nonostante talento, centimetri e panchina non manchino di certo. Solo il freshman Max Christie ha deluso, tutti gli altri hanno dato il loro contributo, a partire da Joey Hauser che con 27 punti è stato fondamentale per vincere. Una delle sue 4 triple è arrivata nel momento più difficile per gli Spartans, che hanno dimostrato anche carattere, ribaltando l’inerzia della partita nei minuti finali. E così le giocate finali di Luka Brajkovic (l’austriaco), di Hyunjung Lee (il coreano) e di Sam Mennenga (il neozelandese) hanno solo messo pressione e paura agli Spartans, ma non sono state sufficienti per andare avanti
E ora tocca a coach K: Tom Izzo ha un record negativo di 3-12, ma abbiamo già detto l’ultima volta come è finita.
Sweet home Alabama
La presentazione al torneo con tre sconfitte consecutive non era una delle migliori performance di Alabama e la serata di ieri non ha fatto altro che confermare questo momento di stanchezza. La squadra di coach Nate Oats è rimasta in partita per un tempo e poco più, ma alla lunga ha dovuto cedere il passo ai ragazzi terribili di Notre Dame guidati da un fantastico Cormac Ryan autore di 29 punti – career high – con 7 su 9 da tre e da un Blake Wesley che si è ben messo in mostra in ottica Nba Draft.
La partita è iniziata subito con lo shock per l’infortunio di Jahvon Quinerly, costretto ad abbandonare il campo per un problema al ginocchio che è apparso sin da subito piuttosto serio e che lo costringerà a una risonanza magnetica per valutarne l’entità. I Crimson Tide si sono trovati quindi senza uno dei giocatori chiave e con JD Davison, Jaden Shachkleford e Nate Ellis chiamati a fare gli straordinari. La difesa di Bama ha dovuto poi fare i conti con l’attacco ragionato dei Fighting Irish che, dopo aver iniziato con 1/7, hanno aggiustato la mira e non si sono più fermati. Alabama ha difeso forte costringendoo Notre Dame a ben 18 palle perse, il doppio della sua media, ma non è bastato. Lo strappo decisivo del match è arrivato a inizio secondo tempo con il parziale di 17-5 a cui Ryan e Wesley hanno contribuito con sei punti a testa. Da quel momento in poi è stata una lunga discesa che ha portato Notre Dame a raccogliere un altro importante scalpo dopo quello di Rutgers, ed ha costretto Alabama sulla via di casa che, questa volta, non è tanto dolce.
Il ritorno di Shannon
Prima azione in difesa, stoppata. Primo tiro in attacco, tripla. Secondo tiro, tripla. Terzo tiro, tripla. Terrence Shannon chiude in soli 4′ minuti la pratica Montana State e Texas Tech vive un primo turno di assoluta pace, segnando addirittura la bellezza di 97 punti, cifra mai ragigunta quest’anno da una squadra che non ha certo nell’attacco il suo punto di forza. Anche perchè il suo attaccante migliore, Shannon appunto, ha avuto problemi fisici per tutto l’anno ma ha scelto il momento migliore per essere al top della forma.
Inutile anche la 1-3-1 provata dai campioni della Big Sky, i Red Raiders l’hanno bucata da tutte le parti tirando con il 66% dal campo e il 60% da 3, con tutto il quintetto in doppia cifra. Mark Adams si gode così la sua prima vittoria al torneo da head coach e la sua squadra continua a stupire: in difesa funziona alla perfezione, se replica anche una precisione al tiro del genere, allora Texas Tech può davvero fare tanta strada.