Ha la faccia da bambino un po’ imbronciato, un po’ perché è in effetti giovanissimo (19 anni solo ad agosto), un po’ perché ogni tanto è immerso nei suoi pensieri e si dimentica di giocare come potrebbe. Abbiamo fatto un mezzo strappo alla nostra regola e lo abbiamo inserito tra le 5 migliori ali piccole della stagione più per fisico e (grande) potenziale che per quanto ha davvero fatto vedere quest’anno. Finirà al primo giro, perché di esterni di 206 cm con skill da tiratore ce ne sono pochi, ma i buchi neri nel suo gioco non mancano.
Punti di forza
Mano educata
La meccanica di tiro non è perfetta, con la mano che arriva troppo vicina alla fronte mentre carica, ma il rilascio è fluido e indubbiamente stiamo parlando di uno scorer. È stato lui il primo terminale dei giochi offensivi di Kentucky (25.9% shots) che iniziavano tutti con una sua uscita dai blocchi, e ovviamente ha finito con l’essere il primo Wildcats per punti segnati (15.4). Può creare dal nulla un tiro da tre punti
o sfruttare i suoi centimetri e un tocco sicuramente sensibile (51% eFG) per andare in mezzo all’area e usare la sua ottima percentuale dal mid range, che è la sua comfort zone per eccellenza.
Wingspan
Fisicamente è un esterno che quest’anno non ha praticamente avuto eguali nel college basket perché, oltre all’altezza, è di solo mezzo pollice sotto i 7 piedi di wingspan. Non per questo è un gran difensore, ma sulle linee di passaggio le sue lunghe braccia possono tornare utili
Post basso
Ben più alto della maggior parte dei difensori che si è trovato davanti, John Calipari ha pensato bene di mandarlo ogni tanto in post basso dove sia spalle che fronte a canestro ha dimostrato di avere movimenti efficaci, tirando spesso in testa ai suoi avversari
Tiri pesanti
Non ha paura, questo è certo, anche se non è stato un leader, cosa di cui Kentucky avrebbe avuto molto bisogno. Però nei finali di partita non si è mai nascosto: dopo 35′ passati a sparacchiare contro Vermont, ha evitato così la prima brutta figura dell’anno in casa, segnando la sua unica tripla della gara
Qui invece la sua miglior partita dell’anno, con 34 punti segnati sul difficile campo di West Virginia compresa questa pesantissima tripla
Punti deboli
Testa ondivaga
Una smorfia? Una protesta? Un’esultanza? Rare, ma non sono certo così importanti, sarà mica il primo giocatore dalla faccia semi-impassibile. Il problema è che tanto è capace di prendersi tiri che contano, quanto a tratti è assente in campo e spegne la luce del suo gioco (2.3 le palle perse). E allora arriva un passaggio pigro e fuori bersaglio
o, ben più spesso, una difesa senza senso
Affidabilità al tiro
Gran parte dei suoi tiri sono in uscita dai blocchi, molto più spesso laterali, che lo portano soprattutto a cercare soluzioni dal gomito o dall’angolo dentro o fuori l’arco, dove è più affidabile. Lo è molto meno il suo tiro frontale soprattutto da 3, soluzione che non è prevista in nessun gioco che Calipari ha disegnato per lui, a partire dal mai esplorato pick’n’pop, ed ecco che finisce sul ferro una tripla con spazio che un tiratore non può sbagliare
Il 38% dei suoi tiri arriva da oltre l’arco e il 34.1% da 3 con cui ha chiuso la stagione spiega che c’è ancora da lavorare per diventare una minaccia davvero affidabile. Non è una sentenza neanche ai liberi, nonostante sia passato da un modesto 72% dei primi mesi fino al 77.4% finale che non è certo da buttare. Ricordiamoci però che stiamo parlando di un tiratore e superare l’80% dovrebbe essere per lui il minimo sindacale. Qui due liberi che entrano con un po’ di fortuna
Mano sinistra
L’esplosività non è esattamente il suo forte e questa lacuna è più evidente quando mette la palla a terra con la mano debole, cioè con la sinistra. La sua partenza in palleggio difficilmente lascia il difensore sul posto (solo il 21.6% delle sue conclusioni sono al ferro), ma con la destra ha un controllo maggiore dei suoi movimenti e riesce a scegliere meglio tra le diverse opzioni, cioè se arrivare fino in fondo o fermarsi con un tiro dalla media. Con l’altra mano è tutto molto più complicato
Fisicità
Spesso paragonato a Kevin Durant, l’unico vero punto di contatto con la star dei Warriors è per ora un fisico molto longilineo, tendente al leggero. Ben sotto i 100 kg, Knox soffre i giocatori anche più piccoli di lui ma dotati di di muscolatura ben diversa: Admirald Schofield, 1.95 ma 110 kg di cattiveria, lo umilia così a rimbalzo
Intangibles
Talento ok, fisico da migliorare ma di centimetri ce ne sono in abbondanza, deve accendersi di testa e diventare un giocatore più continuo e affidabile se non vorrà finire in fondo a qualche panchina Nba. Perchè non sembra animato dal sacro fuoco della competizione e, senza una discreta dose di cattiveria in più, rischia di diventare tanto bello quanto inutile.