E’ stata una settimana importante per le squadre della Sec, con movimenti nel ranking dell’Ap non banali: Kentucky ha perso 10 posizioni e Tennessee è entrata nella top3 della nazione.
Vediamo perchè.
UK perde partite e giocatori
Un buzzer da metà campo può allungare una partita, ma non è detto che sia sufficiente per vincerla. E infatti il colpo di quella parte del corpo di Keldon Johnson da metà campo ha dato 5 minuti in più di vita ai Wildcats che al supplementare hanno poi perso contro Seton Hall, non esattamente una superpotenza della Big East. E’ stata questa l’ultima partita con la maglia di Kentucky di Quade Green, dato che il sophomore ha deciso di andarsene subito, con un mid season transfer che lo costringerà a stare fermo fino alla primavera del 2020.
Scelta bizzarra la sua, causata sicuramente da un ruolo e da un minutaggio diverso rispetto all’anno scorso, quando conviveva meglio con Shai Gilgeous Alexander e restava in campo oltre 25 minuti a partita, scesi a 17.8 in questa stagione. In teoria, avrebbe dovuto fare l’uomo di esperienza nel backcourt, aiutando e anche colmando le pecche di Immanuel Quickley e Ashton Hagans, ma la realtà è che nessuno dei tre sta rendendo come dovrebbe.
I freshman mettono insieme poco più di 10 punti e 4 assist a partita in due, tirando entrambi sotto il 30% da 3, e quindi siamo per ora dalle parti del mezzo disastro. Green è il migliore tiratore da 3 della squadra con il suo 42.3%, ma la sostanza è che il ruolo da shooting guard in uscita dalla panchina non gli piace e Calipari lo ha tenuto sotto i 10 minuti in campo sia contro UNC Greensboro che Seton Hall. Saluti quindi, e ora entrerà nelle rotazioni un altro freshman, cioè Jemarl Baker, e coach Cal avrà una squadra ancora meno esperta e pericolosa dall’arco.
I numeri di un successo
E settimana dopo settimana, Tennessee è arrivata fino alla #3. Come? Battendo Gonzaga, e questo l’abbiamo già visto, ma soprattutto con un’organizzazione di gioco di cui coach Rick Barnes non può che andare fiero. Perchè vero è che Grant Williams e Admiral Schofield sono una coppia di all around davvero difficili da marcare per chiunque, ma non è che attorno a loro ci siano chissà quali fenomeni. Però la palla viaggia veloce e con due passaggi arriva sempre nel posto giusto, sia nel cuore dell’area
che per un tiro da 3 senza difensore
Secondi nella nazione con 21.1 assist a partita, i Vols sanno sempre cosa fare e nessuno nella Southeastern ha perso meno palloni di loro (95, cioè 11.9 di media). Così l’attacco è a sorpresa il 15/o della nazione per adjusted efficiency e segna quasi 83 punti a partita nonostante un reparto guardie che ha perso Lamonte Turner (sempre alle prese con problemi alla spalla) e che tira malaccio da 3.
Non sorprende per niente, invece, la solidità difensiva (13/i nella nazione con 92 punti concessi in 100 possessi), mentre a rimbalzo il 20/o posto assoluto con 42 a partita è di nuovo frutto del lavoro collettivo di tutti, perchè Kyle Alexander non si può certo definire un centro dominante. “Dobbiamo migliorare, dobbiamo trovare la nostra identità come tutti gli altri”, continua a ripetere coach Barnes. Ci permettiamo di non essere d’accordo: se c’è una squadra con una solida identità già definita, quella è Tennessee.
Una mano fredda
L’anno scorso aveva fatto divertire parecchio e quest’anno, con Naz Reid di fianco, ci si aspettava che potesse giocare ancora meglio. Invece Tremont Waters è decisamente meno incisivo rispetto alla sua stagione da freshman e LSU sta facendo una discreta fatica. Recuperi a parte, le sue statistiche sono tutte in calo: da 16 a 11 punti, da 6 a 5 assist, da 3.4 a 2.4 rimbalzi. Preoccupa soprattutto la mira da 3, passata da un onesto 35.1% al modesto 27.3% delle prime 10 gare della stagione: 1/9 nella sua ultima partita contro Houston, sbagliando anche la tripla che avrebbe potuto riaprire una gara che i Tigers comandavano con 15 punti di vantaggio all’inizio del secondo tempo. Ma Galen Robinson gli è scappato via da tutte le parti nella ripresa e così è sfuggita una vittoria in trasferta su un campo difficile come quello dei Cougars, che sarebbe stata molto importante in ottica Torneo.
E una calda
Non ha proprio lo stesso problema Lamar Peters, che sta tirando con il 43.5% da 3 e ha chiuso le ultime due partite con 16/24 dall’arco per 55 punti totali. Se ci aggiungiamo anche una media di 5.7 assist a gara, si capisce perché il junior di Mississippi State è una delle migliori guardie del college basket. Se n’è accorta per ultima Clemson, distrutta dal 19/30 da 3 di Peters e compagni. “Ve lo dico, non ho mai avuto una squadra che lavora così duro al tiro”, ha detto coach Ben Howland, che sta portando i Bulldogs sempre più in alto nel ranking e ora sono alla #18.