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Anita Franchini: ‘In America più forte di ogni ostacolo’

Anita Franchini
Autore: Isabella Agostinelli
Data: 1 Ago, 2025

Tra la maturità, un infortunio al ginocchio e un visto che sembrava non arrivare mai, Anita Franchini ha dovuto superare più di una prova prima di coronare il suo sogno: volare negli Stati Uniti e giocare a basket in NCAA. Ala classe 2006, Anita ha giocato con la Reyer Venezia e con le Nazionali giovanili e ora è pronta a iniziare la sua avventura americana con Texas A&M.

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Domanda d’obbligo per iniziare. Sei riuscita a ottenere il visto?

Sì, fortunatamente sì. Andare negli Stati Uniti è sempre stato un sogno e quindi, quando è arrivato il problema dei visti ,è stato un po’ una botta. L’università fortunatamente è stata molto d’aiuto: mi hanno seguita passo dopo passo, sempre in contatto con me e quindi non ho mai davvero temuto di non poter partire. Anche perché, devo essere sincera, tra maturità e riabilitazione al ginocchio ero totalmente incasinata che quasi mi sono dimenticata del problema del visto.

Dato che l’hai menzionata, come è andata la maturità?

Tutto bene! Anche se non è stato semplice: giocare in serie A e frequentare il liceo artistico, dove ci sono molte ore di laboratorio e quindi tanti rientri, richiede un bell’impegno. In Italia essere una studentessa – atleta non è facile, ed è proprio la prospettiva di essere in un contesto come quello statunitense, nel quale sport ed educazione non si escludono a vicenda, ad avermi spinto a scegliere la NCAA.

Quali altri aspetti ti hanno portato a questa decisione?

Avevo fatto una vera e propria lista con i pro e i contro …  ma alla fine è stata inutile: nella colonna dei contro c’erano solo due voci, una delle quali era la distanza da casa. Ma ormai sono tanti anni che non vivo più con i miei e quindi mi sembra davvero una cosa irrisoria. Sono convinta che certe esperienze vadano vissute: anche se i chilometri saranno tanti, quella del college americano è un’avventura che voglio assolutamente affrontare. E ho sempre sognato di viverla sulla mia pelle, dopo averla sentita sempre raccontare o vista solo nei video.

Chi te ne ha parlato?

Ho avuto la fortuna di parlare con alcune ragazze che avevano già fatto questo percorso come Francesca Pan e Lorela Cubaj e mi hanno dato molti consigli utili. Eleonora Villa addirittura mi aveva raccontato che quasi non vuole più tornare in Italia! Sentire queste parole da chi ci è passato mi aiuta a vivere questa scelta con ancora più serenità.

Anita Franchini ha giocato nelle ultime due stagioni alla Reyer Venezia, campionessa in Serie A nel 2024 e finalista nel 2025. Le sue compagne di squadre erano le ex Georgia Tech Francesca Pan e Lorela Cubaj

Siamo curiosi. Cosa ti hanno raccontato Pan e Cubaj?

Mi hanno detto che avrei avuto la stessa preparatrice che hanno avuto anche loro, Yolanda Berryhill, e mi hanno già anticipato il classico rapporto di “amore e odio” con i suoi esercizi (ride).

Raccontaci un po’ del tuo recruiting a Texas A&M.

É  successo tutto molto in fretta. Loro stavano cercando una giocatrice internazionale e io in quel periodo stavo iniziando a guardarmi intorno per capire se la NCAA potesse essere una strada per me,  Da lì è partito tutto: ho preso contatto con l’assistant coach Chelsea Newton – che ha giocato anche qui in Italia –  e mi ha detto che sarebbe venuta a Venezia per assistere a un mio allenamento e per parlare. Ero gasatissima ma, neanche a farlo apposta, due giorni prima mi sono fatta male al ginocchio. Lì ho pensato: ‘E’ finita; ho perso la mia opportunità’. Però lei è venuta lo stesso e si è creato da subito un buon feeling. Qualche settimana dopo ho fatto una videochiamata con coach Taylor e da lì ho capito che sarei stata nel posto giusto perché mi hanno fatto sentire da subito una di loro.

Hai avuto modo di poter visitare il campus e conoscere le tue future compagne?

Sì, sono andata a visitare il college di Texas A&M: è stata una bellissima esperienza. Sia la squadra che lo staff mi hanno riservato un’accoglienza super. Sarei rimasta là già da allora ma, sai, prima dovevo finire le superiori. (ride) .

A livello tattico ti hanno già spiegato quello che sarà il tuo ruolo e cosa si aspettano da te?

Sì. Volevano integrare nei loro schemi  una giocatrice internazionale per portare un approccio diverso nel loro sistema di gioco. Da me si aspettano appunto un approccio più europeo, basato sulle letture di gioco e sul coinvolgimento delle compagne. Inoltre, sono stata scelta anche per la mia fisicità che qui in Italia mi ha aiutato tanto. Pur non avendo ancora un ruolo fisso in difesa, l’idea di coach Taylor è quella di farmi crescere all’interno di un sistema che valorizza le mie caratteristiche e che allo stesso tempo può aiutarmi a migliorare nelle aree in cui sono ancora carente.

Parlando di difesa non posso che pensare a South Carolina. Cosa provi all’idea di dover affrontare una delle squadre più forti della NCAA e di giocare nella SEC, una delle conference più competitive del panorama femminile?

Per me è un onore affrontare squadre come South Carolina, Texas e LSU. Mi affascina l’idea di mettermi in gioco in una conference così e di dovermi misurare con giocatrici del calibro di Flau’Jae Johnson o Mikaylah Williams per esempio.

C’è qualche giocatrice che non vedi l’ora di poter sfidare?

Una delle giocatrici che mi sarebbe piaciuto affrontare è JuJu Watkins, ma purtroppo si è infortunata anche lei al crociato e quindi la nostra sfida dovrà aspettare (ride).  Sarà comunque bello poter anche ritrovare Caterina Piatti che giocherà in Florida: è una mia ex compagna di nazionale U18 e sarà bello ritrovarla in campo fuori dall’Italia.

Che consiglio daresti a una giocatrice che sogna un futuro al college?

Uscire dalla propria confort zone è fondamentale. Certo, la distanza e l’incertezza di una esperienza di cui non si conoscono le dinamiche possono spaventare ma, finché non le vivi, non saprai mai chi sei veramente, di che pasta sei fatta. Affrontare esperienze del genere è indispensabile per crescere come atleta e come persona. Quindi il mio consiglio è: se vi capita, afferrate questa occasione al volo senza pensarci troppo.

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