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Anthony Edwards, l’Ant-Man che punta alla n.1

Anthony Edwards
Autore: Paolo Mutarelli
Data: 29 Nov, 2019

Meglio di Dominque Wilkins, meglio dei supereroi Marvel. Anthony “Ant-Man” Edwards ha iniziato col botto la sua avventura a Georgia e lo ha fatto superando l’eroe locale Wilkins per punti collezionati nelle prime due partite in carriera in maglia Bulldogs, 53 contro 47. Non sazio, ha devastato la difesa di Michigan State nel secondo tempo del Maui Invitational, segnando 33 dei 37 punti finali, e messo il canestro vincente contro Chaminade. In una Georgia giovanissima, nove freshman a roster, Tom Crean ha trovato in Edwards il leader attorno al quale costruire il resto.

Ant-Man, il generoso

Ant-Man è un supereroe della Marvel che può diventare minuscolo o gigantesco a suo piacimento, proprio come Edwards nella sua prestazione contro gli Spartans, inosservato nel primo tempo ed esploso nel secondo. Il soprannome gliel’ha dato il padre quando aveva 3 anni e da allora l’ha sempre accompagnato. Per andare a Georgia, ha deciso di saltare l’anno da senior dell’high school e diplomarsi subito. L’anno in meno sulla carta di identità viene bilanciato da un fisico mostruoso, esplosivo come un running back, ruolo in cui giocava da piccolo.

“È adatto al mio tipo di gioco. Ha voglia di migliorare e questo è fantastico per noi, è fantastico avere qualcuno così nel nostro programma”. Così Tom Crean ha investito Edwards del ruolo di leader, ma non aspettatevi di vederlo per tutto il tempo con la palla in mano, nonostante il suo Usg% sia il più alto in squadra (32.6%). Nelle prime partite, l’ex coach di Indiana ha cavalcato il lungo Rayshaun Hammonds, decisivo in positivo contro Georgia Tech e in negativo (per problemi di falli) contro Dayton.

Si era andati da Hammonds anche perché Edwards, nonostante abbia il pacchetto completo (tiro da fuori, ball handling, letture, difesa), è il primo a voler condividere le responsabilità. “Amo giocare, davvero. Ma amo anche vedere gli altri giocare”. Un supereroe generoso, anche a parole.

Esplodere alle Hawaii

“Ma perché non gioca sempre così?”, si è chiesto Bill Walton durante il secondo tempo contro gli Spartans. Beh, ce lo siamo chiesti anche noi. Edwards veniva da un paio di gare sottotono, dove si era assentato per lunghi tratti di partita. Nella ripresa contro Michigan State, quel suo modo di giocare da fermo, con una fiducia incrollabile nel tiro da tre, con le penetrazioni centellinate, è diventato devastante quanto il Martello di Thor (tanto per restare in tema Marvel). Da ogni posizione, con ogni tipo di marcatura, Edwards segnava, mostrando agli scout giunti alle Hawaii il motivo per cui è un candidato alla prima scelta assoluta.

 

Un po’ diverso dal 2/10 contro Dayton o dal 5/15 contro Georgia Tech. L’esperienza gli porterà in dote più saggezza nella scelta dei tiri (7/24 dall’arco prima delle ultime due gare e un eFG del 47%). C’è però la sensazione che dal pick and roll possa essere una mini versione collegiale di James Harden, ovvero tanti tiri da tre creati per sé, in maniera anche analoga al giocatore di Houston, e tanti tiri aperti per i compagni. Anche perché, palla in mano, è capace di giocate eccezionali tipo questa. 

 

Tom Crean sa però che avrà Anthony Edwards solo per un anno e che, per poter costruire qualcosa, deve puntare anche su altri giocatori, come per esempio i freshman Sahvir Weehler, grande amico di Ant Man, e Toumani Camara. Crean pensa di sfruttare Edwards come due suoi vecchi alunni, Dwayne Wade e Victor Oladipo, entrambi idoli Nba del giocatore, tagliando dal lato debole per andare a schiacciare. Ha le capacità tecniche e fisiche per andare a canestro, assorbire contatti e catturare falli (6.5 liberi di media).

C’è una base tecnico-fisica davvero incredibile per un ragazzo del 2001 e i margini di miglioramenti sono evidenti. Crean ci punta, la Nba lo punta e Michigan State e Chaminade l’hanno appena conosciuto.

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