Un minuto esatto al termine del primo tempo supplementare. Cronometro dei 24 secondi che scorre inesorabile. Matt Rafferty entra in possesso del pallone a circa sette metri da canestro: ha solo sette secondi per concludere. Furman, nel mentre, sta compiendo un’impresa: ha costretto Villanova all’overtime e si trova sul +4. Serve un ultimo guizzo, però, per chiudere del tutto la contesa. Rafferty apre il palleggio, entra in area e sfodera un giro e tiro di estrema difficoltà.
È una conclusione complicatissima, anche per un bravissimo giocatore come Rafferty. Eppure, la panchina non ha dubbi: il tiro non è ancora partito e diverse riserve hanno già le braccia al cielo in segno di esultanza. Una grandissima fiducia nel compagno e nella possibilità di compiere un’impresa destinata a rimanere nella storia dell’ateneo. E il tiro di Rafferty, infatti, va a segno. Titoli di coda: i Paladins sgambettano i Villanova Wildcats, campioni Ncaa 2018.
L’equilibrio che regna sovrano…e alla fine vince Furman
È una squadra strana Furman. È strana perché controlla la partita senza imporsi, perché sa infilarsi nelle pieghe della gara senza stravolgere il ritmo, perché sta sempre sul filo del rasoio e non interrompe l’equilibrio, ma poi vince. Otto vittorie nelle prime otto gare di questa stagione, quasi sempre senza strafare. Certo, i Paladins sono stati in grado di dilagare contro formazioni di Division inferiore (+40 su North Greenwich con 15 triple di Jordan Lyons, +17 su South Wesleyan), contro Elon (+21 con 18 punti di Alex Hunter nel secondo tempo), ma per il resto non si sono mai resi protagonisti di grandi fughe.
Al di là della vittoria al supplementare su Villanova (+8 alla sirena finale grazie alla serie di tiri liberi a segno nell’ultimo minuto), i Paladins hanno vinto per ben tre volte con appena due punti di margine. Contro Loyola-Chicago, altra squadra vista alle Final Four dello scorso anno, nella seconda gara della stagione è stato decisivo il poderoso poster di Clay Mounce allo scadere; contro i Gardner-Webb Bulldogs, capaci di forzare il supplementare dopo un lungo inserimento, sono stati i canestri di Lyons e dello stesso Mounce a dare il successo.
Poi è arrivata Western Carolina e il massimo vantaggio nei 40’ è stato un +5 a favore di WCU. Non è bastato nemmeno il primo supplementare per decidere la partita, poi nel secondo OT il solito Jordan Lyons ha deciso di prendere in mano la gara con due triple consecutive e i Paladins si sono portati sul record di 8-0, conquistandosi anche il meritatissimo ingresso nel ranking nazionale per la prima volta nella storia dell’ateneo (la SoCon mancava dal ranking da marzo 2008).
Il marchio di coach Richey
Un’altra stranezza – se così vogliamo chiamarla – di questa squadra è che i grandissimi risultati stanno arrivando a fronte di un impatto tutt’altro che decisivo da parte dei senior. Certo, c’è Rafferty (18.8 punti e 9.5 rimbalzi di media) che è nel pieno della sua maturazione cestistica, ma per il resto nel roster ci sono solo altri due senior che stanno per altro giocando a intermittenza. La squadra, dunque, è molto giovane: Lyons (21.1 punti a partita) è un junior, i restanti tre membri del quintetto sono due sophomore (Mounce e Hunter) e un freshman (Gurley).
Eppure, Furman sta riuscendo a stravolgere anche questo stereotipo, vincendo e convincendo grazie in particolare ad un segreto ormai nemmeno così celato: coach Bob Richey. A Furman da sette anni, cinque dei quali trascorsi da assistant coach, Richey – da quando ha assunto l’incarico di head coach – ha saputo imprimere a fuoco il suo marchio sulla squadra, costruendo un sistema che permette ai Paladins di non perdere mai i propri riferimenti.
Furman, infatti, è una squadra che esegue, sempre e comunque. Non forza la giocata, non forza il ritmo, aspetta pazientemente che l’azione si sviluppi nella maniera prediletta. E ha comunque giocatori di ottima tecnica, perfettamente assemblati da un allenatore che in due anni ha plasmato un gruppo nel vero senso della parola.
La fiducia nei propri mezzi, tra i Paladins, è alle stelle. Le carte in regola per sovvertire quel pronostico di quarto posto nella SoCon ci sono tutte. Basterà continuare ad eseguire. E anche, perché no, non smettere di essere così strani.