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Pagelle top player: Barrett ok, male Grimes

Autore: Giulio Scopacasa
Data: 6 Dic, 2018

Come procede il percorso dei giocatori in odore di Nba? C’è chi come RJ Barrett dopo la sconfitta contro Gonzaga ha cambiato marcia e chi invece come Romeo Langford o Nassir Little stenta a decollare. Ecco il borsino

Chi sale

RJ Barrett (23.1 PPG, 6.3 RPG, 4.0 APG)

Dopo un inizio leggermente sottotono, dalla sconfitta contro Gonzaga in poi, RJ Barrett sembra aver ripreso a mietere vittime. È andato vicino alla doppia-doppia sia contro Indiana, 22 punti e 9 rimbalzi, sia contro Stetson. Contro il college della zona di Orlando gli sono bastati 17 minuti per far registrare 26 punti, 7 rimbalzi e 7 assist mantenendo un’irreale 85.7% dal campo. E le sue quotazioni tornano a essere in competizione con quelle di Zion Williamson per la prima scelta al draft del 2019.

Bol Bol (21.6 PPG, 9.6 RPG, 0.9 APG)

Nonostante i Ducks siano veramente in difficoltà, Bol Bol rimane il motore di questa squadra. Le due sconfitte consecutive contro Texas Southern e Houston pesano su Oregon, così tanto da trascinare Oregon, fuori dalla Top 25 dell’Associated Press. Niente di tutto ciò ha impedito al lungo di registrare un career high da 32 punti condito da 11 rimbalzi e di mettere a segno una solida prestazione da 23 punti e 7 rimbalzi contro Houston, leader nella AAC.

Kevin Porter Jr. (11.7 PPG, 3.3 RPG, 1.7 APG)

Entra in classifica Kevin Porter Junior (finora assente) anche per l’assenza causa infortunio di Darius Garland. Le sue statistiche non riportano cifre fantasmagoriche, ma ciò che stupisce di Porter Jr. (e che fa salire le sue quotazioni) è l’enorme potenziale su diversi aspetti del gioco. È uno scorer puro e lo ha dimostrato: arriva al ferro con continuità e tira con ottime percentuali in rapporto alla difficoltà dei tiri concessi dalla difesa. Sorprendente anche il suo ball handling, qualità importantissima per gli scout NBA. Nelle ultime partite non è sceso in campo per un problema al quadricipite, ma dovrebbe tornare presto sul parquet e confermare la propria crescita.

Chi scende

Romeo Langford (17.9 PPG, 5.8 RPG, 2.1 APG)

Il talento del ragazzo non è in discussione e la guardia-ala infatti non ha problemi a registrare prestazioni da 20 e 17 punti, come nelle ultime due uscite contro Northwestern e Penn State. Indiana è ancora imbattuta nella Assembly Hall (solo due sconfitte in trasferta: Duke e Arkansas), e basterebbe poco per entrare nella Top 25. Quel qualcosa potrebbe essere un apporto maggiore in termini di costanza da parte di Langford. I problemi al tiro e lo scarso coinvolgimento dei compagni condizionano il suo gioco in attacco, mentre le difficoltà nelle letture difensive lo rendono presente solo a tratti in difesa.

Nassir Little (11.8 PPG, 4.8 RPG, 0.8 APG)

È forse il giocatore più in difficoltà tra i dieci presi in considerazione. La prestazione contro Michigan è stata incommentabile: 4 punti, 1 rimbalzo e il 20% dal campo in 20 minuti sono la miglior fotografia del momento di Little. Non è ancora pronto a prendersi troppe responsabilità su entrambi i lati del campo e sembra quasi nascondersi dietro Coby White (freshman, lui sì partito benissimo) e di Cameron Johnson. La morale è che il talento cristallino di Nassir Little non è ancora emerso veramente, e qualcuno si chiede se non sia anche per i pochi minuti che Roy Williams gli concede.

Quentin Grimes (8.7 PPG, 2.6 RPG, 2.6 APG)

Tornato a segnare 14 punti contro Wofford con un alto minutaggio, Quentin Grimes continua a non riuscire a incidere veramente sul back court dei Jayhawks. Lagerald Vick sta comprensibilmente attirando tutti i riflettori ma nelle due vittorie, entrambe in overtime, contro Tennessee e Stanford, Grimes ha chiuso con soli 5 e 2 punti. Per Kansas, ancora imbattuta, potrebbe essere pericoloso arrivare alle gare di conference con un Grimes così poco partecipe.

Stabili

Zion Williamson (20.8 PPG, 8.8 RPG 2.4 APG)

Dopo la sconfitta con Gonzaga il fenomeno mediatico Zion ha continuato a mantenere ottime medie e segnare, difendere, prendere rimbalzi e un po’ tutto il resto con la stessa continuità avuta nelle prime partite. La percentuale dal campo del 67% è indicatore della qualità di tiri presi. Continuare a migliorare è l’unico mantra che deve seguire Williamson per arrivare il più pronto possibile alle partite della ACC.

Keldon Johnson (15.9 PPG, 6.1 RPG, 1.5 APG)

Settimana scorsa in calo, ritroviamo Johnson in leggero miglioramento, quanto meno su livelli accettabili in proporzione al talento messo sul parquet. I 27 punti contro Tennessee State migliorano un po’ le sue quotazioni, mentre le solide partite con Monmouth e UNC Greensboro aiutano Kentucky a vincere in scioltezza, ma niente di più. Piano piano Keldon Johnson sembra si stia adattando al sistema di gioco di Calipari, nonostante un inizio davvero difficile.

Cameron Reddish (16.3 PPG, 3.4 RPG, 1.5 APG)

Mai accontentarsi, è ciò che vorremmo dire a Cameron Reddish. Accettare il ruolo da terzo violino potrebbe essere la sua condanna. Non perché fare un passo indietro sia sbagliato con compagni come i suoi, ma semplicemente perché volere di più, con quel talento, sarebbe la cosa più normale del mondo. Anche in campo, troppo spesso per evitare di finire fuori controllo in penetrazione e con la palla in mano, si prende tiri affrettati e superficiali. In stagione sta tirando per fortuna abbastanza bene, ma l’1/9 da tre punti contro Hartford è dimostrazione che anche un tiratore come lui può essere incostante.

Rui Hachimura (21.9 PPG, 6.1 RPG, 1.5 APG)

È forse il giocatore più solido di questa lista. Finora non ha sbagliato ancora nessuna partita, i 20 punti sono di routine e la difesa continua a migliorare, partita dopo partita. In contropiede è inarrestabile e la fiducia nel tiro dalla media tende a crescere. Leggere situazioni offensive e difensive per giocare in modo più intelligente è il prossimo step per un giocatore fisicamente così forte. Passare la palla nelle situazioni giuste con i tempi giusti lo renderebbe inarrestabile. Nella notte ha anche segnato il canestro della vittoria contro Washington, confermandosi il punto di riferimento degli Zags.

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