C’è chi ha già messo nel curriculum delle vittorie di tutto rispetto, come Auburn e Marquette, c’è chi invece sembra carburare in maniera diversa rispetto agli ultimi anni, come Indiana. C’è anche chi ha sorpreso praticamente tutti con una vittoria da far alzare il sopracciglio. Ecco a voi le cinque sorprese di queste prime settimane di college basketball.
Auburn
La prossima settimana ha in serbo un Maui Invitational pieno zeppo di big match per poi far andar a far visita a Duke il 4 dicembre. La non-conference schedule dei Tigers è di altissimo livello, come è stata di altissimo livello la vittoria contro Houston dove si sono visti tutti i tratti distintivi di una formazione di coach Bruce Pearl. Alta intensità difensiva, atletismo e tanto ritmo con il quale attaccare il campo. Quintetto titolare con due perticoni di 210 cm, rotazione a nove giocatori che permette di mixare lineup e variare il ritmo e soprattutto una scoperta inattesa come il freshman Tahaad Pettiford. Johni Broome sta cercando di lavorare sempre più sul perimetro, mentre i vari Miles Kelly e Chaney Joneson danno un iniezione di punti dalla panchina. Belli, divertenti e pericolosi, anche tra di loro vista la rissa sull’aereo.
Indiana
Forse è l’anno giusto per coach Mike Woodson, che in passato non è stato risparmiato dalle critiche. La versione 2024-25 degli Hoosiers sembra avere una marcia in più. Chiariamo, finora non hanno incontrato nessuna corazzata e in generale il calendario non ha offerto troppi spunti, ma quanto mostrato nelle prime gare è molto meglio di quanto visto gli anni scorsi. Non sono molte le squadre che possono schierare in quintetto tre giocatori sopra i 210 cm, peraltro tutti di grande talento come Oumar Ballo, Malik Reneau e soprattutto il sophomore Mackenzie Mgbako che sembra finalmente il giocatore NBA che i tifosi di Indiana aspettavano di vedere già l’anno scorso. Un lusso che potrebbe portarli lontano.
Marquette
Shaka Smart è uno dei pochi dinosauri che puntano ancora sulla continuità del roster senza badare troppo a iniezioni di talento legate al Transfer Portal. Il risultato è che i Golden Eagles faranno il loro esordio in Top 10 settimana prossima a seguito della grande vittoria contro Purdue. Cambiano i trascinatori, cambiano gli schemi, ma le vittorie continuano ad arrivare: Kam Jones si è messo il mantello vestito da Tyler Kolek e sta viaggiando a cifre incredibili (22.6 punti, 6.0 assist, 5.6 rimbalzi), niente più lunghi in grado di giostrare sotto area con short roll e gancetti, ma un 5 fuori che apre il campo ai raid delle alette effervescenti come Chance Ross e Stevie Mitchell. Tanta cazzimma in difesa, marchio distintivo di coach Smart, dove manca un po’ di tonnellaggio (infatti i lunghi di Maryland hanno spadroneggiato) ma le rotazioni che diventano più intense col passare dei minuti rivitalizzano la squadra anche nelle peggiori situazioni.
Tennessee
Che una squadra di Rick Barnes abbia la difesa #1 su KenPom non fa notizia, ma l’essere in Top 20 in attacco è invece una bella sorpresa, specie perché il cuore pulsante di questo gruppo fin qui non ha mostrato un battito regolare. Zakai Zeigler ha buttato via 11 palloni con Louisville e sparacchiato in modo indegno con Virginia (1/9 dal campo, 0/1 ai liberi), ossia le due avversarie “serie” affrontate fin qui, sconfitte comunque entrambe con un ventello di scarto. Ecco, il contorno Vols è proprio un’altra cosa quest’anno: non c’è più un Dalton Knecht al quale aggrapparsi, ma Chaz Lanier e Igor Milicic Jr. nel reparto ali si stanno rivelando due pedine molto affidabili e dalla mano calda (specie il primo che tira col 50% da tre su 6.4 tentativi) mentre Felix Okpara fa il suo onesto lavoro di rim runner in attacco e rim protector in difesa.
Wisconsin
Nessuno può mettere i Badgers in un angolo. Come la Baby di Dirty Dancing, Wisconsin non parte mai con grande considerazione degli esperti, non è mai la regina del ballo. Poi però, com’è come non è, la solidità del programma della Big Ten riesce sempre a emergere. Record 5-0, un attacco che punta molto ad aggredire il ferro e guadagnarsi tiri liberi (che realizzano con quasi l’89% di squadra) e una panchina profonda. La sorpresa nella sorpresa è il transfer John Tonje che sta viaggiando a 22.6 punti di media ed è in Top 10 nazionale per falli subiti (47/49 dalla lunetta). Interessante anche la crescita della guardia al secondo anno John Blackwell.