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Caitlin Clark, nulla è più lo stesso

Caitlin Clark - Iowa
Autore: Paolo Mutarelli
Data: 22 Apr, 2024

Finita questa stagione, la storia del college basketball femminile si dividerà in un Prima Caitlin Clark e un Dopo Caitlin Clark. La stella di Iowa, capace di raggiungere in campo record reputati imbattibili e generare un’attenzione mediatica senza precedenti, ha regalato nuova attenzione alla sponda femminile della pallacanestro NCAA. Abbiamo chiesto a tre giocatrici italiane di Division I di raccontarci come il college basketball sia cambiato.

Prima Caitlin Clark

“Sta facendo quello che Steph Curry ha fatto con il gioco maschile” ci dice Eleonora Villa, freshman e scoring leader di Washington State. 3951 è il numero che rimarrà impresso nella storia. Più di Pete Maravich, più di Kelsey Plum. Step back, triple dal logo, una visione di gioco incredibile in grado di colpire quando marcata stretta. Di bloccare Caitlin Clark, non se ne parla neanche, come ci racconta Elisa Pinzan, ex giocatrice di South Florida e Maryland, ora in Europa, che l’ha incontrata lo scorso anno: La sua capacità di tiro apre il campo e le devi stare dietro da quando supera la metà campo sennò ti tira in faccia. Ma se le stai troppo attaccata, ha un primo passo che ti batte sempre. Quando l’ho incontrata era solo al suo terzo anno, quest’anno ha perfezionato anche il suo gioco”.

Elisa Pinzan vs Caitlin Clark

Geometrie rivoluzionate in un gioco fino a pochi anni fa dominato da chi si poteva imporre fisicamente sotto canestro. La stagione chiave per individuare quel seme di cambiamento, è sbocciato nell’ultimo biennio, è il 2016 quando la UConn dei record di Gino Auriemma vede interrotta la sua striscia di 111 vittorie consecutive, che aveva fruttato quattro titoli consecutivi, e Sabrina Ionescu gioca la sua prima stagione a Oregon. Da lì in avanti, UConn non vincerà più un titolo e il college basketball si aprirà a nuove storie e nuovi volti. Il primo di questi è quello di Ionescu.

Infatti il primo volto a generare l’attenzione dei media, dei fans e anche dell’Nba è la giocatrice californiana. Triple doppie, canestri da distanza siderali, passaggi su SportsCenter e in Tv nazionale. Un primo funambolo in campo che si infilava nella modernità portata da Golden State e da Curry, tanto da coniare il termine “Ionescu Effect”, per i ripetuti passaggi in Tv.

La caduta di una delle dinastie dello sport moderno non apre la strada al titolo per Ionescu, ma lo fa per tante nuove e vecchie coach che si affermano: il primo titolo di Dawn Staley, il ritorno alla vittoria di alcune decane come Muffet McGraw, Tara VanDerveer e Kim Mulkey. Ma come ci racconta Maria Visone, ex giocatrice di Stetson tra il 2017 e il 2021, il college basketball con Clark è cambiato perché prima una finale Ncaa veniva vista da poco più di 3 milioni di persone. Ora i numeri fanno spavento.

Dopo Caitlin Clark

E dire che nel 2020, quando Ionescu prende la via del Draft WNBA, l’erede designata di questa classe di fenomeni che stava arrivando è Paige Bueckers e non Caitlin Clark. Anzi l’obiettivo di Clark era UConn, ma le Huskies sono già al completo proprio grazie all’arrivo della numero 5. Tanto che Sports Illustrated nel 2020 le regala una copertina con un titolo chiaro: “Le leggende del domani“. Nessuno sa che siamo all’alba del più grande quadriennio di college basketball femminile della storia.

Bueckers è la prima freshman nella storia a vincere il National Player of the Year e batte una sorprendente Clark, che ha stupito in stagione, alle Sweet 16 in un torneo incredibile, dove stabilisce il record di assist distribuiti, ma non vince il titolo. Il primo scontro al Torneo sembra l’anteprima di una rivalità mai vista ma due infortuni al ginocchio piuttosto pesanti fermano Bueckers nei successivi due anni e, nel vuoto di potere di quella che sembrava una carriera incredibile, emerge Clark.

Clark è speciale perché con la sua determinazione e voglia di vincere sta ispirando tutti, dai più piccoli ai più grandi. Lei non si ferma finché non vince” ci dice Visone e in campo questa cosa si nota tutta. Nonostante tutte le attenzioni delle difese, Clark inizia a collezionare numeri incredibili: 27.0 punti nel suo anno da sophomore e al suo terzo anno 27.8. Neanche il raddoppio è una soluzione consentita  perché, come ci dice Pinzan: “La sua intelligenza e la sua visione di gioco sono così incredibili che trovare le compagne libere per lei è facile.

La coach di Iowa Lisa Bluder non ha mai ottenuto grandi successi sulla panchina di Iowa. In oltre vent’anni sono arrivati solo due titoli di Big Ten e il raggiungimento di una Elite Eight. Ma con Clark tutto è possibile e non solo grazie al tiro. Eleonora Villa definisce Clarkuna giocatrice speciale non solo per le sue capacità balistiche ma anche per la creatività con cui conclude al ferro nonostante non abbia un gran fisico o una grande stazza. Il primo passo e la visione la aiutano ad essere immarcabile e, come ci ha raccontato Visone, per i coach avversari diventa complicato creare un piano partita difensivo su di lei perché coach Bluder le ha messo intorno una serie di tiratrici e una lunga in grado di rollare al canestro.

Iowa di colpo si è piazzata al centro della mappa del college basketball. A suon di punti Clark l’ha trascinata a due finali nazionali consecutive: nel 2023 battendo la South Carolina campionessa in carica con una prestazione senza precedenti, affondando poi contro la LSU di Angel Reese. Poi quest’anno, dopo essersi vendicati di Reese e aver battuto UConn e Bueckers nella partita che tutti aspettavano, si è dovuta arrendere alle imbattute Gamecocks di coach Staley, che è stata in grado di costruire una mentalità vincente all’interno di una squadra, così fare pochissimi aggiustamenti nei momenti caldi del Torneo e affidarsi a tutto quello che è stato costruito durante un’intera stagione” come dettoci da Visone

Dopo un primo quarto stellare da 18, Clark ne ha collezionati solo dodici per il resto della partita e nel finale è sembrata per la prima volta umana. Per Villa la chiave è stata la staffetta di giocatrice fisiche e aggressive che South Carolina poteva mandarle, per Pinzan South Carolina era semplicemente più profonda, Visone parla di una lotta a rimbalzo impari (51 a 29). Il titolo non sarà arrivato, ma grazie a lei la finale è stata vista da 18.7 milioni di persone, ovvero l’evento sportivo più guardato negli USA. Il doppio della World Series di baseball del 2023, più di 5 milioni di spettatori in più delle Finals NBA o dello scontro tra Purdue-UConn del giorno dopo.

Il futuro

L’università di Ball State ha stimato che il clamore prodotto da Caitlin Clark durante l’ultimo torneo NCAA abbia generato 177 miliardi di media impression che, convertiti in dollari, sarebbero 2.6 miliardi. Inoltre l’arrivo di Clark nelle Indiana Fever, la squadra che l’ha scelta al Draft WNBA con la 1° scelta assoluta, genererà nel prossimo un indotto per lo stato americano di 2.4 milioni di dollari, oltre che nuovi posti di lavoro. In America si parla di Caitlin Clark Effect: così dilagante che anche in Italia siti e notiziari d’informazione generalisti hanno parlato di lei.

Ma come sarà il college basketball femminile senza di lei? Secondo le nostre intervistate, meglio di com’era quando Clark era arrivata. Il nome su cui tutti concordano è quello di JuJu Watkins, reduce da un’annata in cui ha stracciato anche qualche record di Clark. Pinzan sponsorizza Hannah Hidalgo di Notre Dame, che ha battuto il record di rubate e punti mai segnati da una freshmen in ACC. Maria Visone raccomanda l’australiana Georgia Amoore, fresca di passaggio nel transfer portal a Kentucky. Villa, oltre a sperare di incontrare l’anno prossimo Paige Bueckers, punta su una sua vecchia rivale di Pac-12 come Kiki Irafien, lunga di Stanford che prenderà in mano la squadra nel suo primo anno in ACC. 

Palazzetti riempiti, un seguito in grado di mobilitare cittadine intere per settimane, record sbriciolati, un gioco rivoluzionato e un’attenzione mediatica mai vista prima. Questa è l’eredità che Caitlin Clark lascia al mondo della pallacanestro femminile, ormai rivoluzionato e dentro appieno nelle dinamiche più moderne del gioco e dei media. La sua sarà una figura in grado di crescere col tempo e diventare mito se l’NCAA riuscirà a prolungare questo successo e renderlo duraturo. Ma anche se non succederà, ci immaginiamo tutti noi tra qualche Natale, seduti con la copertina davanti a fuoco, a raccontare a nostro nipote di quando c’era Caitlin Clark in Ncaa. La storia inizierebbe più o meno così: “C’era una volta Catilin Clark. Dopo il suo arrivo, nulla è stato lo stesso.”

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