Stessa conference, aspettative diversissime. In Italia sono passate due squadre della Big East che si avvicinano alla stagione con obiettivi molto distanti: Seton Hall potrebbe essere da Top 10 nazionale (e state certi che sarà nella Preseason Top 25) mentre DePaul dovrà impegnarsi per non essere il fanalino di coda della conference, cosa accaduta davvero troppo spesso negli ultimi anni. Ecco come le due formazioni si sono comportate nei loro scrimmage romani.
DePaul
vs Paesi Bassi @ PalaFonte, 12 agosto
DePaul si è allenata a ritmo folle sia prima che dopo la partita e in campo ha iniziato a correre a più non posso per il campo. Il risultato? Una vittoria convincente (81-67) contro la sperimentale olandese, già affrontata una settimana fa a Parigi. Tenere quel livello d’intensità per tutta la partita, ad agosto, è semplicemente utopia. Si abbassano quindi i ritmi della partita, si spezzetta in un susseguirsi di fischi e di falli.
Bene i due transfer Darious Hall da Arkansas e Carte’Are Gordon da Saint Louis, che sarà disponibile solo da gennaio. Il primo è un energy guy perfetto per correre per tutto il campo, in difesa è dappertutto mentre in attacco dovrà confermare il 40% dall’arco visto due anni fa. Gordon rischia di essere un fattore anche nella Big East, essendo un centro mobile, che sa giocare in post. Delude invece il terzo transfer, Charlie Moore da Kansas, al terzo college della sua carriera. I punti segnati non mancano ma non sembra uscire dal suo loop di letture sbagliate: un paio di folate in campo aperto ma nulla di più, anzi spesso ha rallentato il gioco dei suoi.
Nel post gara, coach Dave Leitao ci ha parlato della partita e del suo ritorno a DePaul: «Era la seconda volta che giocavamo contro di loro e la gara è stata abbastanza simile. Molti dei loro giocatori erano più vecchi, più esperti, più fisici, facevano scelte migliori, noi dovevamo capire come costruire un vantaggio contro di loro e mantenerlo e ci siamo riusciti. Non ci sono grandi differenze tra la mia prima volta (2002-2005, ndr) e adesso. Questo è un posto che mi permette di insegnare qualcosa ai ragazzi, non solo di allenare. Sono onorato di allenare qui».
Seton Hall
vs Peak Warriors @ Pamphili Village, 14 agosto
Con una squadra che supera quota 100 punti a fine terzo quarto, vincendo infine di 60, non c’è molto da raccontare sull’andamento della partita. La tappa romana di Seton Hall, favorita di quest’anno nella Big East, ha comunque offerto momenti gustosi. Per esempio, Ike Obiagu che per poco tira giù il canestro (letteralmente!) con una bimane, provocando l’unico spavento dei Pirates nell’arco dello scrimmage. C’è poi Tyrese Samuel che fa quello che ogni matricola dovrebbe fare per compiacere il proprio allenatore: piegare le ginocchia e difendere alla morte. Lo fa su una rimessa dal fondo, provocando un’infrazione avversaria. Mentre i suoi sono sopra di 43.
C’è anche Sandro Mamukelashvili, ex Biella, che prima fa da interprete fra tavolo e staff di SHU e poi piazza la giocata del giorno con un coast-to-coast chiuso con una schiacciata capace di far sgranare gli occhi anche agli avversari, giocatori di minors non proprio abituati a certi gesti atletici.
Myles Powell, uno dei giocatori più attesi della prossima stagione, è invece rimasto seduto a godersi il meritato riposo dopo la recente esperienza ai Giochi Panamericani. Non era in campo ma ha comunque fornito il suo highlight di giornata quando si è avvicinato ai nostri microfoni per offrirci la sua opinione personale sul compagno Mamukelashvili: “He’s wack!”. Prendiamo nota, Myles.
Mamu intanto era tutto sorrisi, anche perché il suo legame col nostro paese è ancora molto stretto e tornare qui, per lui, è un gran piacere: «Un viaggio bellissimo. Ho anche visto i miei vecchi compagni di squadra e il mio allenatore Federico Danna a Firenze. L’Italia è un posto bellissimo e amo parlare in italiano, anche perché vorrei finire la mia carriera qui».
Ai tempi di Biella eravamo abituati a vederlo da esterno puro mentre a Seton Hall si è addirittura dovuto adattare al ruolo di centro: «Era difficilissimo perché non avevo mai giocato sotto canestro ma abbiamo bravi allenatori e quello mi ha aiutato tanto. Adesso mi piace giocare dentro perché penso che posso fare più di una cosa».
I Pirates di quest’anno però non mancano di lunghi di qualità e la presenza di Obiagu permetterà a Mamu di giocare perlopiù da 4. Nello scrimmage di Roma, lo si è visto addirittura nelle vesti di ala piccola al fianco di Gill e del già citato transfer da Florida State: «Non penso che giocherò così tanto da tre quando inizierà la stagione, però [coach Willard] sa che ne sono capace, quindi se qualcosa dovesse andare male con gli altri, posso giocare in quel ruolo».
(con Paolo Mutarelli)