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Europei U18, dall’operaio Pinedo all’artista Moretti

Autore: Riccardo De Angelis
Data: 10 Ago, 2022

Un altro europeo giovanile, un altro oro della Spagna. E ancora performance stellari di Izan Almansa in formato MVP, ma qui parliamo di NCAA ed è allora con piacere che puntiamo i riflettori su Eddy Pinedo e altri giocatori dell’Europeo U18 che saranno in Division I l’anno prossimo o che, come Niccolò Moretti, sono destinati ad andarci nel 2023.

 

Pinedo, la classe operaia va in paradiso

Tutti pazzi per Almansa, ovvio, ma il suo compagno di squadra e conterraneo da Murcia Eddy Pinedo se lo merita qualche applauso, eccome. Non è il tipo di giocatore che piazza o che piazzerà mai statistiche notevoli, specie in attacco (5.6 punti, 4.3 rimbalzi, 1.0 assist, 1.3 recuperi, 0.9 stoppate in 21.8 minuti nell’arco del torneo), ma porta tanta concretezza e un impatto a tratti impressionante nella metà campo difensiva.

Ala di 202 cm da Sunrise Christian, Pinedo si è rivelato un vero pilastro per una squadra assolutamente devastante nella propria metà campo: 50.3 punti concessi di media in 7 gare con la Serbia addirittura tenuta a 38 punti segnati in semifinale. Difensore dinamico, intelligente e costante, dotato di una parte bassa del corpo potente, Pinedo dà l’impressione di poter mettere le manette ai polsi praticamente a qualsiasi avversario, indipendentemente dalla taglia. E il video sottostante dà una dimostrazione di questo così come della capacità di compiere buone scelte in attacco (qualche eccezione qui e là, ma è stato perlopiù efficiente nel corso dell’Europeo U18).

Difficile prevedere quanti saranno i suoi minuti da freshman in una East Carolina in rebuilding e abbastanza intrigante dal punto di vista della sua presenza europea (a proposito di bei difensori: occhio a Ben Bayela), ma potete contare sul fatto che Pinedo sia uno di quelli che porta il proprio mattoncino indipendentemente dal minutaggio. E che può benissimo reggere l’urto iniziale con una conference che è a mani basse la più atletica (e complicata da affrontare se non ti chiami Houston) che ci sia al di fuori delle Power 6.

 

Perrin e Hamon-Crespin, la Francia dei delusi

Impressionante stritolatrice d’avversarie nelle prime quattro gare (37 punti di scarto medio fin lì), la Francia era l’ultrafavorita per la vittoria finale ma si è poi sgonfiata inaspettatamente con la Slovenia ai quarti. Si è dovuta dunque accontentare del quinto posto, che comunque vale l’accesso ai Mondiali U19 dell’anno prossimo – alle spese degli azzurri, ahinoi.

Insomma, delusione cocente per i transalpini, anche se non sono mancate le note positive. Sul fronte NCAA, Zacharie Perrin non rientra nel novero degli atletoni devastanti in casa Bleus – anche se qualche giocata notevole in tal senso l’ha piazzata – ma ha mostrato tanta concretezza sia come minaccia offensiva da imbeccare intorno al canestro (13.9 punti), che come presenza sotto i tabelloni (9.1 rimbalzi). Lungo di 208 cm diretto a Illinois, ha inoltre dimostrato volontà e bravura nel farsi carico e gestire i mismatch difensivi e offerto insospettabili lampi come passatore di assoluto pregio, specie per qualcuno della sua taglia. Nota dolente, il tiro da tre: ci prova, ma la meccanica è davvero goffa e i risultati rispecchiano ciò in maniera fedele (1/10). Non è da escludere che la Big Ten gli procurerà qualche mal di pancia iniziale, ma sul medio-lungo periodo può diventare un protagonista vero.

Decisamente più mesto, invece, l’Europeo U18 dell’altro lungo francese diretto in NCAA. Con l’eccezione di una bella gara con la Lituania subito dopo l’eliminazione dai quarti, Maël Hamon-Crespin ha solo fatto intravedere le qualità che hanno attratto Washington State (più molti altri college che non sono riusciti ad accaparrarselo), chiudendo con 4.4 punti, 2.7 rimbalzi, 1.3 assist di media. Non c’è però nulla di allarmante né per lui né per i Cougars: in fin dei conti non è mai scontato brillare fra le fila – sempre infinite – delle nazionali giovanili francesi e, dal canto suo, il prodotto dell’INSEP ha già dato saggio di gran dinamicità e buone balistiche in altre competizioni giovanili di alto livello.

 

Lampi di classe da Moretti

L’ultimo atto del suo Europeo non è stato il più brillante che potesse offrire (6 punti, 2 assist, 3 recuperi ma anche ben 7 perse, quasi la metà di quelle commesse in tutta la manifestazione), però il torneo disputato da Niccolò Moretti (9.0 punti, 3.6 rimbalzi, 3.3 assist, 1.7 recuperi) rimane di pregio e ha rappresentato una buona occasione per mostrare agli appassionati di casa nostra come il suo gioco si sia evoluto durante il primo anno in America.

Il floor general da DME Academy ha, come sua abitudine, mostrato estrema determinazione e fiducia nei propri mezzi, dando saggio delle sue qualità di playmaker capace d’imbeccare i propri compagni in un ampio ventaglio di situazioni diverse e anche trovando angoli di passaggio affatto banali. Sul lato realizzativo, c’è da segnalare un 22.2% da tre che, alla luce di quanto visto fin qui, fa testo fino a un certo punto: Moretti, per suo stile, non sarà il classico cecchino-piedi-per-terra, ma entusiasma nelle vesti di tough shotmaker, con soluzioni dal palleggio dalla media e lunga distanza molto complicate e che appaiono ormai pienamente nelle sue corde. Dei tipi di conclusioni che tendono a intaccare un po’ l’efficienza generale di un giocatore, ma che spesso e volentieri si rivelano di vitale importanza quando i secondi sul cronometro scorrono e le varie opzioni a disposizione svaniscono una dietro l’altra.

Le high-major Illinois e USC più la mid d’alto livello UC Santa Barbara sono state le ultime a offrirgli una scholarship: anche se la sua decisione dovesse arrivare prima dell’inizio della nuova stagione, questi potrebbero non essere gli ultimi nomi grossi a fare capolino nel suo reclutamento.

 

Wrzeszcz, giocate ad alta quota e buone promesse

Da un paio di anni la Polonia si è adoperata parecchio nel cercare di portare dalla propria parte dei giocatori con doppia nazionalità cresciuti altrove. Jeremy Sochan, scippato ai britannici, è l’esempio più lampante ma a dire il vero è anche un po’ un caso a parte. Più sintomatici di questo lavoro della federazione sono invece due giocatori che hanno fatto parte della spedizione agli Europei U18, l’americano Conrad Łuczyński (lungagnone di 220 cm che si è riclassificato al 2023) e il canadese Anthony Wrzeszcz che, oltre a essere un bel atleta, rientra anche nella grande tradizione polacca dei cognomi che fanno venire gli incubi ai telecronisti di un po’ tutte le latitudini.

Benché provenisse da una prep del circuito NIBC, il reclutamento di Wrzeszcz non era apparso fra i più indaffarati e, anzi, il suo commitment con Sam Houston State era arrivato quasi in punta di piedi. Ecco, alla luce di quanto visto ad agosto, viene da dire che i Bearkats abbiano fatto proprio una bella presa sotto al naso di tanti. 15.3 punti e 2.3 assist di media per aiutare la Polonia a chiudere il torneo con un soddisfacente nono posto, questa guardia di 191 cm ha piazzato giocate assolutamente devastanti, impressionando per esplosività – sia in orizzontale che in verticale – oltre che per la grande energia profusa per tutto il campo nel corso della gara. A volte un po’ confusionario, ma rimanendo abbastanza nel cerchio del perdonabile alla sua età. Un bel candidato a freshman-sorpresa fra gli Europei delle mid-major.

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