Il college basketball, si sa, è fatto di cicli. Squadre che annaspano in un dato anno possono fare gran salti in avanti in quello seguente, con un paio di pedine giuste in più e un roster più maturo. Partendo da una contender nella SEC – la Tennessee di Yves Pons – ecco cinque formazioni delle high major conference con le carte in regola per poter fare grandi progressi nella stagione 2020-21.
Tennessee
Seguire i Vols l’anno scorso era cosa abbastanza frustrante. Certo, nessuno si aspettava miracoli dopo la partenza della premiata ditta Williams & Schofield – e dopo l’infortunio di Lamonte Turner – ma si poteva intravedere un potenziale interessante. L’attacco però non ha mai ingranato (solo 96° in Division I per AdjO) e la marcia stagionale di UT ha proceduto a passo di gambero (solo 9-9 nella SEC).
Ora però si può essere ottimisti, a partire da un frontcourt che conta senior col potenziale per essere star a livello nazionale – l’ala Yves Pons, super atleta, difensore di rara efficacia con un repertorio offensivo in espansione – o di conference – il lungo John Fulkerson, sorpresa arancione dell’anno scorso – affiancati da un transfer interessante come EJ Anosike.
Il reparto guardie è decisamente più verde ma ha talento. Se il fantasioso Santiago Vescovi mostrerà qualcosa di nuovo da sophomore, ci sarà di che divertirsi. E freshmen in entrata come Jaden Springer e Keon Johnson (rispettivamente #17 e #28 nella ESPN 100) possono avere impatto immediato. Kentucky parte in pole ma dovrà guardarsi le spalle da Yves Pons e compagnia.
Alabama
Fortune e infortuni permettendo, i Crimson Tide dovrebbero andare ben oltre l’8-10 nella SEC messo assieme l’anno scorso. Coach Nate Oats deve salutare Kira Lewis (#17 nel nostro ultimo Super Mock Draft) in cabina di regia: una perdita pesante, ma anche una perfetta occasione di riscatto per Jahvon Quinerly. Bizzoso e acerbo agli esordi, l’ex Villanova ha il talento adatto per risorgere e l’allenatore giusto per farlo rigare dritto ed esaltarne le doti. Accanto a lui, una guardia con punti nella mani (Jaden Shackleford) e, fra le ali, due senior-pilastri con specialità ben distinte: John Petty e le sue triple da una parte, Herb Jones e la sua difesa dall’altra. Gli interrogativi aperti non mancano – Jordan Bruner da Yale si adatterà alla SEC? Quante risorse proverranno da una panchina farcita di esordienti? – ma il manico di Oats potrebbe fare tutta la differenza.
Purdue
La vera costante di questa lista consiste nel pedigree degli head coach e nella fiducia che riponiamo in questi. Il discorso vale soprattutto per Matt Painter, perché altrimenti sarebbe folle inserire una squadra reduce da un 9-11 nella Big Ten, che ha perso due giocatori di peso e che non ha super individualità in rampa di lancio. Gli incredibili sali-e-scendi dell’anno scorso, forse figli di frizioni interne, saranno solo un ricordo, perché Painter è famoso per la continuità con la quale sa mantenere le sue square su livelli alti.
Gli addii al veleno di Nojel Eastern e Matt Haarms in teoria tolgono qualcosa alla difesa dei Boilermakers, ma in generale dovremmo avere un roster “operaio” fatto di pedine che si completano bene a vicenda, con Trevion Williams a fare la parte del leone in area e compagni capaci di sfruttare le spaziature. Nella conference ci sarà da sgomitare ma possono arrivare in alto, proprio come nelle stagioni che hanno preceduto il disgraziato 2019-20.
Virginia Tech
Se parliamo di ACC e di squadre capaci di far meglio dell’anno scorso, North Carolina è una scommessa facilissima, visto il suo 2019-20 da incubo. Vogliamo però spostare l’attenzione sul mucchio selvaggio da metà classifica, dove troviamo una piccola e intrigante VT. Coach Mike Young, all’esordio in una high major, ha avuto un anno da debuttante migliore di quanto possa suggerire il suo record 7-13 nella conference. Ora sarà orfano di Landers Nolley ma avrà anche un roster più a sua immagine e somiglianza. Certo, mancano sempre un po’ di taglia e di muscoli sotto, ma il reparto guardie è profondissimo e pieno di tiratori – dal cecchino Jalen Cone all’ex Kansas State Cartier Diarra – il che dovrebbe regalarci quintetti small e molto simili alle migliori versioni della Wofford allenata da Young. Gli Hokies saranno una mina vagante come poche.
Oklahoma State
I vertici della Big 12 – Kansas e Baylor in primis, ma occhio sempre a West Virginia e Texas Tech – si preannunciano come sempre tosti, tanto da dover proibire sogni di gloria al resto della conference. Eppure c’è anche una Oklahoma State che può fare un bel balzo in avanti e che pare capace di exploit determinanti.
Estromessa dalla postseason 2021, il carisma di coach Mike Boynton ha impedito sia un’emorragia di transfer che un eventuale dietrofront di Cade Cunningham, freshman di punta di quest’annata NCAA che andrà ad affiancare nel backcourt il sempre ottimo (per quanto atteso a ulteriori progressi offensivi) Isaac Likekele. La situazione del reparto lunghi invita alla cautela, ma il QI e le capacità di passaggio d’élite di Cunningham possono dare nuova linfa ai Cowboys, specie se nel frattempo riusciranno a essere più solidi in difesa.