Nonostante una schedule di conference caratterizzata da qualche sconfitta di troppo e un po’ di incostanza, Butler non avrà problemi ad entrare nel field del torneo di marzo. Kamar Baldwin ha trascinato qui i suoi Bulldogs a forza di punti, leadership e game-winners.
La stagione
La stagione di Butler è iniziata alla grande. La sconfitta per 53-52 in casa di Baylor è l’unico risultato che stona nel calendario. Sotto di 16 punti nel primo tempo, i Bulldogs hanno comunque dimostrato di saper reagire. Prima di perdere contro la numero 11 della AP Poll, erano arrivate nove vittorie consecutive in cui la squadra di LaVall Jordan aveva mietuto vittime di buon livello (Stanford, Florida, Missouri). Forte di una delle difese migliori della nazione e di un attacco coeso, Butler ha dimostrato di meritarsi un posto nella Top 25.
Un uomo solo al comando
Buona parte del merito per questo inizio di stagione va attribuita a Kamar Baldwin. La guardia mancina sta mantenendo medie di 17.1 punti, 4.5 rimbalzi, 2.6 assist. Nella Big East ci sono Markus Howard e Myles Powell a caccia del premio di giocatore dell’anno, ma Baldwin sembra voler fare da terzo incomodo in questa battaglia. Grazie alla paura che il suo 39% da tre punti incute negli avversari, Baldwin è spesso bravo a insinuarsi nelle difese avversarie ed arrivare al ferro. Esplosivo ma in controllo, può vantare un gioco dal mid-range molto efficace (44.1% nei jumper da due punti, secondo Hoop-Math). Di questo e della sua clutchness, ne sa qualcosa Stanford.
L’attacco di Butler preferisce di gran lunga i ritmi controllati (63.8 possessi ogni 40 minuti, in Division I ce ne sono solo quattro più lenti) e, nonostante possa sembrare un po’ macchinoso, gli schemi offensivi sono semplici ed efficaci. L’attacco si ferma soltanto quando Baldwin cerca di creare gioco per sé stesso, ma nella maggior parte delle occasioni palla e giocatori si muovono bene e velocemente. Il volume di canestri non è altissimo, ma il 55% di eFG (27° miglior dato in D-I) fa invidia a molti, tutto sommato.
Oltre a Baldwin, il grosso delle soluzioni da tre punti passa per le mani di Jordan Tucker e di Sean McDermott: se il primo è giusto nella media (34.1%, ma le sue percentuali possono salire), il secondo invece è un vero cecchino (47.8% su 4.6 tentativi a partita).
Grazie al backcourt formato da Baldwin e Aaron Thompson e a un lungo in grado di trattare il pallone anche dopo la ricezione sul pick & roll come Bryce Nze, Butler sembra aver trovato un buon ritmo in attacco. La panchina abbastanza lunga permette inoltre a Jordan di risparmiare un po’ di forze in vista della conference season.
Una difesa affiatata
Una delle prime impressioni avute dopo averla vista contro Baylor, è che Butler ha una delle migliori difese della nazione. Sempre attenti, concentrati e in grado di comunicare, i Bulldogs hanno concesso nel secondo tempo soltanto pessimi tiri a Baylor, subendo appena 19 punti.
L’unico problema: i rimbalzi offensivi concessi (ben 13, che hanno portato a 10 punti sulle seconde opportunità). La squadra d’Indianapolis è però in genere solida sotto il proprio canestro: le difficoltà emerse a Waco non sono un’abitudine (24% di Offensive Rebounding lasciato agli avversari in stagione, 45° miglior dato in assoluto) ma rappresentano di certo un qualcosa da tenere sotto controllo.
Contro Villanova o Seton Hall, non sarà facile contrastare avversari più fisici. LaVall Jordan ha dimostrato però di essere un ottimo allenatore e di saper trovare aggiustamenti capaci di cambiare le partite. Una cosa è sicura: sarà interessante vedere le gare nella Big East.