Tra le favorite della Big Ten, Ohio State è ancora imbattuta e, soprattutto, è l’unica squadra che vince e convince. Michigan State appare in difficoltà tanto da aver perso già tre volte, mentre Maryland, dopo diverse gare risolte nel finale, è caduta anche lei. I Buckeyes, invece, sembrano un rullo compressore: +8 con Cincinnati all’esordio stagionale, +25 con Villanova, +25 con North Carolina, +32 con Penn State. Vittorie di un certo peso per la qualificazione alla March Madness.
In questo brillante avvio di stagione, che vede la squadra con un record di 9-0, il leader Kaleb Wesson è stato poco appariscente ma molto efficace. A parlare sono le statistiche: 14.1 punti, 9.3 rimbalzi, 2 assist e 1.6 stoppate con l’81.6% ai liberi e il 44.8% da 3. Chi ha avuto modo di seguire il ragazzo nei due anni precedenti, ha di certo notato la sua metamorfosi.
Innanzitutto nel peso, perché è passato dai 131 kg di fine stagione scorsa agli attuali 115. Un peso che “non ho mai avuto neppure al liceo”, ricorda. Ed effettivamente, prima del college, la bilancia è arrivata a toccare anche i 147 kg. Nel mezzo due work-out con Boston ed Atlanta, che senza mezze misure gli hanno fatto capire di essere bravo, ma di pesare troppo. Da qui la scelta di tornare al college e cambiare stile di vita.

Kaleb Wesson con il suo fisico tirato a lucido
In estate, ha iniziato una dieta con cui ha sacrificato succo di frutta e limonata per bere quanta più acqua poteva. E ha riempito i pasti con più proteine e meno carboidrati. E poi ha lavorato tanto in palestra, con il preparatore fisico della squadra, affinché “mantenessi la mia forza pur perdendo peso”, ha dichiarato.
Questa scelta è stata presa con l’obiettivo di inseguire il sogno Nba. Ed è stata la conseguenza dei due work-out avuti con Hawks e Celtics, dove ha dimostrato “di essere capace di giocare a quel livello, ma mi sono anche reso conto di dover scendere di peso per essere più efficace in campo”. Scendere di peso, infatti, ha significato per lui migliorare nei movimenti e avere una maggiore mobilità e resistenza.
“Sta giocando benissimo, come non l’ho mai visto giocare – ha dichiarato coach Chris Holtmann –. Credo che debba continuare a fare le giocate giuste. Difensivamente poi, è passato ad un livello successivo”. Insomma un giocatore più maturo, che sta dimostrando di possedere un’importante etica del lavoro. E tutto questo si riflette in campo.
Un fattore su entrambe le metà campo
Kaleb Wesson non ha mai avuto problemi a segnare, specialmente vicino al canestro dove faceva valere la grande mole. Quest’anno però sta diventando un fattore anche in difesa. Grazie alla perdita di peso è diventato più agile nei movimenti laterali. Inoltre, pur non essendo un giocatore molto atletico, si sta rivelando un insospettabile stoppatore (da 0.7 a 1.6 di quest’anno).
Sta migliorando molto anche nella lettura delle situazioni, perché mantiene la giusta posizione difensiva e non teme neppure l’accoppiamento con giocatori più piccoli e veloci. Anzi, in diverse occasioni è una vera e propria montagna impossibile da aggirare.
In virtù dei feedback ricevuti dagli addetti ai lavori della Nba, in attacco sta continuando a lavorare sul tiro da 3. E anche in questo aspetto sono le cifre che parlano in suo favore. Nei tre anni di college è passato da un 4/14 da tre (28.6%) da freshman al 26/75 (34.7%) da sophomore al 13/29 (44.8%) in nove partite quest’anno.
In particolare, sta prendendo a modello DeMarcus Cousins e Nikola Jokic, e si sta concentrando soprattutto sul pick and pop.
La sua maturità è visibile anche nel passaggio. Meno forzature al tiro e più assist per i compagni. In particolare, il gioco alto-basso con l’amico di reparto Kyle Young si sta rivelando un’asse importante per i Buckeyes.
La Nba è IL sogno, ma per adesso c’è solo Ohio State. A spiegare bene questo concetto è stato lo stesso Holtmann: “È concentrato al cento per cento per la squadra”. Addirittura, non è escluso che la prossima primavera decida di disputare anche l’anno da senior a Columbus. Il suo più grande obiettivo, infatti, è quello di conquistarsi un posto al draft. Ma per compiere il salto tra i pro, vuole essere convinto, appunto, al cento per cento.