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L’altalena chiamata Oklahoma

Trae Young (Oklahoma)

Trae Young (Oklahoma)

La stagione

Novembre, dicembre, gennaio sono stati i mesi dove il grande circo itinerante denominato Trae Young è andato in scena per tutti i parquet d’America prendendo l’eredità del Lonzo Ball Show dello scorso anno. Tolta la figura del padre ingombrante e la meccanica di tiro, i due hanno più di un punto in comune: passaggi creativi, compagni migliorati con la loro presenza in campo e tanto spettacolo. Peccato che la stagione di Oklahoma che sembrava trionfale fino a un mese fa, con il #4 posto del ranking, si è inabissata con un record negativo in Big 12, 7-9. La squadra resta divertente con tanti tiratori da innescare, come James, Manek e McGusty, un rim runner per chiudere l’area e volare sugli alley oop come Jamuni McNeace, il prospetto fenomenale come Trae Young e dei giocator atletici e forti per nasconderlo in difesa.

Il giocatore chiave

Senza Trae Young Oklahoma non avrebbe avuto la rilevanza che ha avuto quest’anno, ma fondamentali sono anche Brady Manek e Christian James. Il primo, all’apparenza, sembrerebbe il classico lasagnone bianco rimasto a giocare al college vicino casa, ma in realtà ha una meccanica di tiro fantastica e una fantastica intesa con Young. James, invece, è il Klay Thompson di Young: difensore sopra la media che lo aiuta e guida in difesa e tiratore mortifero che segna a ripetizione da tre, due volte sopra 80% con più di cinque conclusioni.

I prospetti

Forse l’impatto di una supernova sulla terra avrebbe fatto meno rumore di ciò che ha fatto Young con le difese Ncaa. Record frantumati, difese in analisi e tiri da tre pazzi, rendono verosimile la leggenda della seconda venuta di Stephen Curry nel panorama collegiale. Poche le parole per descriverlo, l’augurio di tutti è che possa trovare una franchigia Nba che esalti le sue qualità.

Il video

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