É Madness assoluta nel Midwest Regional: le due strafavorite Auburn e Wisconsin vanno fuori, avanzano Miami e Iowa State che si affronteranno venerdì in una Sweet Sixteen a basso seed, ma sicuramente ad alta intensità.
#11 Iowa State – #3 Wisconsin 54-49
#10 Miami – #2 Auburn 71-61
Completamente fuori controllo
Auburn ha preso una lezione di basket da Miami. Ritmo alto coniugato ad una gestione della palla perfetta (soltanto 4 perse), Isaiah Wong e Kameron McGusty ancora una volta decisivi con entrambi a scollinare quota 20 punti, Jordan Miller messo a fare il 5 tattico per i problemi alla mano di Sam Waardenburg. Su entrambi i lati del campo, l’intensità degli Hurricanes è stata maggiore con la palla che in attacco si è mossa sempre bene e tanti canestri facili. Perfetto quanto semplice il riassunto finale di Jim Larranaga: “Essere piccoli ha i suoi vantaggi”.
Gli Hurricanes hanno vinto tirando molto male dalla lunga distanza, ma Auburn ha tirato ancora peggio, con 5 canestri su 26 tentati (19%). I limiti naturali di questa squadra sono venuti a galla fin dall’inizio, soprattutto in attacco con tanti tiri forzati soprattutto da KD Johnson e Wendell Green che si sono accontentati della soluzione individuale piuttosto che muovere il pallone e cercare un tiro migliore. La palla per troppi secondi in mano a loro e compagni che non si muovono sono stati la ricetta perfetta per una attacco stagnante che non ha proprio funzionato. E a poco è servito un Jabari Smith da 15 rimbalzi ma che si è accontentato sempre di tiri impossibili: 3/16 dal campo e 1/8 da tre non sono i numeri che si aspettava da una potenziale prima scelta Nba che lascia nel peggiore dei modi il college basket.
Il ritorno di Iowa State
É tornata l’Iowa State di inizio stagione, quella imbattuta e capace di arrivare fino alla Top 10 del ranking. Difesa soffocante, una tonnellata di palle recuperate e un protagonista sempre diverso da trovare in attacco. Contro LSU era stato Tyrese Hunter, contro Wisconsin è stato Gabe Kalscheur che con 22 punti (10/19 dal campo) ha trascinato i Cyclones al secondo weekend della March Madness. L’attacco a difesa schierata di Iowa State non è certo un esempio di bellezza ed esecuzione e si affida quasi sempre a giocate estemporanee delle sue guardie per uscire da brutte situazioni. Ma nelle sue giornate migliori (non tante, a dire il vero), il transfer da Minnesota diventa una pericolosa arma capace di segnare canestri del genere.
Neanche un fenomeno dei minuti finali come Johnny Davis è riuscito ad emergere in quell’inferno che è stata la difesa di Iowa State: 4/16 dal campo, un percorso per arrivare al ferro lastricato di braccia, corpi e mazzate che hanno portato il sophomore spesso ad affidarsi a compagni e fratelli (pesanti le due triple aperte sbagliate da Johnatan Davis nel finale). I Cyclones hanno forzato ben 17 palle perse (i Badgers solitamente ne perdono 8 a partita), un 2/22 da tre punti e hanno tenuto Wisconsin sotto il 30% complessivo dal campo. Una fisicità impressionante messa in campo dai vari Conditt IV, Jones e Kunc, che ben presto hanno iniziato ad avere problemi di falli, ma che alla fine ha pagato.
C’è da dire che coach Greg Gard ha giocato tutto il secondo tempo senza la guardia titolare Chucky Hepburn che si è preso una brutta storta alla caviglia a cinque minuti dalla fine del primo tempo. Fino a quel momento il freshmen era stato clamoroso sul lato difensivo. Ha pesato per Wisconsin non avere una seconda fonte di gioco affidabile oltre a Davis, che ha chiuso la sua stagione con un 0/7 negli ultimi quattro minuti che mostra tutte le fatiche accumulate nel corso della stagione.