La storia del Nike Hoop Summit di quest’anno – manifestazione coi i limiti tipici della vetrina ma che stavolta si è davvero lasciata guardare – è stata essenzialmente quella dello scontro fra point guard animato da Cole Anthony e Niccolò Mannion, col primo premiato come MVP e il secondo che si è distinto come top scorer della partita.
Nico Mannion
La sua prova da 28 punti e 5 assist non è bastata per evitare la sconfitta di Team World contro Team USA (93-87) ma ciò non ha impedito che si parlasse dell’italo-americano in lungo e in largo. Nico ha incantato con la sua tipica disinvoltura che contraddistingue da sempre il suo modo di scendere in campo e si è cimentato in una dimostrazione pratica di polso nella dettatura dei ritmi, visione di gioco e abilità di passaggio dal cuore dell’area, oltre che di efficienza realizzativa dal campo (4/5 da due, 3/7 da tre) mentre riempiva gli avversari di falli (11/14 ai liberi). Insomma, la selezione USA non ha avuto risposte per lui e il futuro Wildcat ha dato un bel assaggio dell’ampiezza del suo repertorio nella metà campo offensiva.
Quella del futuro giocatore di Arizona è stata una prova dominante abbastanza da strappare applausi da un po’ tutte le parti, non solo fra addetti ai lavori ma anche futuri colleghi del piano di sopra come Evan Turner.
Mentre Earl Watson si chiede come mai Team USA se lo sia lasciato scappare due anni fa, dopo averlo tagliato. Beh, tanto meglio per noi italiani.
Cole Anthony
Da par suo, Cole Anthony non è rimasto con le mani in mani e, dopo un avvio non particolarmente brillante, ha guadagnato la sua bella fetta di riflettori con una partita da 25 punti (5/10 da due, 3/8 da tre, 6/8 ai liberi), 8 rimbalzi e 2 assist che gli è valsa la doppietta individuale di MVP dopo il riconoscimento ricevuto al McDonald’s All-American.
La combo guard, #2 della ESPN 100, ha sguazzato tranquillamente nel ritmo partita mostrando a più riprese la specialità della casa: un jumper elegante, rapido e mortifero col quale punisce il minimo spazio lasciatogli, capacità di creare separazione e di centrare il bersaglio dal palleggio anche da distanza NBA.
Il giocatore di Oak Hill Academy è nettamente il più quotato fra i giocatori della Classe 2019 ancora unsigned: dovrebbe decidere la sua destinazione entro la fine del mese, con la sua personale Top Four composta da Georgetown, North Carolina, Notre Dame e Oregon.
James Wiseman
Fra gli altri, James Wiseman è di certo quello che ha impressionato di più, dimostrando ampiamente perché è considerato il numero 1 della Classe 2019 e un serissimo candidato per la prima scelta nel Draft del 2020. Il lungo di Memphis, 215 centimetri di atletismo e agilità fuori dal normale, ha messo a segno 12 punti (6/8 dal campo) in una varietà di situazioni davvero notevole, ha dominato i tabelloni (8 rimbalzi) e dalle sue parti non è passato praticamente nulla, rifilando 6 stoppate in assoluta scioltezza.