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Cal, nuova Kentucky e nuovo contratto

Autore: Raffaele Fante
Data: 27 Set, 2019

Ha un contratto nuovo da 86 milioni, la solita classe di freshman di talento e soprattutto tanta voglia di riportare i Wildcats alle Final Four, dopo 5 anni di assenza. John Calipari sta per iniziare la sua 11/a stagione a Kentucky e, dopo aver passato l’estate in giro a reclutare giocatori (Terrence Clarke l’ultimo colpo), è pronto a riprendersi la Sec, ma non solo.

L’ultima firma?

Per iniziare, ha firmato un contratto che lo legherà per i prossimi 10 anni all’ateneo di Lexington, dove è dietro solo al leggendario Adolph Rupp tra gli allenatori più vincenti con un record di 305-71. A 60 anni compiuti a febbraio, è facile pensare che questa sia l’ultima firma per Calipari che avrà la possibilità nel sesto anno (cioè nel 2024-25) di lasciare il ruolo di coach per diventare “special assistant to the athletic director/university representative”. In quel ruolo guadagnerà ‘solo’ 950mila dollari ma, se resterà in panchina fino a 70 anni, il suo conto in banca salirà decisamente per garantirgli una più che dorata pensione.

Ma la soglia delle 300 vittorie con UK è stata raggiunta in una stagione senza successi: Lsu e Auburn si sono divise regular season e torneo di conference, con i Tigers di Bruce Pearl che hanno anche eliminato Kentucky in una drammatica Elite 8 finita al supplementare, con Tyler Herro e compagni a inseguire invano Jared Harper. La concorrenza nella Sec quest’anno non sarà così forte, con la sola Florida davvero temibile, mentre Calipari avrà a disposizione un bel mix di freshman e giocatori più esperti con cui andare lontano anche alla March Madness.

A natural scorer

Sono rimasti Ashton Hagans e Immanuel Quickley tra i piccoli ed EJ Montgomery e Nick Richards tra i lunghi, e soprattutto Hagans potrebbe essere un potenziale rivale di Cassius Winston come miglior PG della nazione dopo aver passato l’estate a mettere su chili. Toccherà a lui alzare il ritmo di una squadra che l’anno scorso ha corso poco (65.6 possessi a partita, 284/a della nazione) e che quest’anno giocherà a una velocità diversa. Perché? Segnatevi il nome di Tyrese Maxey, il migliore dei 5 freshman arrivati a Lexington e uno dei giocatori assolutamente da seguire in questa stagione di college basket.

“Natural scorer” è la definizione più semplice, non è particolarmente verticale ma è un attaccante capace di segnare in tanti modi, solido al tiro anche da molto lontano, creativo in penetrazione, ma non solo: il ragazzo difende, eccome, e la coppia di backcourt formata da lui e Hagans potrebbe dare molto fastidio alle guardie avversarie.

 

L’incognita è la consueta che accompagna ogni ragazzo abituato a fare tutto all’high school perennemente con la palla in mano. Il passaggio dall’one man show a un gioco necessariamente più di squadra non è sempre immediato. ma Calipari è da tempo molto chiaro nel suo recruiting: non promette posti in quintetto, non concede libertà di prendersi tonnellate di tiri, chiarisce subito che a Kentucky si dividono i riflettori con altri top player.

Due ali tuttofare

E se Maxey è senz’altro il nome più interessante arrivato quest’anno, di certo non è l’unico. Assieme a lui, c’è un gruppo di giocatori di varia dimensione e talento che possono svariare tra gli spot 2, 3 e 4 per coprire i buchi lasciati dai vari Tyler Herro, Keldon Johnson e PJ Washington.

Per lo spettacolo, ma non solo, la Big Blue Nation non vede l’ora di vedere all’opera Khalil Whitney, due metri scarsi particolarmente esplosivi, come si intuisce da questo video

 

Non il miglior ball handler del pianeta, non il miglior tiratore dell’Ncaa, Whitney può però giocare in tre posizioni rendendosi pericoloso fuori dall’area e anche molto utile sotto i tabelloni. Probabilmente il freshman con il fisico più Nba ready, grazie anche al suo wingspan da 7 piedi, si farà sentire sui due lati del campo e darà a Calipari tante chance di cambiare l’assetto della sua squadra a seconda degli avversari.

Giocatore non molto diverso, Keion Brooks è un altro 2 metri su cui Calipari punta molto: “He’s a smart player who is really going to make us a different team next year”. Combattente, aggressivo, potrebbe fare il cambio di Whitney come giocare di fianco a lui da PF in quintetti piccoli, ma la vera svolta per il gioco di Kentucky potrebbe arrivare dal meno quotato dei tre, e cioè Johnny Juzang.

E un tiratore

Per una squadra che ha chiuso la stagione al 341/o posto nel rapporto 3pA/FGA (29%) e che quindi ha prodotto solo il 23% dei punti da tiro da 3 (342/a), qualsiasi essere umano dotato di buona mano dall’arco è una benedizione dal cielo. E Juzang è soprannominato J-Silk non a caso e si presenta con il 43% da 3 con cui ha chiuso la carriera all’high school. Persi Tyler Herro e Jemarl Baker (finito ad Arizona), coach Cal non ha bisogno di lui, di più. E attenzione, lo stesso Herro così come Shai Gilgeous Alexander l’anno prima erano arrivati come freshman meno quotati di tutti e poi sappiamo come è andata a finire. Qualche segnale da Lexington sta già arrivando e Matt Jones non è un insider qualsiasi, ma il fondatore della Kentucky Sports Radio

 

Da Travis a Sestina

Per completare il roster e in particolare il pacchetto lunghi, Calipari ha rifatto l’operazione dell’anno scorso, inserendo un senior grad transfer: l’erede di Reid Travis è Nate Sestina che dovrà fare il glue guy che indica ai freshman la retta via. Giocatore più perimetrale di Reid, Sestina è un torello di 2.04 cm dotato di buona mano (53.6% dal campo, 81% ai liberi) che usa anche da 3 (oltre 100 tentativi con il 38% l’anno scorso) e completerà il frontcourt assieme a Nick Richards e EJ Montgomery.

Nate Sestina, da Buckell a Kentucky

Certo, non tutto è andato come sperato, con RJ Hampton che è finito in Nuova Zelanda e N’Faly Dante che ha scelto Oregon, ma coach Cal ha comunque una squadra competitiva e più esperta rispetto all’anno scorso. Certo, suo figlio Brad se n’è andato a Detroit Mercy, ma tutto sommato potrebbe non accorgersene nessuno.

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