Entriamo nella Top Ten della nostra PreSeason Top 25 con cinque squadre dal sicuro talento, ma con diverse incognite. Chi ha cambiato allenatore, chi ha tanti giocatori al rientro da infortuni pesanti, chi invece ha un’amalgama tutto da trovare. Ecco la penultima cinquina prima del gran finale.
10. Auburn
La Top Ten era stata assegnata prima dell’addio shock di coach Bruce Pearl. Ora il grande punto di domanda è la capacità di gestione del successore – e figlio – Steven che ha già incassato la permanenza di un roster promettente. Una squadra completamente rinnovata rispetto alla storica della scorsa stagione che riparte da un punto fermo, cioè Tahaad Pettiford che ha in mano la chance di giocarsi il National Player of the Year. Da scossa elettrica dalla panchina, dovrà essere leader e volto di una squadra che potrà contare su due innesti dalla Big 12, il 3&D Kevin Overton da Texas Tech e il miglior scorer della conference Keyshawn Hall da UCF, atleticamente superiore al resto della platea. In più ci sono due jolly: coach Pearl padre ha lasciato in dote al coach Pearl figlio due guardie sovradimensionate di due metri provenienti da Mid Major e Division II: Abdul Bashir da Monmouth, tiratore da 41% da tre e da 27 punti di media, e Elyjah Freeman da Lincoln Memorial che secondo tanti è il miglior prospetto Nba della squadra. Sotto canestro arriva la solidità e l’esperienza SEC di Keyshawn Murphy da Miss State e c’è anche qui un jolly europeo con FIlip Jovic, lungo serbo ex Mega Bemax.
9. Michigan
Le aspettative attorno a Michigan sono alte, quasi da taglio della retina, dopo una buonissima stagione di esordio di coach Dusty May ma non sarà semplicissimo mantenerle: le ultime due stagioni di Kansas insegnano quanto sia complicato vincere in Ncaa senza tiro da tre e il roster dei Wolverines sembra proprio averne poco. A partire dal floor general scelto da May: Elliott Cadeau da UNC è sicuramente una delle migliori menti e passatori della Division I, ma è ormai battezzato come non shooter da tutte le difese del college basket. Accanto a lui c’è un guardia old style a cui piace fare spallate sotto canestro, a volte anche in post basso, come Roddy Gayle Jr (23.2% da tre). Poi a coach May piace l’assetto a due lunghi e la coppia designata è quella di un papabile All American come il perimetrale Yaxel Lendeborg (quando avrà lui la palla in mano, Cadeau cosa farà?) e il più interno Morez Johnson con i due europei Aday Mara e Oscar Goodman a fare da cambio. Ma nessuno è un tiratore: gli appigli dall’arco arrivano dal freshmen Trey McKinney e dal mai esploso Rimari Burnett (40.4% lo scorso anno). Di certo la difesa farà paura ma basterà?
8. BYU
In un anno coach Kevin Young ha ribaltato le sorti di un programma che non ha solo ben assorbito il passaggio in Big 12, ma ne ha addirittura alzato il livello. In questa stagione sarà poi un’osservata speciale per via della presenza di AJ Dybantsa, uno dei papabili No.1 al Draft della prossima stagione e autentica attrazione di questa stagione NCAA. Ma i Cougars sono qui perché attorno al fenomeno classe 2007 c’è ben altro. In primis un duo già arrivato alla Sweet Sixteen conquistata lo scorso anno formato dallo scorer Richie Saunders, senior dalla mano mortifera dalla distanza, e dal rim protector Keba Keita. Dal portal poi sono arrivati dei pezzi cruciali della rotazione: la presenza di Robert Wright III – sorprendente nell’anno da freshmen a Baylor – renderà interessante e variegato il gioco offensivo dei Cougars, in primis per la possibilità di sbloccare il gioco di Dybantsa lontano dalla palla, molto più efficace di quello palla in mano, e in seconda battuta per lasciare al freshmen e a Saunders la possibilità di iniziare il gioco con Wright in posizione di spot up. In più, coach Young ha rimpinzato la rotazione di tiratori provenienti dal mondo mid major, come Dawson Baker da UC Irvine o Kennard Davis di Southern Illinois. Anche un paio di europei interessanti: più di Mihailo Boskovic, presente a roster già lo scorso anno, è Dominique Diomande – ala che ha giocato da pro in Francia – a poter giocare un ruolo intrigante come lungo da small ball.
7. Louisville
Questo è l’effetto dell’Uragano Pat Kelsey. In appena una stagione i Cardinals hanno riacquistato la rispettabilità perduta durante la gestione Payne, si sono ripresi un posto ai pian alti dell’ACC e soprattutto sono tornati alla March Madness, la prima dal Covid. Ora l’ex coach di Charleston è pronto per la Fase 2: essere una mina vagante per il titolo. La ricetta è sempre la stessa per Kelsey, difesa aggressiva che ti toglie il fiato e un attacco rapido basato sui tre punti. Sono gli interpreti ad aver alzato il livello: di Mikel Brown ne abbiamo parlato in questa offseason, ma i Cardinals ritornano con J’Vonne Hadley, un tuttofare a cui Kelsey ha tolto la palla in mano per utilizzarlo come playmaker secondario, e avranno anche Kasean Pryor e All Khalifa, praticamente out tutta la stagione scorsa per infortunio. A questi si aggiungono tre innesti pazzeschi arrivati dal portal: Ryan Conwell (Xavier), il sophomore Adrian Wooley (Kennesaw State) e Isaac McNeeley (Virginia), tre tiratori da almeno 41% dall’arco, oltre alla coppia di lunghi europei, il tedesco 22enne Sananda Fru (con minuti pesanti a Braunschweig negli scorsi anni) e il greco Vangelis Zougris. Le aspettative sono altissime per il basket rock&roll di Kelsey: sapranno reggere le pressioni?
6. Duke
L’unica posizione già spoilerata di questa Top 25: a Filippo Messina piaceva come punto di partenza, da vedere poi come si svilupperà l’annata dei Blue Devils. In una NCAA che punta sempre di più sull’esperienza, Duke rimane fedele ai propri principi di hub giovanile con affaccio in Nba e Cameron Boozer sarà il frontman di questa spedizione. Un 4 muscoloso, potente e capace di fare tutto su entrambi i lati del campo e che sembra essere già pronto. Rispetto allo scorso anno, ci sarà meno esperienza in regia con l’arrivo del gemello Cayden Boozer a fare da floor general, mentre da valutare la staffetta nel posto di 5 tra un lungo più tradizionale – Patrick Ngongba – e uno più mobile – come Maliq Brown. Di fianco ai Boozer, Dame Sarr sembra il più completo, attacco e difesa, del supporting cast con potenziale per essere il secondo violino. Cameron Sheffield da Rice, reduce da un’annata out a causa dell’infortunio al piede, dovrebbe ricoprire la casella di Sion James, ovvero del tiratore esperto, mentre Nicholas Khamenia è un all around ancora fragile fisicamente e Isaiah Evans ancora legato alle percentuali da tiro. Una cosa è chiara: Duke sarà di nuovo una squadra dalla grande stazza: il più piccolo è Caleb Foster, 196 cm, che potrebbe aiutare Cayden Boozer nei compiti di regia. C’è un alchimia da trovare ma il potenziale c’è.